Quando si è certi che il proprio 730 sarà a debito, è necessario presentare la dichiarazione il prima possibile se si vuole pagare a rate, ecco perché.
Se si ha la certezza che il proprio modello 730/2024 sarà a debito è bene procedere in maniera celere alla presentazione perchè per chi lo presenta a ridosso della scadenza ci saranno meno rate a disposizione per pagare.
Sapere di dover pagare l’Irpef a conguaglio deve essere il motivo per presentare il modello 730 prima possibile, rinviare l’invio, infatti, non permette di beneficiare di un gran numero di rate per il versamento dell’imposte. Di conseguenza ogni rata avrà un importo più alto.
Nonostante la scadenza per l’invio del modello 730/2024 sia fissata al 30 settembre, va ricordato che, ogni anno, la scadenza del pagamento dell’imposta dovuta è fissata al 30 giugno (quest’anno il termine è slittato al 1° luglio), ferma restando la possibilità di dilazionare il pagamento anche ratealmente fino a dicembre in un massimo di 7 rate. Entro dicembre, però, indipendentemente da quando si invia la dichiarazione, l’Irpef dovuta deve essere versata per intero. Anche se si sceglie la rateazione.
Il termine mobile per le operazioni di conguaglio riguarda quindi non solo i rimborsi Irpef, ma anche le trattenute dovute nel caso di modello 730 a debito.
Modello 730/2024 a debito: meno rate per chi lo invia a settembre
Così come per i rimborsi, anche nel caso di modello 730/2024 a debito è la data di invio a dettare i tempi:
- il lavoratore dipendente che invia la propria dichiarazione dei redditi entro settembre si vedrà trattenere l’importo dovuto a titolo di Irpef a partire dalla retribuzione del mese di ottobre;
- le trattenute sulle pensioni saranno invece effettuate dal secondo mese successivo a quello di ricezione - da parte dell’Ente che eroga il trattamento pensionistico - del prospetto di liquidazione, e quindi da novembre per chi invia il 730 a settembre.
Nello specifico, per quel che riguarda i lavoratori dipendenti - i quali solitamente subiscono la trattenuta del debito Irpef in busta paga - l’articolo 16-bis del decreto Fiscale 2020 stabilisce che:
“Le somme risultanti a debito dal prospetto di liquidazione sono trattenute sulla prima retribuzione utile e comunque sulla retribuzione di competenza del mese successivo a quello in cui il sostituto ha ricevuto il predetto prospetto di liquidazione e sono versate nel termine previsto per il versamento delle ritenute di acconto del dichiarante relative alle stesse retribuzioni.”
Bisognerà quindi valutare caso per caso se è possibile temporeggiare o se, anche in base alla somma a debito emersa dal 730, conviene affrettarsi per dilazionare il pagamento. Una valutazione importante soprattutto per chi deve restituire il trattamento integrativo indebitamente fruito nel corso del 2023.
Modello 730/2024 a debito: per la rateizzazione conta la data di invio della dichiarazione dei redditi
Appare quindi evidente che la data di invio della dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate sarà determinante anche per quel che riguarda la “pianificazione fiscale” del contribuente.
In linea generale e così come previsto anche per i titolari di partita IVA, il debito Irpef emerso dal modello 730/2023 deve essere versato entro il 30 giugno, ovvero 31 luglio 2024 con maggiorazione dello 0,40%.
L’Agenzia delle Entrate propone il seguente calendario di rateazione:
RATA | VERSAMENTO | INTERESSI % | VERSAMENTO (*) | INTERESSI % |
---|---|---|---|---|
1ª | 1° luglio | 31 luglio | ||
2ª | 16 luglio | 0,17 | 20 agosto | 0,18 |
3ª | 20 agosto | 0,50 | 16 settembre | 0,51 |
4ª | 16 settembre | 0,83 | 16 ottobre | 0,84 |
5ª | 16 ottobre | 1,16 | 18 novembre | 1,17 |
6ª | 18 novembre | 1,49 | 16 dicembre | 1,50 |
7° | 16 dicembre | 1,82 |
(*) In questo caso l’importo da rateizzare deve essere preventivamente maggiorato dello 0,40 per cento
Si tratta, a ben vedere, di un calendario nuovo rispetto a quello ordinario previsto ormai da anni, che prevede una rata in più, quella di dicembre, e scadenze fissate al 16 di ogni mese (con l’eccezione della prima rata).
Per chi invia la dichiarazione dei redditi a settembre si riduce lo spazio di rateizzazione del debito Irpef emerso dal modello 730. Un vantaggio momentaneo, al quale segue l’onere di una trattenuta più alta in busta paga, considerando la “fermezza” del termine del 16 dicembre per completare il pagamento rateale.
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