Meno tasse a chi ha più figli, ecco come potrebbe cambiare l’Irpef

Patrizia Del Pidio

12 Settembre 2024 - 09:58

Pagare l’Irpef in base al numero di figli è una delle proposte che sono state avanzate per le revisione della tassazione del reddito. Vediamo di cosa si tratta e che benefici porterebbe.

Meno tasse a chi ha più figli, ecco come potrebbe cambiare l’Irpef

Pagherà meno tasse chi ha più figli, questa è l’idea di revisione dell’Irpef che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti vorrebbe realizzare (e che aveva proposto già lo scorso anno) e inserire nella Legge di Bilancio 2025.

L’Irpef è una imposta progressiva che aumenta all’aumentare del reddito, ma con la proposta avanzata la differenza di tassazione non sarebbe più determinata soltanto dalla ricchezza di ognuno, ma anche dalla prole. Le coppie single pagherebbero di più rispetto a quelle con figli, anche a parità di reddito (ma se ci si pensa, in parte è già così visto che per i figli si può contare su detrazioni e assegno unico).

Lo scorso anno Giorgetti aveva ipotizzato di azzerare le tasse a chi aveva più di due figli prevedendo detrazioni crescenti in base al numero di figli che avrebbero potuto arrivare anche a 10.000 euro in presenza di nuclei molto numerosi. Un’idea che sicuramente avrebbe potuto incentivare la natalità in Italia e che, idealmente potrebbe essere considerata perfettamente equa. Il problema restano le coperture finanziarie che, nella maggior parte dei casi, impediscono di realizzare le proposte più interessanti.

Come abbassare le tasse a chi ha più figli?

Traslare questa tipologia di proposta alle possibilità offerte dai conti pubblici odierni non è facile. La soluzione si potrebbe trovare introducendo una sorta di quoziente familiare per le detrazioni di imposta che porti il beneficio fiscale a salire in presenza di più figli e ad azzerarsi per chi non ne ha.

Giorgetti parla del riconoscimento di un valore sociale per chi ha figli, ma un anno fa, sempre in sede di Legge di Bilancio, non è riuscito a convincere la maggioranza a scommettere su questo meccanismo e le risorse che erano, allora, a disposizione furono tutte investite per il taglio al cuneo fiscale. Per incentivare la natalità, invece, fu introdotto il bonus mamme in busta paga.

Le detrazioni in base ai figli

L’idea di Giorgetti era molto più vasta delle misure messe in campo e poteva costare fino a sei miliardi di euro. Le detrazioni previste lo scorso anno nella proposta erano di:

  • 2.500 euro per il primo figlio;
  • 5.000 euro per figlio a partire dal secondo (con 2 figli, quindi, 7.500 euro di detrazioni);
  • 10.000 euro per figlio a partire dal terzo.

Appare chiaro che un intervento del genere sia praticamente impossibile in questo momento, soprattutto considerando che è già previsto un taglio dell’Irpef per il ceto medio che potrebbe costare oltre 4 miliardi di euro. Di fronte a questo intervento, fortemente voluto, per le nascite si potrà fare ben poco se non rinnovare il bonus mamma in busta paga estendendolo anche alle lavoratrici autonome, ma spazio per un taglio delle tasse in base al numero di figli ancora non ce n’è. E forse anche quest’anno, la proposta dovrà essere rimandata.

Da non perdere su Money.it

Iscriviti a Money.it