La Mongolia mette KO questo gigante russo

Alessandro Cipolla

31 Agosto 2024 - 07:47

Duro colpo per Gazprom: la Mongolia non ha acconsentito alla costruzione del grande gasdotto internazionale Sila Sibiri-2, con il colosso russo che ora rischia di precipitare.

La Mongolia mette KO questo gigante russo

Quello attuale per la Russia non è di certo uno dei momenti migliori. Il pensiero naturalmente corre subito alla guerra in Ucraina e all’invasione nemica nella regione occidentale di Kursk, ma un duro colpo a Mosca adesso lo avrebbe assestato invece la Mongolia che, da tempo, è considerato uno Stato amico della Federazione.

Tutto ruota attorno al Sila Sibiri-2 - letteralmente Forza della Siberia 2-, un gasdotto che dovrebbe raddoppiare quello già esistente e che pompa gas dalla parte orientale della Russia verso la Cina.

Una infrastruttura fondamentale per la Russia e soprattutto per Gazprom, che detiene la proprietà del Sila Sibiri e ha progettato il secondo gasdotto, visto che il colosso russo nel 2023 per la prima volta ha chiuso il suo bilancio in forte perdita dopo anni di grandi profitti.

Nel dettaglio il progetto di Gazprom del Sila Sibiri-2 prevede la creazione di un gasdotto che dai giacimenti di gas di Yamal - nell’estremo Nord della Siberia - passi per la Mongolia per arrivare fino in Cina e più precisamente a Shangai.

Il gasdotto avrebbe una lunghezza di circa 2.500 chilometri, una capacità di trasportare 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno e un costo complessivo stimato in oltre 13 miliardi di dollari. Un’opera di grande importanza per Vladimir Putin, ma il tema del Sila Sibiri-2 non sarebbe stato trattato durante il recente viaggio del leader russo in Cina.

Il colpo di grazia alle speranze della Russia però ora sarebbe arrivato dalla Mongolia, un’autentica doccia fredda per Putin proprio in uno dei momenti più delicati della storia della Federazione.

Come la Mongolia ha messo KO Gazprom e la Russia

Nei giorni scorsi il governo di Ulan Bator non ha incluso nel piano di sviluppo nazionale fino al 2028 la costruzione del Sila Sibiri-2, il gigantesco gasdotto di Gazprom che dovrebbe attraversare il territorio della Mongolia per arrivare fino alla Cina.

Un colpo durissimo per la Russia, tanto che diversi esperti sono convinti che il rifiuto della Mongolia di consentire la costruzione del grande gasdotto internazionale farà precipitare Gazprom ancora di più nella palude delle perdite.

Il risultato è che non solo gli investitori stranieri, ma anche quelli russi, starebbero rinunciando ad acquistare le azioni del colosso in Borsa visto che il progetto di costruire nei prossimi anni il gasdotto può essere considerato al momento congelato.

Dietro la decisione del governo mongolo ci sarebbe la longa manus della Cina. Pechino infatti annusato il momento di difficoltà della Russia, avrebbe imposto che il gas russo inviato attraverso il Sila Sibiri-2 dovesse essere esportato nel proprio Paese al prezzo consentito dalla Federazione per il mercato interno.

Una proposta inaccettabile per Vladimir Putin, visto che a queste condizioni Gazprom ci andrebbe a perdere. Il progetto del nuovo gasdotto così appare destinato a naufragare, un colpo durissimo per la Russia che, paradossalmente, sarebbe arrivato da due Paesi come Cina e Mongolia che sono tra i più stretti alleati di Mosca,

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