Si cominciano ad avere le prime certezze sulla Legge di Bilancio 2024 con le misure che sicuramente ci saranno o non saranno assolutamente prorogate, come il Superbonus.
Il governo cerca di reperire risorse per la Legge di Bilancio di fine anno ed è in affanno. Dei 25/30 miliardi di euro necessari sono soltanto pochi quelli già assicurati e neanche la metà della manovra è coperta. E mai come quest’anno l’iter della Legge di Bilancio dipende dall’Europa. Dopo la bocciatura da parte della Bce della tassa sugli extraprofitti delle banche, si dovranno reperire altre fonti di entrata.
Christine Lagarde, nel parere della Bce sulla tassa, spiega che renderebbe più difficile per le banche attrarre nuovi capitali esteri per le incertezze delle prospettive che l’imposta avrebbe. La manovra finanziaria non è mai stata incerta come quest’anno e poche sono le decisioni su cui si può già contare.
Niente proroga al Superbonus
Si era parlato, nei giorni scorsi, di una possibile proroga del Superbonus al 110% per i condomini con lavori già in stato avanzato. Una proroga che avrebbe consentito di fruire dell’aliquota al 110% ancora fino al 31 marzo 2024, tre mesi di tempo in più per portare a termine i lavori approfittando dell’aliquota non tagliata.
Le intenzioni del Governo, però, sembrano essere altre e arriva lo stop assoluto per la proroga in questione. La scadenza del 31 dicembre per poter beneficiare del Superbonus al 110% resta confermata e chi non ha completato i lavori entro tale data dovrà vedere l’aliquota di detrazione scendere per tutto ciò che “scivola” nel 2024.
La premier è durissima con il beneficio è afferma che l’impatto vale quanto e sei manovre, ovvero 140 miliardi di euro. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti rimarca la dose annunciando che i conti sull’impatto reale del Superbonus saranno reali solo con la nota del Def perché prima è necessario attendere le indicazioni Eurostat sulla possibilità di poter spalmare i crediti fiscali su diverse annualità. Se calcolati tutti al momento della concessione, però, il deficit previsto per quest’anno passerebbe dal 4,5% al 6%.
Il taglio del cuneo fiscale resta
Il taglio del cuneo fiscale pesa per 2,5 miliardi di euro sulla manovra, ma questa è una delle misure che certamente resteranno per il 2024. Come detto in più di un’occasione, infatti, la priorità del governo rimane assicurare un reddito dignitoso a lavoratori e pensionati insieme alla sanità per la quale gli interventi dovrebbero andare ad abbattere anche le liste d’attesa.
Il taglio al cuneo fiscale in questo momento non può assolutamente venire meno per i lavoratori visto che garantisce somme aggiuntive che superano i 100 euro mensili. Gli effetti positivi del taglio al cuneo fiscali sono emersi anche dal Rapporto Inps presentato lo scorso 13 settembre e proprio questa fotografia va a condizionare qualsiasi scelta del Governo in merito.
Anche se il valore dell’aumento degli stipendi è inferiore all’inflazione e la retribuzione media, di fatto, ha subito un calo abbastanza importante, l’esonero contributivo da luglio è passato al 6% per chi ha retribuzione fino a 2.692 euro al mese e al 7% per chi ha stipendio fino a 1.923 euro mensili.
11 milioni di lavoratori possono beneficiare, dal mese di luglio, di un modesto aumento che di media è di 98 euro con punte sopra i 100 euro. Considerando un imponibile medio di 1.500 euro mensili, l’Inps dichiara l’aumento come “cospicuo”.
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