Fare regali di Natale è economicamente inefficiente? La teoria economica sulla scelta razionale del consumatore è superata. Meglio evitare di mettere assegni o banconote.
Esistono prodotti di risparmio ideali come regali di Natale per i bambini e adulti che permettono di capitalizzare grazie a rendimenti garantiti e all’ottica di lungo termine. Tuttavia, c’è chi sconsiglia di mettere soldi – sotto forma di assegni, banconote o investimenti – sotto l’albero di Natale. Ma perché?
Negli anni ’90, un giovane professore assistente alla Yale University, Joel Waldfogel, ha suscitato dibattiti anche tra gli economisti più esperti. Affascinato dalla teoria economica sulla scelta razionale del consumatore, criticava la tradizione natalizia di regalare beni senza conoscere appieno le preferenze del destinatario. Secondo il suo ragionamento, spendere 50€ (sì, l’euro non esisteva ancora, è solo un esempio) per un regalo a una persona cara potrebbe risultare inefficiente: il destinatario, con quella cifra, potrebbe preferire acquistare qualcosa di diverso.
Per dimostrare la sua teoria, Waldfogel chiese agli studenti di microeconomia di stimare il prezzo dei regali ricevuti e quanto sarebbero stati disposti a pagare per quegli stessi oggetti. Un esempio emerso: una felpa trovata sotto l’albero, dal valore di mercato di 50€, veniva valutata solo 43€ da uno studente. Questo divario di circa il 20% tra costo e valore percepito è stato da lui esteso al fatturato natalizio globale del 1992, stimando una perdita netta di miliardi di dollari per inefficienza.
La soluzione proposta? Regalare denaro anziché beni. Secondo il professore, una banconota da 50€ eviterebbe gli sprechi legati a un regalo indesiderato.
Perché Waldfogel aveva torto?
Il ragionamento di Waldfogel, sebbene interessante, presenta limiti evidenti. Se fosse corretto, oggi assisteremmo a una perdita di ricchezza ancora maggiore, dato che la spesa per i regali natalizi è cresciuta esponenzialmente. Negli Stati Uniti, ad esempio, il budget familiare destinato ai regali è aumentato di quasi il 40% negli ultimi trent’anni.
Nonostante questa crescita, le critiche alla tradizione dei regali non trovano grande consenso. François Lévêque, professore di economia francese, sottolinea come il valore di un regalo non sia riducibile al suo valore monetario. Lévêque evidenzia inoltre che i regali hanno un’importante funzione sociale, basata sulla reciprocità e sulla condivisione di emozioni. Regalare denaro, invece, rischia di ridurre il gesto a una transazione puramente economica.
Il valore emotivo dei regali
Immagina di donare al tuo partner una busta con 50€ anziché un regalo ben confezionato: la reazione difficilmente sarebbe positiva. I regali di Natale, infatti, sono spesso scambi reciproci e carichi di significato. Pensiamo a uno scenario in cui marito e moglie si scambiano buste con somme identiche: il gesto risulterebbe privo di emozione e potrebbe diventare persino fonte di imbarazzo se uno dei due regalasse una somma inferiore.
Un sondaggio condotto su quasi cinquanta economisti di prestigiose università come Harvard, Stanford e il MIT ha mostrato che la maggior parte di loro non condivide la tesi di Waldfogel. Persino sette premi Nobel per l’economia si sono dichiarati contrari all’idea che offrire denaro sia più efficiente di regalare beni.
L’evoluzione del concetto di utilità
Waldfogel fondava la sua teoria sull’idea di un consumatore perfettamente razionale, capace di scegliere ciò che massimizza la propria utilità. Tuttavia, questa visione è stata superata dall’economia comportamentale, che evidenzia il ruolo delle emozioni, delle relazioni sociali e della psicologia nelle decisioni di consumo.
Ad esempio, studi sull’interazione sociale mostrano che i doni inattesi o beni poco conosciuti possono offrire piaceri inaspettati, battendo le stesse preferenze dichiarate dal consumatore. In questo senso, il valore di un regalo risiede anche nella scoperta e nell’emozione, elementi che il denaro non può garantire.
Sebbene il ragionamento di Waldfogel abbia suscitato interesse, è evidente che il valore di un regalo non si misura solo in termini economici. Regalare un bene o un’esperienza significa condividere un’emozione, creare ricordi e rafforzare legami. Il denaro, pur utile, non può sostituire questo aspetto umano e relazionale, che rimane il vero cuore della tradizione natalizia.
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