Dai metalli preziosi al petrolio. Dal natural gas alle soft commodites. Analizziamo l’andamento della materie prime durante quest’anno colpito dalle difficoltà economico-sanitarie.
Il 2020 è stato un anno caratterizzato dall’arrivo della crisi sanitaria di Covid19 e segnato profondamente dagli effetti negativi della pandemia. Ogni asset finanziario ha reagito diversamente a seconda della tipologia e categoria di rischio. Il “bene rifugio” per eccellenza nella tradizione economica, ovvero l’oro, ha dimostrato la sua resilienza all’inizio della crisi per poi restare vittima delle vendite dovute alle prese di beneficio e alla rotazione dei portafogli. Il petrolio è stato fortemente penalizzato dall’incidenza del coronavirus sull’economia e l’industria, mentre alcuni metalli hanno brillato come il Copper, che ha realizzato un anno all’insegna della crescita. Infine tra le soft commodities, in particolare per il Corn e la Soybean, il 2020 è stato particolarmente positivo.
I metalli preziosi: Oro e Argento
Tra le performance migliori nell’ambito dei metalli preziosi si evidenzia l’oro con un guadagno nel 2020 del +24,13%. All’arrivo del Covid19 nel Vecchio Continente alla metà di febbraio, il lingotto ha iniziato una breve salita, che poi si è spenta con il ritracciamento del 9 marzo 2020 portando alla perdita di quasi il 14% sul minimo del 16 marzo 2020 a quota 1.452,29$.
Da quel livello il metallo prezioso è poi ripartito in rally mostrando la forza di “bene rifugio” che lo ha sempre distinto nella storia. Dopo aver superato i 2.000$ ha infine corretto la tendenza di fondo concludendo l’anno in un trend ribassista nonostante la performance annuale positiva.
L’argento ha performato meglio rispetto all’oro e ha chiuso il 2020 con un guadagno del +47,70%. La forza relativa del silver rispetto al parente più nobile è stata decisamente più alta, come dimostrato anche dal gold/silver ratio in forte calo dal 19 marzo in avanti.
Nonostante l’argento venga utilizzato prevalentemente a scopo industriale e quindi la crisi non lo abbia favorito, il movimento del prezzo si è dimostrato più vigoroso e accompagnato da una volatilità più alta rispetto al lingotto.
Il Petrolio: Wti e Brent
Il petrolio, in entrambe le declinazioni, Wti e Brent, ha mostrato tutta la sua debolezza durante la crisi sanitaria da Covid19. All’inizio dell’anno, quando è partita l’inversione di tendenza del Wti sull’area di prezzo dei 73$, il barile ha perso oltre l’87% fino minimi del 21 aprile 2020.
L’oro nero ha subito un vero e proprio shock con la pandemia soprattutto durante la prima ondata quando il lockdown ha paralizzato le attività aziendali. Il calo del traffico e dei trasporti e la flessione dell’economia, con conseguente aumento delle scorte e scarsità di domanda, ha condotto gli scambi del Wti sui minimi in zona 9,23$. Da quell’area infine la quotazione si è ripresa chiudendo il 2020 a quota 48,52$ con una performance del -21,20%.
Altre materie prime sotto la lente
Tra i grandi crolli energetici da segnalare invece la perdita del 32,50% subita dal Natural Gas nel corso del 2020. Il prezzo della materia prima è in discesa dal 2008 quando valeva intorno ai 23,20 punti. Un trend negativo che ha condotto il prezzo fino ai 2,539 registrato il 31 dicembre 2020. La quotazione non sembra reagire e il trend appare tecnicamente condannato a scendere ancora su nuovi minimi storici.
Nei metalli sotto la lente nel 2020 la performance del Copper con un rialzo del 23,70%. Il rame, dopo una flessione durante l’apice della pandemia, si è ripreso sui minimi a quota 2,02 ed è ripartito con un trend di crescita per il resto dell’anno concluso in zona 3,5190 punti.
Tra le soft commodities invece si evidenzia la propulsiva salita del Corn e della Soybean.
Il Corn ha registrato un +15,13% durante il 2020, violando a rialzo la trendline dinamica ribassista di lungo periodo partita nell’agosto del 2012. Il prezzo ha avviato il rally il 12 agosto 2020, dalla base di consolidamento a quota 328, e ha chiuso l’anno in area 484 punti con un rialzo dal minimo del 47,60%.
La Soybean ha mostrato un andamento speculare al Corn durante il 2020, rompendo in salita la resistenza dinamica short di lungo periodo avviata a settembre 2012. Anche per questa materia prima l’anno è stato particolarmente favorevole e concluso a quota 1.311 punti con una performance del +33,25%.
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