La possibilità di aderire al fondo sanitario scade il 31 dicembre. Meloni ha quindi solo certificato un pericoloso dato di fatto. In compenso, aprendo alla ratifica dopo quella data, non nega il TPI
La Manovra è passata all’esame della Camera dopo la solita, coreografica maratona notturna pre-natalizia. Ora, qualche giorno in famiglia e il 27 toccherà al Senato assolvere al suo compitino. Medesima modalità, medesime polemiche. L’esercizio provvisorio appare scongiurato. E questa, di per sé, potrebbe apparire una buona notizia. Ma lo è, in realtà?
Stante la messe di emendamenti infilati nella Manovra con modalità a dir poco da sotterfugio e con il favore delle tenebre, forse l’impossibilità di spesa che vada oltre quella corrente sarebbe stata in realtà una salutare dieta ferrea per i nostri conti. Certo, il Paese avrebbe patito. La recessione si sarebbe rivelata più dura, stante l’impossibilità formale di garantire sostegni per mezzo di scostamenti e ricorso al deficit e offrire garanzie statali a pioggia. I servizi offerti ai cittadini, poi, avrebbero subito un colpo mortale. Tagli lineari nel pieno dell’emergenza.
E qui, apparentemente, casca l’asino. Perché al netto di una certa mitomania presenzialista, se Carlo Calenda è arrivato ad affermare pubblicamente quanto segue, [...]
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