Il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti dice la sua sugli sgomberi delle ville abusive dei Casamonica e sul futuro della lotta alle mafie. Duro sul governo gialloverde: “Colpa loro, non dell’Europa”
Si è conclusa da pochi minuti l’intervista al Presidente della Regione Lazio e candidato alla segreteria del Pd Nicola Zingaretti, che ha risposto alle domande del conduttore Enrico Lucci negli studi del programma di Rai 2 Nemo - Nessuno escluso.
Zingaretti ha parlato di mafie a Roma, riferendosi in particolare alla vicenda dei recenti sgomberi dei Casamonica, ma ha anche detto la sua sul congresso del Pd e parlato dell’attuale governo 5 Stelle-Lega, alle prese con la bocciatura europea dopo la presentazione della manovra di bilancio, non risparmiando critiche.
Zingaretti sulla lotta alle mafie: “Restituire tutto ai cittadini”
Dopo un servizio targato Nemo, dedicato ai recenti sgomberi delle ville abusive dei Casamonica, Zingaretti ha parlato della situazione mafie nel Lazio, sempre più attenzionata negli ultimi mesi.
D’accordo sul ritardo di diverse iniziative, ha sottolineato i numerosi bandi volti a trasformare abitazioni e terreni appartenuti alla criminalità organizzata in centri destinati ai disabili o a servizi di pubblico interesse, come cliniche per ludopatia e parchi cittadini.
Lo scopo - ha sottolineato - è quello di “togliere alla mafia per restituire ai cittadini.”
Sul governo 5 Stelle-Lega: “Sbagliano loro, non l’Europa”
Duro sull’attuale esecutivo gialloverde, attualmente alle prese con la bocciatura di Bruxelles ai danni della manovra di bilancio per il 2019, ripresentata negli scorsi giorni dopo un primo respingimento a ottobre:
“Oggi hanno praticamente ammesso di aver presentato una manovra sbagliata, e spero abbiano capito - seppure con fatica - che la colpa non è dell’Europa, ma loro. Sono proprio loro quelli obbligati a modificare il documento”.
Ha infine evidenziato l’importanza nell’attuare un paziente lavoro di ricomposizione del Pd, utile soprattutto per andare a sostituire l’attuale governo, “incoerente sul fronte giustizia”.
Sul Pd: “Troppi litigi, troppa egocrazia”
Dopo l’intermezzo costituito dal servizio firmato proprio Enrico Lucci sul congresso del Pd - col solito piglio ironico del giornalista romano - Zingaretti ha detto la sua anche sul Partito Democratico e sulla sua corsa alla segreteria, che lo vedrà misurarsi con Maurizio Martina e Marco Minniti.
Secondo il Presidente della Regione ci sono e ci sono stati troppi litigi, “troppa egocrazia”, in un ambiente che non è stato in grado di aprirsi al nuovo e ne è uscito sconfitto su molti fronti.
La sua ricetta per il futuro è quindi quella di rispettare il passato ma aprirsi al contempo al futuro; futuro in cui - ha dichiarato - lotterà con tutte le sue forze per arrivare al 51% alle primarie e andare poi a prendersi la presidenza del consiglio, ipotesi paventata da Lucci con una precisa domanda: “Quale sarebbe il tuo primo provvedimento come premier?”
“Aumentare gli stipendi agli insegnanti e tenere le scuole aperte fino alle 18”,
è stata la replica di Zingaretti.
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