Realizzato in Rwanda, costa 130 dollari. I dettagli
È nato il primo smartphone africano. Dal Ruanda, e più precisamente dalla città di Kigali, arrivano infatti i primi due modelli targati Africa: il Mara X e il Mara Z.
Presentati pochi giorni fa, alla cerimonia di lancio è stata data grande risonanza all’evento e alla storica circostanza per il Paese e per l’intero continente, tanto che ha partecipato persino il presidente del Rwanda, Paul Kagame, certificando l’orgoglio per risultato ottenuto.
I due smartphone sono nati nello stabilimento di Kigali, capitale e la città più popolosa del Ruanda, nonché centro tecnologico del Paese. Qui vengono prodotti circa 1200 apparecchi al giorno.
Ecco il primo smartphone africano
Si tratta di due modelli di smartphone del medesimo marchio, il Mara X e il Mara Z.
Nati a Kigali, nel principale stabilimento della compagnia, il ritmo produttivo va a velocità sostenuta, con almeno 1200 dispositivi al giorno.
Dietro tutto c’è l’imprenditore britannico Ashish Thakkar, attivissimo sul fronte tech. Di origini inglesi, si è trasferito in Africa giovanissimo dando avvio alla sua attività, fino a fondare la compagnia, Mara Group.
Mara X è il primo modello: ha 16 Giga di memoria e costa 130 dollari, Mara Z ha invece 32 GB e costa 190 dollari. Entrambi hanno Android come sistema operativo. Fisicamente sono al momento venduti solo nei punti vendita di Kigali, o altrimenti sono disponibili online.
Secondo il presidente del Ruanda, Paul Kagame, con questa e altre mosse simili il Paese va verso la strada che lo porta a diventare un “moderno hub d’innovazione tecnologica”:
“Gli smartphone Mara si uniscono a un elenco crescente di prodotti di alta qualità realizzati nel nostro Paese”.
Durante la stessa cerimonia di presentazione, il patron di Mara Ashish Thakkar ha evidenziato come gli smartphone nascano da un processo esclusivamente interno, con la realizzazione delle schede madri, delle schede secondarie e degli “oltre mille pezzi per telefono”.
Elemento originato dalle intenzioni insite nel gruppo, che con il 90% di ruandesi tra i suoi 200 dipendenti e prezzi popolari che possono garantire l’accesso ai prodotti a una consistente fetta di utenza, vuole proporsi come trampolino di lancio per il Paese nel comparto tech, provando al contempo a insediarsi in numerosi altri territori africani.
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