Dopo 100 giorni di Trump alla Casa Bianca, i mercati sono scioccati. Cosa è successo e cosa aspettarsi la prossima settimana?
Il 30 aprile prossimo saranno 100 i giorni di presidenza Trump: con quale impatto sui mercati? Caotico, potrebbe essere la prima risposta logica osservando quanto accaduto finora.
Gli esperti interpellati da Reuters hanno evidenziato come gli investitori non siano ancora riusciti a capire come ccomportarsi dinanzi alle altalenanti politiche del tycoon, né le banche centrali hanno le idee chiare su come le economie possano davvero essere influenzate dal ciclone dazi.
Dopo 100 giorni di presidenza, Trump deve affrontare una moltitudine di sfide, molte delle quali da lui stesso provocate.
Le tariffe a intermittenza verso Canada, Messico, Cina Europa hanno sconvolto i mercati finanziari, che ancora non hanno modo di valutare concretamente i possibili effetti economici.
Lo scontro verbale pubblico con Volodymyr Zelenskiy ha scioccato gli alleati del presidente ucraino in Europa, che, esclusi dai colloqui di cessate il fuoco con la Russia, si stanno ora riarmando al ritmo più veloce degli ultimi decenni.
Un approccio duro nei confronti di migranti e turisti ha ridotto drasticamente gli arrivi di visitatori negli Stati Uniti. E le frecciatine di Trump sul fatto di fare del Canada il 51° stato americano hanno scatenato una forte reazione anti-americana. Le vecchie alleanze sono andate in frantumi, il sentiment del mercato è ancora fragile e l’incertezza dilaga.
100 giorni di Trump sui mercati
Tante le dinamiche finanziarie innescate dalla politica e dalla retorica della casa Bianca in questi 100 giorni di Trump.
L’indice Dow Jones Industrial Average è stato come su un’altalena. È crollato con l’annuncio dei dazi, ha registrato un’impennata con la notizia di un rinvio di 90 giorni e ha oscillato con le notizie di una guerra commerciale globale in crescita. I mercati hanno subito il peggior crollo dai tempi della pandemia di coronavirus e il mercato obbligazionario è sprofondato nel panico più totale.
L’applicazione così irregolare e spesso confusa dei dazi ha colpito Paesi che vanno dai maggiori partner commerciali degli Stati Uniti, come Canada, Messico e Cina, fino a minuscole isole ghiacciate abitate solo da pinguini. Il risultato: una volatilità del mercato pressoché senza precedenti e un grave danno alla fiducia degli investitori negli asset statunitensi.
leggi anche
Wall Street, maxi taglio al target price dello S&P 500. Trump fa capitolare le previsioni più bullish

L’indice di volatilità CBOE, spesso definito “l’indicatore della paura di Wall Street”, ha superato quota 50, il livello più alto dalla pandemia di COVID-19 di cinque anni fa, segnalando un profondo malessere degli investitori. Da allora è sceso a circa 30, ma è ben al di sopra del suo livello mediano di lungo termine di 17,6, secondo LSEG Datastream.
Uno dei maggiori sconvolgimenti per i mercati da quando Trump è entrato in carica, secondo diverse analisi, è stato il rapido smantellamento della narrativa “dell’eccezionalismo USA”. Per anni, le azioni statunitensi sono state un “must” per i gestori di portafoglio di tutto il mondo, attratti dalle elevate valutazioni di Wall Street e dalle performance vincenti delle Big Tech. Quando il boom dell’intelligenza artificiale ha iniziato a prendere slancio un paio di anni fa, in realtà c’era un solo mercato in città: gli Stati Uniti.
Con il lancio dell’ “America First” di Trump e l’incertezza e la volatilità che ne sono derivate i mercati azionari di tutto il mondo ne hanno risentito, con l’indice S&P 500 tra i più colpiti. Dall’inizio del mandato di Trump, l’indice è sceso di quasi il 10%, con una performance nettamente inferiore a quella di gran parte del resto del mondo.
