C’è un monito di Moody’s per le banche europee, anche italiane: la crisi energetica, con i prezzi del gas alle stelle e forniture carenti, potrebbe rendere le imprese incapaci di rimborsare i debiti.
Nuova allerta banche in Europa: a lanciare il segnale poco rassicurante è l’agenzia Moody’s, che ha messo in guardia alcuni istituti di credito del continente, anche italiani, sull’esposizione ai debiti di aziende energivore.
Nello specifico, “l’aumento dei costi dell’energia e il rischio di razionamento del gas durante l’inverno stanno creando condizioni difficili per le imprese e rendono più difficile per loro sostenere i rimborsi del debito” per gli analisti: questo significa che per banche potrebbe innescarsi un effetto a catena pericoloso, riguardante prestiti valutati “problematici” e destinati a crescere nei prossimi anni.
Tra le banche citate e con maggiore esposizione a rischi ci sono anche istituti italiani. Moody’s ha fatto riferimento ad almeno 9 società bancarie europee: i dettagli.
Banche europee a rischio per Moody’s: il motivo è la crisi energetica
Germania, Austria, Italia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia: questi sono i Paesi nei quali le banche sono più a rischio a causa dell’inflazione energetica in costante aumento e di forniture di gas in pericolo di grave razionamento che colpiscono società di tutti i settori.
Con una prospettiva di recessione ormai probabile in Europa e imprese in sempre maggiore difficoltà nel portare avanti la produzione, la qualità del credito concesso alle aziende da parte delle banche è in serio pericolo. Moody’s non ha dubbi sulle stime di un futuro non lontano: “prevediamo che il lungo periodo di miglioramento della performance dei prestiti delle banche europee si inverta.”
Nello specifico, la nota dell’agenzia afferma: “le banche in Germania, Europa centro-orientale o Italia, dove la carenza di energia ha colpito più duramente, saranno le più vulnerabili. Le conseguenze finanziarie saranno attenuate - ma non completamente compensate - dalle misure di sostegno dei singoli governi.”
Il punto è che le minacce al comparto produttivo stanno arrivando da più punti. Da una parte, infatti, le attività minerarie, manifatturiere e dei servizi pubblici stanno risentendo del picco dei prezzi energetici, dall’altra edilizia, commercio al dettaglio e all’ingrosso, attività immobiliari e trasporti sono in balia degli aumenti dei tassi di interesse e del calo di fiducia dei consumatori.
Di conseguenza, sta suonando un allarme per le banche. Secondo Moody’s, le banche italiane sono, per esempio, più esposte al settore manifatturiero mentre quelle tedesche al comparto energetico e ai servizi pubblici.
Volendo citare alcuni istituti a rischio, l’agenzia riporta i casi di queste 3 banche italiane:
- Banco Bpm: esposizione imprese manifatturiere per 22,1 mld euro e al settore energy per 1,2 mld euro;
- Intesa Sanpaolo: esposizione imprese manifatturiere per 65,5 mld euro e al settore energy per 10,5 mld euro;
- UniCredit: esposizione imprese manifatturiere per 60,1 mld euro e al settore energy per 9,7 mld euro
In lista compaiono anche le tedesche Commerzbank, Bayerische Landesbank, Landesbank Hessen, Thueringen Gz e Landesbank Baden e gli istituti austriaci Raiffeisen Bank International e Raiffeisenlandesbank Oberoesterreich.
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