Mentire sull’età non è una leggerezza, può avere gravi conseguenze. Ecco quando è un reato e cosa si rischia a seconda dei casi.
Mentire non è un comportamento corretto dal punto di vista morale nella nostra società, ma in alcuni casi porta a conseguenze legalmente rilevanti. Ci sono molte ipotesi in cui una menzogna, talvolta anche quando apparentemente innocua, integra un reato. Tutto dipende dalle circostanze sulle cui viene detta la bugia, a chi e per quale motivo. Tra le innumerevoli situazioni di questo genere, mentire sull’età è senza dubbio quella più comune.
Proprio la facilità con cui tante persone mentono sulla propria età, spesso nemmeno per commettere azioni illecite ma per motivi più futili, rischia di rivelarsi pericolosa, non soltanto per chi dichiara il falso ma a volte anche per altre persone coinvolte. È il caso delle tutele per i minorenni, riguardanti l’età del consenso o la vendita di alcolici, fattori che l’altra persona è chiamata a verificare, senza essere scusata dalla bugia del minore.
Ovviamente quando la menzogna è espressamente finalizzata ad aggirare la legge o ottenere vantaggi di qualche genere che altrimenti non spetterebbero la responsabilità legale è più intuitiva. Affrontiamo quindi una sintesi dei reati più rilevanti che si associano alle bugie sull’età anagrafica o sulla data di nascita e cosa si rischia a seconda dei casi.
Atti pubblici e pubblici ufficiali
Dichiarare il falso in un atto pubblico o a un pubblico ufficiale è sempre un reato quando la menzogna riguarda elementi determinanti per la determinazione dell’identità della persona. L’età anagrafica, o comunque la data di nascita, rientra senza dubbio fra le caratteristiche necessarie all’identificazione. Il reato è punito con la reclusione da 1 a 6 anni, che non può essere inferiore a 2 anni quando è commesso in atti di stato civile o all’autorità giudiziaria.
Per concentrarci sulle ipotesi più frequenti, è bene sapere che la legge annovera nelle false dichiarazioni penalmente rilevanti anche quelle rese a funzionari amministrativi, caratterizzati dall’esercizio di una funzione per conto dell’amministrazione e indispensabile per la stessa. Ecco che dichiarare una falsa età all’insegnante è reato, se destinata a un atto pubblico, come anche a un poliziotto o a un carabiniere che richiede l’identificazione.
In tal proposito, non bisogna dimenticare che per la legge la responsabilità penale delle proprie azioni non inizia con la maggiore età, bensì dai 14 anni. Per esempio, fingere la maggiore età per giustificare l’acquisto di alcolici da minorenni - impedendo l’identificazione agli agenti di polizia - costituisce un reato, quando paradossalmente il solo acquisto non lo sarebbe stato.
Mentire a pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio
Oltre al reato precedentemente richiamato, ve n’è uno molto simile ma punito in modo leggermente meno severo. Anche in questo caso l’elemento caratterizzante del reato è la falsa dichiarazione resa a un pubblico ufficiale o a un incaricato di pubblico servizio riguardante l’identità o qualità personali proprie o altrui.
La differenza importante rispetto al precedente reato è che in questo caso è sufficiente la dichiarazione per integrare la condotta penalmente rilevante, anche quando non sarà inserita in alcun atto pubblico ma in un documento destinato al pubblico ufficiale. L’estensione agli incaricati di pubblico servizio comporta il reato anche in caso di menzogna detta al controllore dei mezzi pubblici. Il reato, punito con la reclusione da 1 a 5 anni, si configura inoltre anche quando la bugia riguarda l’identità o le qualità personali di un’altra persona.
Età falsa nelle autocertificazioni
Dopo quanto detto si potrebbe pensare che la semplice autodichiarazione di un’età falsa, non destinata quindi a un atto pubblico, non sia rilevante. In realtà, la sola attestazione falsa costa la reclusione fino a 2 anni, se resa a un pubblico ufficiale, a patto che l’attestazione serva proprio a documentare il fatto su cui verte la menzogna, nel caso specifico l’età. È importante ricordare che la legge non pone alcun grado o limite alla bugia. Una data di nascita errata anche soltanto di un giorno, ad esempio per rientrare nella possibilità di candidatura a un concorso pubblico o per ottenere benefici pubblici, è comunque illecita.
leggi anche
È legale mentire alla Polizia?
© RIPRODUZIONE RISERVATA