Robot che sostituiscano il personale mancante negli hotel. È questa la proposta che giunge dagli Stati Uniti, ma è veramente questa la soluzione? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
La mancanza di lavoratori stagionali non è un problema esclusivamente italiano, anche alcuni settori negli Stati Uniti stanno affrontando la penuria di personale. E se in Italia il settore che più di tutti lamenta la mancanza di manodopera è la ristorazione, dove sempre più spesso giovani lavoratori denunciano di essere sottopagati se non sfruttati, negli Usa il settore dell’ospitalità sta cercando di trovare una “soluzione”.
È così che giunge la proposta di rivolgersi al settore tecnologico, affidandosi ai robot. Negli stati Uniti, infatti, alcuni importanti hotel, dal Mandarin Oriental a Boston all’Holiday Inn Express a Redwood City, in California, hanno iniziato a impiegare i robot per fornire servizi agli ospiti solitamente svolti da dipendenti umani.
Una “soluzione” che non convince i sindacati, i quali non trovano divertente l’idea di robot che lavorino in hotel sostituendo il personale. Gli organizzatori temono che il “nascente esercito di automi” - come definito dal New York Post - che attualmente conta almeno 200 automi a livello nazionale, possa crescere e sostituire le persone.
Un problema che potrebbe facilmente estendersi ad altri settori - come in altri Paesi. Di recente il problema posto dai sindacati ha generato divisioni interne in altri settori che si trovano in piena carenza di manodopera a livello nazionale. In questo caso è opportuno approfondire la questione, cercando di capire da dove nasce questa soluzione e perché i robot potrebbero non essere vantaggiosi.
leggi anche
Come maturano ferie e permessi: guida al calcolo
Mancanza di lavoratori stagionali: arrivano i robot
Sostituire il personale stagionale mancante con dei robot. L’idea alletta sempre più hotel americani, ma non solo. La soluzione di adottare dei robot si è diffusa anche nel settore della ristorazione negli Stati Uniti.
Robot che non solo provvedono a fornire servizi alla clientela, ma che diventano essi stessi parte delle attrazioni dell’hotel. Basti immaginare un robot che rifornisca le camere di asciugamani, che ordini da asporto da Uber Eats e che faccia battute sui robot. Una scena che ha del futuristico ma che è quanto mai presente, come le unità robotiche della Relay Robotics di Campbell, in California, dalle dimensioni di R2-D2 di Star Wars, dotati anche di sensori che prevengono gli incidenti con gli ospiti e i carrelli delle pulizie.
L’opzione di adottare dei robot è diventata quanto mai concreta a causa della grave crisi di manodopera che gli hotel stanno affrontando, mentre la pandemia svanisce e il turismo riprende a pieno regime. Secondo l’American Hotel & Lodging Association il settore dell’ospitalità ha perso 1,3 milioni di posti di lavoro negli ultimi due anni, circa il 49% degli albergatori afferma che le loro proprietà sono “gravemente a corto di personale”,
“Stiamo operando in questo momento con il 40% in meno di capitale umano rispetto a prima della pandemia”. Sono queste le parole di Vaughn Davis, direttore generale dell’hotel Dream Hollywood di Los Angeles, che ha aggiunto due robot Relay - Alfred e Geoffrey - per compensare la carenza. Il Dream Hotel Group, che ha 30 proprietà in tutto il mondo, ha in programma di affidarsi alla robotica per i suoi futuri hotel, benché anche gli automi abbiano una spesa non indifferente. Il noleggio dei robot di Relay costa circa 2.000 dollari al mese.
leggi anche
Reddito di cittadinanza, rischia il carcere chi lavora in nero: l’annuncio della Cassazione
Mancanza di lavoratori stagionali: i robot non sono la soluzione, ma parte del problema
Adoperare dei robot per risolvere il problema della mancanza di lavoratori stagionali non è in realtà la soluzione. L’automazione è spesso indicata come un’innovazione promettente per ridurre i costi del lavoro nel settore dell’ospitalità, ma come ha ricordato Rich Maroko, capo del Consiglio commerciale di New York, chiunque comprenda il lavoro di un addetto alla sala è consapevole che “nessun robot o tecnologia potrebbe sostituire un essere umano”.
Come accade nel settore della ristorazione italiano, il settore dell’ospitalità negli Stati Uniti si appella alla retorica dei giovani lavoratori che “non vogliono più lavorare”. In risposta giunge la frase concisa e tagliente di D. Taylor, presidente del sindacato Unite Here, che rappresenta oltre 300mila lavoratori nel settore: “basta pagare di più”.
I robot quindi non sono la soluzione ma parte manifesta di un problema strutturale. Se in più Paesi numerosi settori, specialmente quelli turistici, devono affrontare la mancanza di manodopera, probabilmente un problema esiste e non è la mancata volontà di voler lavorare quanto un problema di retribuzione. La pandemia, la crisi climatica e la guerra in ucraina stanno causando l’aumento delle spese che non possono essere sostenute se i salari rimangono quelli precedenti a tale situazione,
Sostituire il personale mancante con i robot non è la soluzione ma è sintomo di una mancata riflessione sul perché manchi il personale e trovare una soluzione efficace, come suggerita da D.Taylor: aumentare gli stipendi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA