Migranti: la nave tedesca Iuventa condotta al porto di Trapani con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione. Ecco il VIDEO che la inchioda.
C’è anche un video tra le tante prove che gli inquirenti di Trapani hanno raccolto contro Iuventa, la nave della Ong tedesca Jugend Rettet che è stata condotta al porto della città siciliana con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione.
Questa è la clamorosa svolta a cui è arrivato il gip di Trapani Emanuele Cerosimo che ha spiegato come, dietro la spregiudicatezza dell’operato della Ong tedesca, ci sia la volontà di salvare più migranti possibile per aumentare così la propria visibilità.
Niente scopo di lucro quindi ma soltanto ricerca di maggiori fondi per portare avanti il proprio operato. Peccato però che il loro operato non terrebbe conto secondo gli inquirenti del non secondario fattore della lotta ai trafficanti di vite umane, con la nave tedesca che si è anche rifiutata di firmare il codice di comportamento per le navi presenti nel Mediterraneo.
Oltre al video che vede la Iuventa salvare migranti non curandosi degli scafisti, gli inquirenti parlano anche di tre episodi in cui la Ong ha fatto salire a bordo immigrati nelle immediatezze delle coste libiche nonostante non fossero in situazione di pericolo.
Il video che inchioda la Iuventa
Dopo il tragico naufragio nel Mediterraneo che costò la vita a 800 migranti, nel 2015 alcuni studenti universitari tedeschi decidono di voler dare una mano concreta, fondando la Ong Jugend Rettet.
Grazie a una campagna di crowdfunding, i giovani riuscirono a mettere assieme 300.000 euro trovando nel vecchio peschereccio Iuventa l’imbarcazione che potesse fare al caso loro. Iniziò così la loro avventura nel Mediterraneo.
Dopo le tante polemiche dei mesi scorsi, si inizia ora a fare un po’ di luce sul ruolo che svolgono le navi Ong nel Mediterraneo. Un video in particolare metterebbe nei guai la Iuventa, con i suoi responsabili ora accusati di favoreggiamento dell’immigrazione.
Ci sarebbero poi anche le testimonianze del medico Stefano Spinelli, che è stato per diverso tempo a bordo della nave, assieme alle prove raccolte da un agente che si è infiltrato. Oltre a questo però si parlerebbe anche di una chat dove verrebbero indicate le posizioni dei migranti da trarre in salvo.
Una nave spregiudicata
Tra le diverse imbarcazione delle Ong operanti nel Mediterraneo, la Iuventa è sempre stata descritta come una delle più spregiudicate. Dalle parole degli inquirenti trapanesi si riesce a capire anche il perché.
Tutta la loro attività di salvataggio si basa sulle donazioni che riescono a ricevere. Più migranti si salvano quindi, maggiore sarà il riscontro mediatico che la Ong può avere aumentando così il flusso delle proprie entrate.
Viene escluso quindi lo scopo di lucro e il rapporto di complicità con i trafficanti di esseri umani. Nonostante questo, il comportamento della nave tedesca se confermato andrebbe contro le leggi vigenti.
La Ong Jugend Rettet si è subito opposta al codice etico stilato dall’Italia nelle scorse settimane, rifiutandosi di firmare in quanto non vorrebbero agenti di polizia armati a bordo della propria imbarcazione.
Ora dopo esser stata fermata a Lampedusa, la Iuventa è stata portata a Trapani dope che già sono stati sequestrati pc, cellulari e altri documenti. La Ong tedesca ha affidato a un post su Twitter la propria difesa.
Per noi il salvataggio di vite umane è e sarà la priorità e ci dispiace non poter operare nella zona di ricerca e salvataggio in questo momento. Non vogliamo fare alcuna ipotesi, per questo stiamo raccogliendo informazioni a tutti i livelli e solo dopo potremmo valutare le accuse. Speriamo di incontrare le autorità italiane prestissimo.
Alla fine la questione di fondo è sempre la stessa: fin dove si possono spingere le Ong nel salvare i migranti? Mettere in salvo più persone possibile è sempre lo scopo primario, ma è anche importante mettere fine a questo traffico di vite umane che sta arricchendo diversi criminali.
L’Europa nella vicenda Juventa si è schierata a fianco dell’Italia, ma Bruxelles dovrà fare molto di più per cercare di intervenire direttamente in Libia nella lotta contro gli scafisti, che al momento continuano a operare e ad arricchirsi indisturbati.
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