Quattro chiacchiere con Don Alberto Ravagnani per scoprire come nonostante tutte le difficoltà è possibile credere ancora.
In questa intervista con Don Alberto Ravagnani abbiamo parlato di fede e del suo percorso da sacerdote, arrivando anche al l’approdo nel mondo dei social. Secondo Don Alberto il Vangelo è una lettura consigliata a tutti, perché permette di accrescere la cultura del singolo.
Spesso per paura di ‘perdere’ l’attenzione dei ragazzi i professori di religione non leggono il Vangelo in classe e questo è un grave errore, perché bisogna sfruttare la libertà di insegnamento che si ha per accrescere la cultura dei ragazzi.
In questa società le persone sono sempre alla ricerca di un pensiero unico e ogni opinione diversa dal pensiero dominante viene scartata. Secondo Don Alberto spesso la libertà dell’altro viene messa al muro, e la Chiesa all’interno di questo panorama cerca di fare il suo, a volte riuscendoci e altre volte no.
Davanti alla guerra e alla vita, la fede è una luce che lo orienta ogni giorno ed è il dono più grande che lui abbia mai ricevuto. Ci spiega anche che nella sua visione, la fede non fa vivere meglio e non pone automaticamente dalla parte della verità, bensì conferisce un’identità e fa comprendere da che parte stare.
Ci racconta che il suo ultimo libro “La tua vita e la mia” è un libro autobiografico dove ha cercato di comunicare nel modo più profondo che conosceva, la scrittura, una storia d’amicizia tra alcuni ragazzi.
«C’è sempre meno spazio per i grandi ideali», spiega Don Alberto, i giovani sono sempre meno attenti al prossimo ed è necessario riscoprire il bene comune, lui stesso sta cercando di creare un legame di fraternità tra diverse zone d’Italia e sta ricercando un modo diverso di vivere il mondo, così da poter evitare di piegarsi troppo alle logiche dominanti.
Bisogna costruire un pensiero proprio e affrontare le sfide tramite l’amicizia e la socialità. Nella visione di Don Alberto la Chiesa è sempre stata molto trasgressiva. La vocazione non è solo frutto di un nostro sforzo ma è anche una conseguenza. “Quando il mondo ci interpella bisogna dare delle risposte, e noi esistiamo solo in relazione con Dio e con gli altri” sostiene Don Alberto. Dobbiamo dunque cominciare ad occuparci anche delle grandi domande che il mondo ci pone.
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