La quiete ritrovata dai mercati emergenti interrotta oggi dal Brasile e dal suo real. Cosa sta accadendo?
I mercati emergenti di nuovo nell’occhio del ciclone, questa volta a causa del Brasile.
Negli ultimi giorni le economie hanno tirato un sospiro di sollievo ed hanno in parte «frenato» il crollo osservato nel corso delle ultime settimane.
Una fase di calma momentanea interrotta però dal Brasile e dal tonfo del suo real, che ha bruciato ben oltre il 2% contro il dollaro statunitense, il tutto in pochissime ore di trading.
Mercati emergenti: che succede al Brasile
Le difficoltà incontrate dal Brasile hanno nuovamente rivolto l’attenzione degli osservatori sulle attuali condizioni dei mercati emergenti, dalla Turchia all’Argentina, fino ad arrivare al Sudafrica.
Non soltanto il real, ma anche l’intero mercato azionario brasiliano si è mostrato affaticato nella giornata di ieri, martedì 11 settembre. Entrambi sono risultati i peggiori dell’intero universo emergente.
A determinare la flessione del real brasiliano e dell’azionario in generale è stato un interessante sondaggio politico secondo cui i candidati di estrema destra starebbero guadagnando ampio terreno a discapito dei candidati favoriti dai mercati. Il tutto ad un solo mese dal voto.
Le indicazioni fornite dall’indagine hanno frenato l’andamento dell’indice MSCI delle valute, scivolato dello 0,2%. L’azionario, invece, ha perduto più dell’1%.
Il sentiment degli investitori in Brasile è peggiorato giorno dopo giorno, anche e soprattutto a causa delle elezioni in dirittura d’arrivo. Il clima sempre più drammatico, la tensione culminata in accoltellamenti e arresti, il progressivo apprezzamento del dollaro americano, la riduzione degli stimoli monetari delle banche centrali, le persistenti tensioni commerciali: tutto ha contribuito alla frenata del Brasile e alla nuova ondata di riflessioni sullo stato attuale dei mercati emergenti.
Secondo numerosi analisti, la situazione potrebbe continuare a peggiorare dato l’ormai evidente rischio di contagio reciproco.
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