Cambia la multa per chi uso dello smartphone alla guida: importo più severo, così come la decurtazione dei punti dalla patente (che verrà sospesa già alla prima infrazione del Codice della Strada).
Con la riforma del Codice della Strada cambiano le regole - e le sanzioni - per chi utilizza lo smartphone mentre è alla guida. Con la stretta voluta dal ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, la multa per chi è al cellulare mentre guida potrà salire infatti fino a circa 2.600 euro (nei casi più gravi).
Oltre alla multa, per chi guida con smartphone si applicheranno, così come tra l’altro avviene oggi, anche altre sanzioni accessorie: dalla sospensione alla decurtazione dei punti della patente.
Va detto, però, che le norme introdotte dalla riforma del Codice della Strada non sono ancora in vigore visto che bisognerà attendere che il provvedimento completi la fase di conversione parlamentare. Per il momento, quindi, continuano a essere applicate le precedenti sanzioni, ma con novità in arrivo entro la fine dell’anno.
Divieto di utilizzare il cellulare alla guida
L’utilizzo dello smartphone mentre si guida rischia di compromettere l’attenzione e per questo motivo costituisce un’infrazione del Codice della Strada sanzionata in maniera piuttosto severa.
Ovviamente il divieto di utilizzare lo smartphone alla guida non è assoluto: come specificato dal Codice della Strada - articolo 173, comma 2, del decreto legislativo n. 285 del 30 aprile 1992 - sono vietate solamente quelle azioni che comportano l’allontanamento delle mani dallo sterzo. Divieto che si applica non solo allo smartphone, ma a qualsiasi altro dispositivo elettronico, come può essere un tablet o un notebook.
Attenzione: come specificato dalla circolare del ministero dell’Interno del 28 dicembre 2021, il divieto vale anche quando si stacca una sola mano dal volante.
È vietato, quindi, qualsiasi utilizzo improprio dello smartphone mentre si guida, a meno che non si disponga di strumenti che permettono di non distogliere l’attenzione dalla strada né di staccare le mani dal volante.
Almeno quando si guida, dunque, il telefono va messo da parte, o almeno bisogna dotarsi di dispositivi che ne consentono l’utilizzo senza trasgredire alle norme del Codice della strada. E ricordiamo che mentre si è alla guida non è neppure consentito l’utilizzo di cuffie sonore, in quanto impediscono al conducente di sentire eventuali segnali di allerta. L’unica eccezione è rappresentata dai conducenti dei veicoli delle Forze armate e dei Corpi di polizia.
Come utilizzare il cellulare alla guida
È invece consentito l’utilizzo di apparecchi a viva voce, oppure dotati di auricolare, ma solo quando questi:
- non riducono la capacità uditiva di entrambe le orecchie;
- non richiedono per il loro funzionamento l’utilizzo delle mani.
Quando si utilizzano gli auricolari, quindi, è necessario impostare un volume “ragionevole”.
Cosa rischia chi utilizza lo smartphone alla guida
Chi trasgredisce alle norme del Codice della strada rischia sia una sanzione pecuniaria che la decurtazione dei punti della patente.
Nel dettaglio, la multa va da un minimo di 165 a un massimo di 660 euro, e l’importo ovviamente dipende dalla gravità della violazione commessa. Per quanto riguarda i punti della patente, invece, in caso di utilizzo del cellulare alla guida ne vengono decurtati 5.
Inoltre, qualora nell’arco dei due anni il conducente venga sanzionato due o più volte per l’utilizzo di smartphone e altri dispositivi alla guida, verrà applicata la sanzione accessoria della sospensione della patente per un periodo - variabile a seconda della gravità della trasgressione - che va da 1 a 3 mesi.
Le suddette sanzioni cambieranno però non appena entrerà in vigore la riforma Salvini del Codice della Strada. Per quanto riguarda la sanzione pecuniaria, infatti, per la prima violazione si salirà a un minimo di 422 euro e a un massimo di 1.697 euro. In caso di recidiva, invece, la multa passerà a un minimo di 644 euro a un massimo di 2.588 euro.
La sospensione della patente, oggi prevista solo in caso di recidiva, scatterebbe anche alla prima infrazione, per un periodo che va da un minimo di 15 giorni a un massimo di 2 mesi.
Cambia anche la misura della decurtazione dei punti patente: ne verranno sottratti 8 alla prima infrazione, 10 alla seconda.
Si può utilizzare il cellulare mentre si è fermi al semaforo?
Una pratica molto comune è quella di tirar fuori il cellulare quando si è fermi al semaforo. D’altronde, in quel momento il veicolo è fermo, quindi si potrebbe pensare che non si sta guidando e dunque non si è soggetti al rispetto delle norme del Codice della strada.
Sul tema si è espressa la Corte di cassazione con la sentenza n. 23331/2020, la quale ha sottolineato che il divieto di utilizzo dello smartphone alla guida vale anche quando si è fermi al semaforo. Tale divieto, infatti, vale per tutte le situazioni in cui il veicolo è arrestato per esigenze di circolazione, come può essere il semaforo rosso oppure il fermarsi per far attraversare dei pedoni.
Multa cellulare solo in caso di contestazione immediata?
Si potrebbe erroneamente credere che la multa per l’utilizzo di smartphone alla guida sia valida solamente nel caso di contestazione immediata, ossia quando questa avviene sul luogo del fatto con comunicazione diretta e personale al trasgressore e al soggetto solidamente obbligato.
Tuttavia, non è così e a chiarirlo è la Corte di cassazione con la sentenza n. 10840/2019. Qui è stato specificato che è legittima anche la multa per utilizzo improprio del cellulare alla guida in caso di contestazione differita. Anche se non venite fermati dagli organi di polizia stradale mentre state guidando con il cellulare, non è da escludere la possibilità di ricevere una multa a casa entro il termine di 90 giorni dall’avvenuto accertamento.
Affinché la multa possa essere valida, però, è necessario che il verbale riporti con esattezza gli estremi della violazione, insieme ai motivi che hanno impedito di procedere con la contestazione immediata. In assenza di tali elementi la sanzione potrà anche essere contestata, facendo ricorso direttamente al Giudice di pace.
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