Indennità di disoccupazione Naspi: dal 2025 scattano i nuovi requisiti che rendono più difficile ottenerla per gli insegnanti, in particolare per i precari.
Per gli insegnanti sarà più difficile ottenere la Naspi a partire dalla nuova riforma in vigore dal 2025. Ma perché per gli insegnanti sarà più difficile ottenere l’indennità di disoccupazione?
Ovviamente i nuovi requisiti della Naspi vanno a condizionare la vita degli insegnanti precari e in particolare di coloro che vengono assunti dalle scuole con un contratto a tempo determinato anche se non per tutti.
Le nuove regole per la disoccupazione dovrebbero limitare le possibilità di accedervi ai docenti precari che vengono assunti con supplenze brevi o saltuarie da Graduatorie di istituto e meno, quindi, coloro che hanno la fortuna di essere convocati dalle Graduatorie provinciali per le supplenze.
Vediamo allora perché per alcuni insegnanti sarà più difficile ottenere la Naspi dal 2025.
Naspi: perché gli insegnanti sarà più difficile ottenerla
Per gli insegnanti precari sarà più difficile ottenere la Naspi dal 2025 e questo perché sono cambiati, in parte, i requisiti. Il problema riguarda principalmente coloro che hanno un contratto breve o saltuario. I nuovi requisiti della Naspi colpiscono chi si dimette dal proprio impiego cosa che potrebbe riguardare i docenti che decidono di entrare nel mondo della scuola mediante una supplenza da Graduatorie di istituto con contratto a tempo determinato.
La nuova norma, come specificato anche dalla recente circolare dell’Inps, stabilisce che “per gli eventi di disoccupazione involontaria verificatisi dal 1° gennaio 2025, qualora i lavoratori, nei 12 mesi precedenti l’evento di cessazione involontaria per cui richiedono la Naspi, abbiano interrotto un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per dimissioni volontarie o a seguito di risoluzione consensuale, il requisito delle 13 settimane di contribuzione - utile per accedere alla Naapi e vigente in via ordinaria - deve collocarsi all’interno del periodo intercorrente tra i due eventi e non nel quadriennio precedente l’inizio della disoccupazione involontaria.”
Per i precari che hanno lasciato in lavoro volontariamente per accettare una supplenza diventerà, al termine della supplenza, più difficile poter richiedere la Naspi. Con la nuova norma, quindi, sarà più difficile ottenere la Naspi tra la cessazione volontaria del rapporto di lavoro e la supplenza a termine.
Naspi: per quali insegnanti non cambia
In generale, tuttavia, per gli insegnanti non sarà difficile accedere alla Naspi perché per la perdita volontaria del rapporto di lavoro i requisiti sono i medesimi.
Occorrerà, al solito, aver lavorato 13 settimane nei 4 anni precedenti al termine di una supplenza annuale per ottenere la disoccupazione Naspi. Per i docenti con contratti fino al termine dell’attività didattica o fino al 30 giugno, che dal giorno successivo alla scadenza del contratto possono fare domanda di disoccupazione Naspi all’Inps, non cambierà molto. La durata della Naspi, il cui calcolo non viene modificato con le nuove regole, varia in base al periodo lavorato.
Nel dettaglio la durata dell’indennità di disoccupazione è calcolata in base alla storia contributiva del beneficiario, in questo caso del docente. La Naspi viene percepita per un numero di settimane pari alla metà di quelle contributive accumulate nei 4 anni precedenti. Ovviamente i periodi contributivi che hanno già dato diritto alla Naspi non vengono calcolati per determinare la durata dell’indennità. In generale la sua durata massima resta di 24 mesi.
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