Mentre prende sempre più piede l’ipotesi di un governo di legislatura formato da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, Matteo Salvini è pronto a far dimettere i ministri della Lega per accelerare sulla crisi.
Questa crisi di governo sta diventando sempre più una sorta di machiavellica partita a scacchi. Da una parte c’è il centrodestra tornato di nuovo unito dopo l’apertura di Matteo Salvini e che vuole elezioni al più presto, mentre dall’altra c’è il Movimento 5 Stelle e il centrosinistra che stanno ragionando sul cercare di evitare le urne a fine ottobre.
Decisivo a riguardo potrebbe essere l’addolcimento della posizione di Nicola Zingaretti. Il segretario del PD inizialmente era anche lui per il voto, ma adesso sembrerebbe essere più possibilista a soluzioni di Palazzo come richiesto da Matteo Renzi.
Nelle ultime ore sta quindi prendendo piede l’ipotesi di un governo di legislatura come proposto dal dem Goffredo Bettini, che in pratica avrebbe una durata di tre anni per arrivare fino alla elezione del prossimo Presidente della Repubblica a inizio 2022.
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L’ipotesi di un accordo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico potrebbe però spingere Matteo Salvini ad accelerare sulla crisi: sarebbero pronte le dimissioni in blocco di tutti i ministri della Lega, mossa questa che potrebbe mettere il premier Giuseppe Conte spalle al muro a quel punto quasi costretto a rassegnare le proprie dimissioni visto che non avrebbe più mezzo governo.
Salvini e le dimissioni dei ministri della Lega
Da quando è stata aperta la crisi di governo, il Movimento 5 Stelle ha subito rinfacciato ai suoi ormai ex alleati della Lega come, nonostante la mozione di sfiducia presentata al Senato, non siano stati ritirati i sette ministri del Carroccio che quindi sono ancora in carica.
Le dimissioni però sarebbero pronte e riposte nel proverbiale cassetto, in attesa di capire come può evolvere la situazione riguardante la possibilità di dare vita a un nuovo governo sostenuto dal Movimento 5 Stelle e dal Partito Democratico.
Mentre un governo di scopo sposterebbe la data delle elezioni anticipate da fine ottobre a primavera 2020, un governo di legislatura come quello lanciato dal dem Bettini andrebbe a ritardare le urne anche fino al 2022.
Un’ipotesi questa inaccettabile per Matteo Salvini, che quindi è pronto a dimettersi lui stesso dal Viminale al pari di tutti gli altri ministri della Lega. Una scelta che il leader del Carroccio voleva evitare ma che potrebbe portare a una accelerata verso le elezioni.
Con le dimissioni dei ministri leghisti, il premier Conte con ogni probabilità non potrebbe far altro che salire al Colle per rassegnare le proprie dimissioni. Unica alternativa sarebbe quella di assumere tutte le deleghe e cercare una nuova maggioranza per una sorta di Conte-bis, ipotesi però molto complicata allo stato delle cose.
In caso di dimissioni di Giuseppe Conte non si dovrebbe aspettare il voto sulla mozione di sfiducia al Senato, con il Presidente Sergio Mattarella che di conseguenza darebbe subito inizio alle consultazioni e, nel caso non ci siano alternative di governo, non gli resterebbe che sciogliere le Camere.
Salvini ritirando i suoi ministri costringerebbe M5S e PD a scoprire le loro carte: senza un accordo a stretto giro tra i due partiti per un governo di qualsiasi genere, sarebbero inevitabili le elezioni anticipate che a quel punto si potrebbero tenere il 27 ottobre.
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