Come cambia l’importo del Reddito di cittadinanza con il passaggio alla Mia? A pagarne le conseguenze sono le famiglie con figli minori e gli occupabili, ecco le tabelle e le regole di calcolo.
Il passaggio da Reddito di cittadinanza alla Misura d’inclusione attiva non sarà indolore: una buona parte degli attuali percettori, infatti, non avrà accesso alla nuova prestazione, mentre per altre famiglie ci sarà una decurtazione dell’assegno mensile.
Il governo, infatti, vista la necessità di recuperare una parte delle risorse destinate al Reddito di cittadinanza così da poterle utilizzare altrove, ha reso più stringenti i requisiti per accedere alla nuova Misura - tagliando fuori circa 260 mila famiglie visto che il limite Isee passa da 9.360 a 7.200 euro - oltre a modificare le regole di calcolo penalizzando perlopiù gli occupabili.
A tal proposito, grazie alla prima bozza del provvedimento, che comunque è ancora oggetto di modifica, possiamo vedere come cambiano gli importi della Misura d’inclusione attiva (Mia) rispetto al Reddito di cittadinanza, facendo chiarezza su come funzionano le regole di calcolo. Dopodiché riassumeremo gli importi in una tabella, mettendoli a confronto su quanto spetta oggi di Reddito di cittadinanza, così da capire chi ci perde, e quanto, con l’introduzione della Mia 2023.
Guida al calcolo della Misura d’inclusione attiva
Anche per la Misura d’inclusione attiva viene utilizzato un metodo di calcolo che partendo da una quota base ne aumenta l’importo in base al numero di componenti del nucleo familiare, a seconda poi che si tratti di minorenni o maggiorenni.
A differenza del Reddito di cittadinanza, dove la quota base riconosciuta alla persona sola è pari a 500 euro al mese (riparametrata poi in base al reddito percepito), con la Misura d’inclusione attiva lo stesso importo spetta solamente laddove nel nucleo familiare ci siano minori, disabili o persone over 60.
Per i nuclei in cui sono presenti esclusivamente occupabili, invece, la quota base scende da 500 a 375 euro mensili.
I suddetti importi aumentano per i nuclei numerosi tramite l’applicazione di un parametro di scala di equivalenza che, così come per il Rdc, può essere al massimo 2,1, oppure 2,2 laddove nel nucleo familiare siano presenti componenti con disabilità.
Rispetto al Reddito di cittadinanza, però, cambiano le regole per il calcolo del parametro di scala di equivalenza, visto che i minori ne escono fuori (per loro verrà riconosciuto un importo forfettario di 50 euro). Nel dettaglio, ecco una tabella che mette a confronto il parametro di scala di equivalenza del Reddito di cittadinanza e quello della Mia 2023.
Componente | Reddito di cittadinanza | Misura d’inclusione attiva |
---|---|---|
Richiedente | 1 | 1 |
Componente maggiorenne | 0,4 | 0,4 |
Componente minorenne | 0,2 | 0* |
*Spettano 50 euro per ogni figlio minorenne
Quindi, oggi con il Reddito di cittadinanza una famiglia composta da due genitori e due figli minori ha una scala di equivalenza dell’1,8, mentre con la Misura d’inclusione attiva scende a 1,4 con una quota fissa di 100 euro spettante ai figli. Ciò, ovviamente, avrà ripercussione sugli importi.
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Misura d’inclusione attiva, la tabella con i nuovi importi
Fatta chiarezza sulle regole di calcolo, possiamo guardare ad alcuni casi tipo per capire quanto effettivamente spetterà ogni mese con il Mia, così da scoprire chi - e quanto - perde con il passaggio alla nuova Misura.
Per quanto riguarda la Mia abbiamo distinto in non occupabili, ossia i nuclei in cui sono presenti almeno un minore, un disabile oppure un over 60, da tutti gli altri occupabili.
Attenzione: gli importi indicati riguardano le famiglie con reddito pari a zero.
Famiglia | Reddito di cittadinanza | Misura d’inclusione non occupabili | Misura d’inclusione occupabili |
---|---|---|---|
Persona sola | 500 euro | 500 euro | 375 euro |
Due maggiorenni | 700 euro | 700 euro | 525 euro |
Un maggiorenne e un minorenne | 600 euro | 550 euro | - |
Due maggiorenni e un minorenne | 800 euro | 750 euro | - |
Tre maggiorenni | 900 euro | 900 euro | 675 euro |
Due maggiorenni e due minorenni | 900 euro | 800 euro | - |
Un maggiorenne e due minorenni | 700 euro | 600 euro | - |
Due maggiorenni e tre minorenni | 1.000 euro | 850 euro | - |
Quattro maggiorenni | 1.050 euro | 1.050 euro | 787,50 euro |
Dunque, a rimetterci sono le famiglie con figli minorenni, le quali con il passaggio da Rdc alla Mia perdono 50 euro al mese per ogni figlio. Nessuna differenza, invece, per i nuclei in cui sono presenti solamente maggiorenni ma c’è almeno un disabile o un over 60. Diversamente, ossia per coloro che ai sensi della nuova normativa sono considerati occupabili, il taglio è tangibile: 175 euro in meno per le famiglie con due maggiorenni, persino 225 per quelle con tre. Ancora peggio andrebbe a una famiglia con due genitori e due figli maggiorenni, che da 1.050 euro andrebbe a prendere 787,50 euro, con una perdita quindi di 262,50 euro.
Ricordiamo che anche la Mia è un’integrazione al reddito, quindi l’importo spettante dipenderà anche dalla presenza di altri guadagni. La cifra indicata in tabella spetta quindi solo a chi ha un reddito familiare pari a zero, diversamente il valore dell’integrazione verrà così calcolato:
Valore massimo - reddito familiare
Prendiamo come esempio una famiglia con due maggiorenni e due minorenni, che con la Mia avrebbe quindi diritto a un’integrazione fino a 750 euro mensili. Tuttavia, uno dei due genitori ha un lavoro part-time da cui guadagna 300 euro al mese: significa che con la Misura d’inclusione spetterà un’integrazione mensile di 450 euro, somma che al pari del Reddito di cittadinanza verrà accreditata su un’apposita carta acquisti e si potrà spendere solamente per alcune tipologie di acquisti.
E la componente affitto?
Oggi con il Reddito di cittadinanza spetta anche un rimborso, fino a un massimo di 280 euro, per le spese sostenute per l’affitto della casa di abitazione, oppure fino a 150 euro per chi ha un mutuo sull’acquisto della stessa.
Al momento non è dato sapere se gli stessi importi spetteranno anche con la Misura d’inclusione attiva, visto che il governo è ancora in fase di valutazione.
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