Militari italiani in Lettonia: quando partiranno e tutti i motivi che hanno spinto anche l’Italia a partecipare alla missione NATO di rafforzamento dei confini con la Russia.
Militari italiani in Lettonia. La decisione è ormai presa, con il nostro paese che prenderà parte alla vasta operazione decisa dalla NATO.
A ratificare l’intesa sono stati a luglio il ministro della Difesa Roberta Pinotti e l’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, divenuto ora Presidente del Consiglio a seguito della crisi di governo scaturita dopo il Referendum costituzionale del 4 dicembre.
Ma quando partiranno e perché i nostri militari saranno presenti in Lettonia? L’operazione voluta dalla Nato prenderà il via nei prossimi mesi, anche se l’Italia non parteciperà fin da subito alla missione.
Quanto alle motivazioni, la decisione della NATO va letta in un’ottica generale di pressione sulla Russia. Vediamo allora nel dettaglio quali sono le modalità, le tempistiche e i motivi, per cui i nostri militari prenderanno parte alla missione NATO in Lettonia.
Militari italiani in Lettonia, quando partiranno?
Durante il Vertice di Varsavia dello scorso luglio, la NATO ha preso un’importante decisione. A partire dal 2017 avverrà uno schieramento di quattro battle groups, che verranno dislocate in Polonia, Lettonia, Lituania ed Estonia lungo i confini con la Russia.
Anche l’Italia ha aderito all’accordo, con il nostro paese che invierà 140 militari in Lettonia. La partenza delle nostre truppe non avverrà però nella prima fase della missione, ma solo nel 2018.
Il tutto sarà reso più semplice anche dalla recente approvazione del nuovo regolamento sulle missioni militari, che fa cadere ogni presupposto di incostituzionalità riguardo le operazioni all’estero.
Il contingente italiano sarà dunque abbastanza esiguo, come ha spiegato il ministro della Difesa Roberta Pinotti.
Al vertice di Varsavia l’Italia, come altre nazioni, ha dato la disponibilità di fornire una compagnia con numeri non molto consistenti all’interno di una organizzazione che prevede il coinvolgimento di moltissime nazioni della Nato.
Nel complesso della missione NATO nelle zone baltiche, saranno a rotazione circa 4.000 gli uomini impegnati in ogni scaglione. Alla guida delle operazioni ci sarà il Canada, con gli Usa che forniranno ogni volta 1.000 soldati, che si sommeranno ai 650 del Regno Unito e a quelli di altri paesi aderenti come la Germania e appunto l’Italia.
Militari italiani in Lettonia, i motivi della missione
La decisione da parte della NATO di dare il via alla missione è stata dettata dalla volontà di proteggere e difendere i paesi in questione dalle ambizioni di espansione della Russia. Lo schieramento dei 4.000 soldati lungo i confini dovrebbe servire quindi come una pressione psicologica deterrente.
Un mostrare i muscoli da parte della NATO che però non è andato giù alla Russia. Il pensiero di Mosca sulla vicenda è stato affidato a Maria Zakharova, portavoce del ministro della Difesa russo.
La politica della Nato è distruttiva. L’Alleanza è impegnata nella costruzione di nuove linee di divisione in Europa invece che di profonde e solide relazioni di buon vicinato. La NATO mira ad allontanare ancora di più le persone piuttosto che a lottare contro minacce e sfide comuni.
Anche in Italia comunque, la notizia dell’invio di nostri militari in Lettonia non è stata accolta in maniera positiva. Se Grillo paventa lo scenario di una futura guerra in cui il nostro paese potrebbe essere trascinato, ben più pesanti sono state le parole di Matteo Salvini.
Il leader della Lega Nord ha parlato di una follia anti-Russia, accusando chi ha preso la decisione di aderire all’operazione NATO di aver fatto una mossa insana, invitando a concentrare ogni sforzo militare nella guerra contro l’Isis invece che contro Mosca.
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