Meloni va a Pechino. Cosa c’è da sapere sui legami Italia-Cina in 4 grafici

Violetta Silvestri

27/07/2024

Giorgia Meloni è in Cina: qual è la missione dell’Italia? La posta in gioco è politica ed economica. Quanto vale il legame commerciale tra Roma e Pechino? 4 grafici per chiarire il contesto.

Meloni va a Pechino. Cosa c’è da sapere sui legami Italia-Cina in 4 grafici

Giorgia Meloni è volata in Cina per una visita strategica in questo contesto geopolitico così complesso e conflittuale, soprattutto nei rapporti tra Occidente e il dragone.

La presidente del Consiglio sarà in missione nella potenza asiatica fino al 31 luglio, nel suo primo viaggio nel Paese da quando ha assunto l’incarico, con l’obiettivo di migliorare gli scambi commerciali con un partner che - nonostante tutti gli attriti politici a livello internazionale - resta cruciale.

Meloni dovrebbe incontrare il presidente cinese Xi Jinping e il premier Li Qiang. Tra le aziende invitate al Business Forum Italia-Cina che si terrà a Pechino domenica e lunedì si contano importanti nomi del panorama industriale nazionale come il produttore di pneumatici italiano Pirelli, il gruppo energetico ENI, il gruppo della difesa Leonardo, produttori di vino e diversi gruppi italiani della moda di lusso, tra cui Dolce & Gabbana.

L’incontro si colloca in un panorama internazionale molto complicato. Nel 2019, l’Italia diventò l’unico Paese del G7 ad aderire al progetto commerciale e infrastrutturale cinese noto come Belt and Road Initiative (BRI) per poi ritirarsi l’anno scorso sotto la pressione degli Stati Uniti per le preoccupazioni sul ruolo economico di Pechino.

Il governo Meloni affermò in quel contesto che l’accordo non aveva portato alcun beneficio all’Italia, il cui commercio annuale con la Cina, pari a 73,9 miliardi di euro secondo gli ultimi dati, è fortemente sbilanciato verso Pechino.

La posta in gioco è alta. Mentre l’Europa ha inasprito i dazi sulle auto elettriche cinesi, alimentando un conflitto commerciale diffuso, Giorgia Meloni dovrà rafforzare lo strumento del dialogo e della cooperazione.

Nonostante la determinazione a combattere contro la sleale concorrenza cinese, i mercati di entrambi i Paesi hanno ancora bisogno l’uno dell’altro. Le relazioni commerciali tra Italia ed Europa con la Cina possono essere sintetizzate in 4 grafici. Quanto sono rilevanti per il sistema economico dell’Unione e nazionale? Alcuni numeri offrono la risposta.

Italia-Cina: il legame spiegato in 4 grafici

Non c’è dubbio che la Cina abbia conquistato un posto non marginale nei rapporti commerciali con l’Italia.
Rispetto a quando la potenza asiatica è entrata nell’Organizzazione mondiale del commercio a fine 2001, l’import/export tra Roma e Pechino è balzato e secondo i dati della primavera 2024 è più che sestuplicato.

Il mercato cinese è diventato cruciale non sono per l’Italia, ma anche per le altre grandi economie europee. “Se mediamente Italia e Francia esportano verso la Cina circa €1,5-2 miliardi di beni ogni mese, il dato per la Germania è di circa €8-9 miliardi”, ha sottolineato unaaa nota degli esperti Ispi.

Nel dettaglio italiano, l’analisi ha messo in evidenza innanzitutto che sono soprattutto macchinari ed elettronica i settori maggiormente interessati all’import dell’Italia dalla Cina, come mostrato nel grafico:

Import cinese dall'Italia Import cinese dall’Italia i settori più rilevanti

Cosa esporta l’Italia verso il dragone? Negli anni sono emersi alcuni cambiamenti in questa direzione del commercio. Nel 2023, il nostro Paese ha inviato soprattutto beni dei settori tessile, farmaceutico e biomedicale. Il grafico Ispi è esplicativo:

Import cinese dall'Italia Import cinese dall’Italia i settori più rilevanti

Sul fronte investimenti, la tendenza ormai palese è di un declino dei flussi cinesi in Italia. Se, infatti, nel 2016 gli investimenti dalla Cina diretti nel nostro Paese valevano oltre 40 miliardi di euro, nel 2023 hanno toccato il valore di circa 10 miliardi di euro.

In sostanza, come chiarito nel terzo grafico, la Cina non risulta più tra i primi dieci Stati investitori in Italia:

Investimenti esteri in Italia Investimenti esteri in Italia Dov'è la Cina?

Infine, è interessante focalizzarsi su un dato che riguarda tutta l’Ue, non solo l’Italia: il commercio delle auto. Il settore automotive è quello maggiormente coinvolto nella cosiddetta guerra commerciale tra Europa e Cina.

Import/export auto Import/export auto Cina-Europa

“Storicamente, infatti, l’equilibrio commerciale si è retto sull’importazione europea di numerosi prodotti, compensata però dall’export di auto in quello che è ormai il primo mercato al mondo. Quel mercato è oggi però saturo e il flusso del commercio di autoveicoli si sta invertendo, con la Cina che esporta sempre più auto, soprattutto elettriche, hanno notato gli analisti Ispi.

È questo il primo campo di battaglia economica tra Europa e dragone, che coinvolge anche le industrie storiche delle auto in Italia e in altri Paesi, come la Germania.

Cina-Italia: qual è la posta in gioco?

La posta in gioco dell’incontro tra Cina e Italia non è solo economica. Meloni dovrà bilanciare la necessità di continuare a cooperare con la posizione più dura dell’Ue sul commercio nei confronti di Pechino, così come le tensioni sul sostegno di Xi alla macchina da guerra del presidente russo Vladimir Putin.

“Sappiamo tutti che c’è divergenza tra Ue e Nato e Cina su molti dossier”, ha commentato Giangiacomo Calovini, membro del parlamento per il partito di Meloni nella commissione Affari esteri. “Ma in momenti di alta tensione geopolitica come questo, è meglio avere più dialogo che meno”.

L’Ue ha inasprito la sua posizione nei confronti della Cina, a volte su sollecitazione del presidente Joe Biden, che ha esortato i partner americani a opporsi alla sovracapacità cinese e a tagliare fuori Pechino dai chip ad alta tecnologia. Con Donald Trump ora in testa nei sondaggi alle elezioni statunitensi, l’Ue dovrà decidere come allinearsi tra le due maggiori economie del mondo.

Mentre il candidato repubblicano minaccia tariffe del 60% su tutti i beni cinesi se torna alla Casa Bianca, sta anche pianificando una potenziale serie di azioni contro l’Ue, che potrebbero includere una tariffa minima del 10%. Ciò offre ai leader cinesi un’opportunità per ripristinare l’Europa come cuscinetto tra Pechino e Washington, mentre l’Ue cerca di evitare l’escalation delle tensioni commerciali su due fronti.

“L’Europa teme che un Trump 2.0 significhi che l’Ue perderà ulteriormente il suo vantaggio competitivo e posti di lavoro”, ha affermato Wang Yiwei, professore di relazioni internazionali alla Renmin University di Pechino. Le relazioni commerciali Ue-Cina potrebbero diventare più complicate. Anche per l’Italia.

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