La velocità con cui il dollaro è crollato è stata impressionante. Il crollo dell’8% rispetto alle altre principali valute mondiali da gennaio è il peggior inizio d’anno dal 1971, quando gli Stati Uniti abbandonarono il Gold Standard.
I rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 anni, che determinano i costi di indebitamento globali e tradizionalmente diminuiscono durante i periodi di turbolenza, quando gli investitori nervosi acquistano i titoli per il loro reddito garantito, hanno visto questo mese il loro maggiore rialzo settimanale in oltre 20 anni.
Non solo. Gran parte del capitale defluito da titoli come i titoli del Tesoro USA è confluito nell’oro, il cui valore tende ad aumentare quando il valore del dollaro diminuisce, poiché diventa meno costoso per gli acquirenti non statunitensi.
Sia il franco svizzero che lo yen hanno registrato un apprezzamento di circa il 9% dall’inizio del secondo mandato di Trump, a causa della crescente preoccupazione per l’impatto dei dazi sull’economia statunitense e per l’indipendenza della Federal Reserve, visti gli attacchi verbali di Trump a Powell, il capo della banca centrale statunitense.
E adesso? Cosa sta per accadere nei mercati dopo i 100 giorni di Trump
Come verranno superati i 100 giorni di Trump alla Casa Bianca? Gli investitori si interrogano e osservano alcune dinamiche fondamentali per la finanza globale.
Apple, Microsoft, Amazon, Meta pubblicheranno i risultati trimestrali la prossima settimana, che comprenderanno anche alcuni importanti indicatori economici. Dopo due anni di enormi guadagni, questi titoli e il resto delle “Magnifiche Sette” società a megacap - Nvidia, Alphabet e Tesla - hanno avuto un inizio difficile nel 2025, con conseguenti ripercussioni sui mercati azionari.
Oltre un quinto dell’indice S&P 500 ha pubblicato i risultati e si prevede che gli utili complessivi siano cresciuti dell’8,4% nel primo trimestre. Tuttavia, dato l’incerto contesto commerciale, l’attenzione è concentrata sulle prospettive aziendali.
I dati sull’occupazione di aprile, pubblicati il 2 maggio, e i dati sull’inflazione pubblicati il giorno prima potrebbero fornire indicazioni sull’andamento dell’economia.
Intanto, riflettori sono tutti puntati sulla coppia Cina-USA. Le tensioni tra Stati Uniti e il dragone sembrano allentarsi un po’, con Pechino che sta valutando alcune esenzioni dai dazi del 125% sulle importazioni dagli Stati Uniti. Ma tutto è molto imprevedibile.
leggi anche
L’oro cade, ma l’argento risorge

Inoltre, i canadesi andranno alle urne e il Primo Ministro Mark Carney vuole un mandato forte per contrastare Trump. Carney ritiene che il suo vicino rappresenti una minaccia enorme a causa dei suoi dazi e delle sue pretese di annessione, quindi la soluzione è ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti e ristrutturare l’economia.
Infine, uno sguardo sull’Europa. Ora che l’euro e i titoli della regione fungono da paradisi fiscali per gli investitori in fuga dalle turbolenze tariffarie degli Stati Uniti, la reazione ai dati chiave della prossima settimana sarà cruciale.
I dati flash sull’inflazione nella zona euro del 2 maggio potrebbero mostrare che la crescita dei prezzi ha continuato a rallentare verso l’obiettivo del 2% della Banca centrale europea e rafforzare la motivazione per ulteriori tagli dei tassi.
Anche l’indice definitivo dei responsabili degli acquisti dell’HCOB per i produttori europei, in uscita lo stesso giorno, potrebbe confermare i diffusi timori secondo cui la fiducia nella filiera produttiva regionale si sta esaurendo.
Tuttavia, pochi analisti si aspettano che dati deboli possano scuotere l’euro. Bank of America ritiene che la prodigalità fiscale della Germania lo manterrà forte, mentre Barclays prevede che la moneta unica rimarrà intorno a 1,15 dollari, a meno che gli shock politici della Casa Bianca non si attenuino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA