Da preda a predatrice. MPS annuncia il blitz che nessuno si aspettava su Mediobanca. La risposta, mentre le azioni Monte dei Paschi di Siena crollano a Piazza Affari.
A sorpresa, spiazzando tutti, MPS-Banca Monte dei Paschi di Siena ha annunciato di avere lanciato una OPS su Mediobanca. La risposta di Piazzetta Cuccia non è tardata ad arrivare con un chiaro no.
Alcune fonti hanno riportato che per Mediobanca l’offerta presentata da MPS non sarebbe stata concordata, e di conseguenza sarebbe “ostile”. Sul Ftse Mib di Piazza Affari, le azioni di Mediobanca sono scattate intanto subito in cima al listino, confermandosi tra le migliori della borsa di Milano con un rialzo superiore a +3%, che le ha portate attorno a quota 15,82. Le azioni di MPS sono invece le peggiori, crollando sull’indice di oltre il 9%.
L’offerta pubblica di scambio di MPS valuta Piazzetta Cuccia 13,3 miliardi di euro, e offre un premio pari a +5,03% sul valore a cui le azioni di Mediobanca hanno chiuso la sessione di ieri, mercoledì 23 gennaio 2025. Esplode la voglia di risiko a Piazza Affari, mentre alcuni dossier di Borsa agitano non solo il governo Meloni, ma l’intera politica italiana.
Tutti distratti da UniCredit-Banco BPM, mentre MPS preparava il blitz. Quelle manovre di Caltagirone e Delfin
Mentre alla borsa di Milano tutti i riflettori erano puntati sul dossier UniCredit-Banco BPM - di cui ieri il CEO di UniCredit Andrea Orcel è tornato a parlare - evidentemente il governo Meloni - il MEF, Ministero dell’Economia e delle Finanze, che rimane tuttora maggiore azionista di MPS - stava lavorando per trovare un’altra strada per creare quel terzo polo bancario italiano tanto promosso in primis dalla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Terzo polo bancario che, in realtà, almeno secondo i piani originali del governo italiano, così si diceva a Piazza Affari, avrebbe dovuto concretizzarsi attraverso un asse tra Banco BPM e MPS, con la prima che avrebbe inglobato la seconda, da anni in cerca di un cavaliere bianco che fosse pronto ad accollarsela. Tanto che l’OPS lanciata da UniCredit su Banco BPM aveva scatenato l’ira del governo Meloni.
Vero è che dopo quell’annuncio dell’OPS lanciata su Banco BPM da UniCredit, strane e improvvise manovre avevano iniziato a presentarsi a Piazza Affari, lanciate da alcuni grandi nomi della finanza tutta italiana, ovvero da Francesco Gaetano Caltagirone e da Delfin, la cassaforte della famiglia Del Vecchio.
Da segnalare che il recente blitz di Delfin ha ridisegnato la mappa dell’azionariato di MPS, ora così composto: il ministero dell’Economia detiene l’11,73% della banca senese, Delfin il 9,78%, Caltagirone il 5,026%, Banco Bpm il 5,003% e Anima, che sarebbe stata secondo alcune indiscrezioni la vera preda di Andrea Orcel, e su cui si è mossa di recente anche Caltagirone, è presente nel capitale del Monte dei Paschi di Siena con il 3,992%.
Nelle settimane precedenti in evidenza anche le mosse di Caltagirone su MPS, che avevano portato il Financial Times a parlare anche di un chiaro attacco contro Andrea Orcel. L’imprenditore romano era salito fino al 5% del capitale del Monte dei Paschi di Siena.
leggi anche
MPS, maxi blitz di Delfin (Del Vecchio), asse italiano con Caltagirone. La strategia di Meloni
Il prezzo e il premio offerto da MPS a Mediobanca, tutti i dettagli
Stamattina, alle 7 ora italiana, il grande annuncio dell’OPS lanciata da MPS su Mediobanca: un’offerta che avrà a oggetto un massimo di 833.279.689 azioni ordinarie dell’Emittente, ovvero della preda Mediobanca, rappresentanti il 100% del capitale sociale e delle azioni ordinarie, incluse le azioni proprie detenute dall’emittente stesso.
Per la precisione, spiega MPS, per ciascuna azione Mediobanca che sarà portata in adesione all’OPS, MPS offrirà un corrispettivo unitario, pari a 2,300 azioni ordinarie di nuova emissione, il che significa che, per ogni 10 azioni Mediobanca portate in adesione all’offerta saranno corrisposte 23 azioni ordinarie di MPS di nuova emissione (quelle che saranno emesse con l’operazione di aumento di capitale).
In numeri, sulla base del prezzo ufficiale delle azioni di MPS rilevato alla chiusura del 23 gennaio 2025 (ultimo
giorno di borsa aperta anteriore alla data della presente Comunicazione) pari a 6,9531, il valore che sarà offerto sarà di 15,992 per ciascuna azione Mediobanca, incorporando un premio pari al 5,03% rispetto
al prezzo ufficiale delle azioni di Piazzetta Cuccia relativo alla chiusura del 23 gennaio 2025 (pari a 15,2272 euro).
Il fattore dividendi, via al vero terzo polo bancario italiano voluto da Meloni?
MPS ha precisato che, nel caso in cui, prima della data di pagamento, sia MPS che Mediobanca, o l’una o l’altra, dovessero pagare pagare un dividendo (ivi incluso un acconto sui dividendi) e/o effettuare una distribuzione di riserve ai propri azionisti, o comunque fosse staccata dalle azioni Mediobanca e/o dalle azioni di MPS, a seconda del caso, la cedola relativa a dividendi deliberati ma non ancora pagati rispettivamente dalle due banche o da una delle due, il prezzo “ verrà aggiustato per tenere conto del dividendo distribuito (ovvero del relativo acconto) ovvero della riserva distribuita”.
Il prezzo su Mediobanca è stato infatti fissato sulla base di due precise condizioni sine qua non:
- Il Corrispettivo è stato determinato nel presupposto che, prima della Data di Pagamento l’Emittente (Mediobanca) e/o l’Offerente (MPS) non approvino o diano corso ad alcuna distribuzione ordinaria (ivi inclusi acconti sui dividendi) o straordinaria di dividendi prelevati da utili e/o altre riserve.
- Che l’Emittente (Mediobanca) non approvi o dia corso ad alcuna operazione sul proprio capitale sociale (ivi inclusi, a titolo esemplificativo, aumenti o riduzioni di capitale) e/o sulle Azioni Mediobanca (incluso, a titolo esemplificativo, accorpamento o annullamento di azioni).
MPS, il 17 aprile l’assemblea straordinaria per l’aumento di capitale
Monte dei Paschi di Siena ha annunciato che convocherà il 17 aprile 2025 una assemblea straordinaria per approvare l’aumento di capitale a servizio dell’offerta pubblica di scambio su Mediobanca. Obiettivo: avere l’ok su 2.300 azioni di nuova emissione, l’intero corrispettivo offerto ai soci di piazzetta Cuccia. L’OPS, è stato precisato, è infatti subordinata all’approvazione della proposta di delega per l’aumento di capitale.
Dall’unione tra MPS e Mediobanca “nasce un nuovo campione nazionale nel settore bancario italiano, che si posiziona al terzo posto nei segmenti chiave, con una forte complementarità di prodotti e servizi e caratterizzato da un business mix altamente diversificato e resiliente, con rilevanti sinergie industriali”.
Sarà questo il terzo polo bancario tanto auspicato dal governo Meloni?
Il commento dell’AD di MPS Lovaglio: “Puntiamo a un nuovo campione nazionale”
Così il numero uno di MPS-Monte dei Paschi di Siena, l’amministratore delegato Luigi Lovaglio, ha spiegato la ratio della operazione:
“Puntiamo a un nuovo campione nazionale, con due brand di eccellenza, che vogliamo proteggere e ancor più valorizzare. Un nuovo e moderno gruppo bancario altamente competitivo, leader in business specialistici chiave e con una forte solidità patrimoniale, che si pone l’obiettivo di svolgere in modo sempre più virtuoso il ruolo di sostegno a famiglie, imprese e comunità locali”.
Lovaglio ha continuato, affermando che, “insieme e a beneficio di tutti gli azionisti, abbiamo l’opportunità di creare un player con un modello di banca globale best-in-class e resiliente, facendo leva su competenze distintive e complementari, capillari reti distributive e agili piattaforme digitali”.
Praticamente, il matrimonio darà il via a una “combinazione di business unica di talenti, know-how, brand e valori. La giusta sintesi per un’eccellenza italiana su cui costruire un futuro di crescita e innovazione a beneficio di clienti, dipendenti, azionisti e tutti gli altri stakeholder”.
leggi anche
BTP e risparmi, piano Meloni pro-Italia a rischio. “Colpa” di questi due giganti di Piazza Affari
MPS ha sottolineato anche che l’unione con Mediobanca, oltre che creare il terzo campione bancario in Italia,
si tradurrà nella espansione dell’offerta di prodotti, sfruttando una serie completa di fabbriche di prodotti e partnership e la posizione di leadership in mercati chiave della nuova entità.
L’operazione di M&A accelererà anche l’utilizzo delle DTA su perdite pregresse di MPS, facendo leva su una base imponibile consolidata più elevata e iscrivendo a bilancio 1,3 miliardi di euro DTA (attualmente fuori bilancio), portando il totale a 2,9 miliardi di euro. Nei successivi sei anni, ha precisato il Monte dei Paschi di Siena, l’utilizzo di tali DTA genererà un significativo beneficio di capitale (0,5 miliardi l’anno), in aggiunta al risultato netto. Previste sinergie derivanti dalla aggregazione delle due entità, stimate in 0,7 miliardi di euro all’anno prima delle imposte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti