Meloni e Zelensky, intesa perfetta: altre armi in Ucraina con l’ok della futura premier

Alessandro Cipolla

5 Ottobre 2022 - 08:27

L’Italia è pronta ad approvare il quinto invio di armi all’Ucraina: prima c’è stata una telefonata Meloni-Zelensky con la futura premier che ha confermato il pieno sostegno a Kiev.

Meloni e Zelensky, intesa perfetta: altre armi in Ucraina con l’ok della futura premier

Giorgia Meloni sull’Ucraina è pronta a seguire la via tracciata da Mario Draghi, con il presidente del Consiglio in pectore che, stando a quanto riferisce l’Ansa, avrebbe dato il disco verde al quinto pacchetto di invio di armi da parte dell’Italia a Kiev.

Nelle stesse ore c’è stato un colloquio telefonico proprio tra Giorgia Meloni e Volodymyr Zelensky, con il presidente ucraino che avrebbe invitato la leader di Fratelli d’Italia a recarsi il prima possibile a Kiev.

Colloquio telefonico tra il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky - si legge in una nota di FdI - Nel corso della conversazione, Zelensky si è congratulato con Meloni per la vittoria di Fratelli d’Italia alle elezioni politiche e si è detto certo di poter contare su una proficua collaborazione con il prossimo Governo italiano”.

Meloni poi ha voluto confermare il suo “pieno sostegno alla causa della libertà del popolo ucraino”. Nonostante il cambio di governo, con Palazzo Chigi che accoglierà l’unica leader di opposizione del precedente esecutivo, la linea del nostro Paese in merito alla guerra in Ucraina appare essere destinata a non cambiare.

Ma non è tutto. Zelensky ha ringraziato l’Italia anche per il nuovo decreto sull’invio delle armi che nella giornata di ieri è stato illustrato dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini al Copasir. che a sua volta ha riscontrato l’aderenza del testo “alle indicazioni e agli indirizzi dettati dal Parlamento”.

Altre armi all’Ucraina: c’è l’ok di Meloni

Con l’avallo di Giorgia Meloni, il governo Draghi arrivato agli sgoccioli del suo mandato e da settimane in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, si appresta ad approvare nei prossimi giorni il quinto decreto interministeriale sulla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina.

Prima del via libera però c’è stato il passaggio obbligatorio al Copasir, ma il contenuto del testo così come dell’audizione è sempre rigorosamente top secret. Quali armi l’Italia manderà all’Ucraina al momento non è dato sapersi.

Sempre secondo l’Ansa però si potrebbe trattare di una fornitura di “missili controcarro, sistemi di difesa aerea Stinger, mortai, mitragliatrici pesanti e leggere, munizionamento di artiglieria, cingolati per trasporto truppe, veicoli Lince con blindatura antimine, sistemi di comunicazione, dispositivi di protezione individuale, razioni k”.

Con la guerra in Ucraina che appare essere destinata a durare ancora a lungo, l’avvento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi non dovrebbe portare a grossi scostamenti per quanto riguarda la nostra politica estera, con anche Matteo Salvini che ultimamente ha smussato le sue posizioni in merito all’invio di armi a Kiev.

La notizia del quinto pacchetto di aiuti militari destinati all’Ucraina non è passata inosservata a Mosca, con l’ambasciata russa a Roma che sui social ha commentato con un emblematico “le forniture di armi all’Ucraina non aiutano a risolvere il problema del caro-bollette”.

Proprio in merito al gas, nelle ultime ore è circolata la notizia che Giorgia Meloni potrebbe giurare dopo il 20 ottobre, con Mario Draghi che di conseguenza rappresenterà per l’ultima volta l’Italia in occasione del delicatissimo Consiglio europeo in programma sulla questione energetica.

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