I mercati di questa settimana chiudono in profondo rosso sulla convinzione che la Fed resterà aggressiva coon l’aumento dei tassi. A vincere su tutti è il dollaro, tornato forte.
La settimana dei mercati si avvia verso una chiusura dominata da un sentiment pessimista.
Le azioni asiatiche sono travolte da un’ondata di vendite, mentre il dollaro si è aggirato sui massimi di sei settimane con i dati economici Usa e i commenti aggressivi dei funzionari della Federal Reserve che hanno ravvivato i timori per una banca centrale statunitense ferma nel suo percorso di inasprimento monetario.
Mentre si rafforza la linea di tassi alti ancora per un po’ negli Stati Uniti, in Eurozona regna una maggiore incertezza e una certa tensione tra i diversi funzionari. Dopo che il bollettino Bce ha confermato la linea di un aumento di altri 50 punti base a marzo, Panetta ha espresso la necessità di prudenza.
Intanto, i mercati restano vigili anche sulle tensioni tra Cina e Usa, con la notizia che un funzionario del Pentagono si recherà a Taiwan nei prossimi giorni.
Torna il re dollaro, tonfo delle Borse
Il dollaro sale e tocca il massimo di sei settimane contro un paniere di valute, dopo che l’ondata di dati economici resilienti provenienti dagli Stati Uniti ha fatto aumentare le aspettative del mercato che fossero in vista ulteriori rialzi dei tassi di interesse.
Nel dettaglio, i numeri del Dipartimento del lavoro degli Stati Uniti durante la notte hanno mostrato che i prezzi mensili alla produzione sono aumentati a gennaio, mentre un rapporto separato dell’agenzia ha evidenziato che gli americani che hanno avviato nuove richieste di sussidi di disoccupazione è diminuito inaspettatamente la scorsa settimana.
Gli indici azionari statunitensi hanno quindi chiuso la seduta in netto ribasso, poiché i dati economici della settimana hanno sottolineato, in generale, un’inflazione vischiosa e un’economia che rimane relativamente forte.
Tutto questo ha spinto l’indice del dollaro Usa a un massimo di sei settimane di 104,44. L’euro è sceso a $1,0635, dopo aver toccato il minimo a $1,0632 all’inizio della sessione, mentre la sterlina è scivolata dello 0,32% a $1,1949.
Due funzionari della Fed hanno affermato che la banca centrale statunitense avrebbe probabilmente dovuto alzare i tassi di interesse più di quanto abbia fatto all’inizio di questo mese e hanno avvertito che ulteriori aumenti dei costi di indebitamento sono essenziali per riportare l’inflazione ai livelli desiderati.
“I dati in arrivo non hanno cambiato la mia opinione secondo cui dovremo portare il tasso sui fondi federali al di sopra del 5% e mantenerlo lì per un po’ di tempo”, ha detto il presidente della Fed di Cleveland Loretta Mester.
Focus degli investitori anche sulla Cina
Gli investitori guardano anche alla Cina. Oltre alle questioni di politica internazionale che stanno aggravando le relazioni tra statunitensi e cinesi, ci sono le mosse interne del dragone per rilanciare l’economia.
Mentre Biden cerca di stemprare la tensione anunciando che continuerà a cercare il dialogo con Xi, Pechino ha sanzionato le società di difesa statunitensi Lockheed Martin e una controllata di Raytheon perché hanno venduto armi a Taiwan.
In Cina, la banca centrale ha immesso nel sistema bancario la più grande quantità di liquidità mai registrata per evitare una stretta che potrebbe frenare la ripresa. In precedenza, si diceva che il governo stesse selezionando veterani della regolamentazione noti per le loro rigide campagne contro gli illeciti finanziari come nuovi capi delle banche e dei guardiani dei titoli del Paese.
Intanto, China Renaissance Holdings Ltd. è scesa fino al 50% a Hong Kong, il massimo mai registrato, dopo aver dichiarato di non essere in grado di contattare Bao Fan, presidente, amministratore delegato e azionista di controllo della banca d’affari cinese.
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