Meno tasse se guadagni più di €28.000 l’anno. Grandi novità per il 2025

Patrizia Del Pidio

02/10/2024

Il Governo vuole tagliare le tasse del ceto medio e le ipotesi avanzate sono diverse. Quanto si risparmierebbe con questa modifica all’Irpef?

Meno tasse se guadagni più di €28.000 l’anno. Grandi novità per il 2025

Potrebbero esserci meno tasse nel 2025 per chi guadagna più di 28.000 euro. Si tratta di una delle novità in discussione proprio in questi giorni che potrebbe essere inserita nella Legge di Bilancio 2025. Già dall’inizio del 2024 il ministro dell’Economia aveva annunciato che il prossimo taglio dell’Irpef sarebbe stato in favore del ceto medio per ridurre la pressione fiscale che grava su ha redditi non proprio bassi.

A distanza di mesi, poi, le stesse intenzioni sono state ribadite anche dal viceministro all’Economia, Maurizio Leo: la strada da percorrere nella prosecuzione della riforma fiscale è quella che porta a intervenire in favore del ceto medio. Si tratta di un percorso che proseguirebbe quello iniziato lo scorso anno quando da quattro aliquote e scaglioni si è passati a tre accorpando il primo e secondo scaglione di reddito per andare a tutelare le fasce più deboli della popolazione. L’intervento a cui si mira nel 2025, invece, riguardano una riduzione del peso dell’Irpef per gli scaglioni successivi al primo.

Meno tasse se guadagni più di 28.000 euro

Tra le ipotesi avanzate nelle ultime settimane trova spazio una riduzione del secondo scaglione di reddito, quello che si riferisce a chi guadagna tra 28.000 e 50.000 euro. Per queste tipologie di reddito oggi è prevista un’aliquota al 35%.

L’ipotesi vorrebbe che questa aliquota sia abbassata di due punti percentuali portandola dal 35% al 33%. Allo stesso tempo, però, si sta parlando anche di un intervento che possa ampliare l’attuale secondo scaglione di reddito (da 28.000 a 50.000 euro) fino ai 60.000 euro. In questo modo sarebbe sottoposto a tassazione del 43% solo chi guadagna oltre 60.000 euro.

Appare chiaro che le risorse limitate che sono state messe a disposizione per la manovra di fine anno (la maggior parte delle quali serviranno a confermare l’Irpef a tre aliquote e il taglio del cuneo fiscale), non permetteranno di intervenire sia sull’aliquota che sullo scaglione ampliandolo (in verità non è certo neanche che permettano un intervento sull’Irpef del ceto medio).

Quando risparmierebbe sulle tasse chi oggi ha redditi tra i 28.000 euro i 50.000 euro?

Applicando su 50.000 euro di reddito l’aliquota del 33% e del 35% si può fare una stima della sforbiciata sulle tasse se si riducesse l’aliquota.

Sui primi 28.000 euro le imposte da pagare sarebbero sempre al 23%, pari a 6.440 euro. Sui successivi 22.000 euro sarebbero pari a:

  • 7.700 euro con aliquota del 35%;
  • 7.260 euro con aliquota del 33%.

Il risparmio di imposta su base annua per chi guadagna 50.000 euro sarebbe di 440 euro l’anno (risparmio di cui, senza un intervento, beneficerebbero anche i redditi oltre i 50.000 euro).

Si tratta, in ogni caso di una cifra che, poi, scenderebbe al calare del reddito:

  • con 29.000 euro di reddito il risparmio sarebbe di 20 euro;
  • con 30.000 euro di reddito il risparmio sarebbe di 40 euro;
  • con 31.000 euro di reddito si avrebbe un risparmio di 60 euro;
  • con 40.000 euro di reddito si avrebbe un risparmio di 240 euro.

Da ricordare, che per ora, siamo sempre nel campo delle ipotesi e che nulla è stato ufficialmente annunciato come certo per il 2025.

Taglio tasse solo per chi guadagna oltre 50.000 euro

L’intervento dello scorso anno ha portato all’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito sotto un’unica aliquota, quella del 23%. L’intervento di quest’anno, invece, potrebbe essere mirato a chi guadagna oltre 50.000 euro e non ha beneficiato della sforbiciata dello scorso anno (a causa dell’inserimento della franchigia di 260 euro sulle detrazioni che ha annullato il risparmio sull’Irpef).

Intervenire sull’aliquota al 43% per limitare la tassazione dell’ultimo scaglione sembra molto inverosimile, visto che l’intervento richiederebbe molte risorse che, oggi, non ci sono.

L’obiettivo, quindi, è quello di intervenire soprattutto a favore di chi ha redditi compresi tra 50.000 e 60.000 euro, anche se primariamente è intenzione del Governo destinare le risorse ai redditi più bassi. Agire sui redditi del ceto medio (che non rientra in quello ricco) potrebbe, secondo quanto fatto trapelare, essere non solo un intervento dettato da ragioni di equità fiscale ma anche di ordine economico per gli effetti che il taglio delle tasse potrebbe avere sulla domanda interna.

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