Dove pagano le tasse i nomadi digitali? Come ottenere un visto per nomadi digitali? Ecco gli adempimenti corretti per evitare problemi.
Negli ultimi anni si è spesso sentito parlare di nomadi digitali, cioè lavoratori altamente qualificati che non hanno una sede fissa di lavoro, ma si spostano. Tale modo di lavorare può sicuramente essere affascinante, ma molti non sanno che coloro che vogliono trascorrere in Italia dei mesi in qualità di “nomadi digitali” devono prestare attenzione alle normative fiscali da rispettare e quindi alla tassazione.
Ecco cosa devono sapere i nomadi digitali e gli adempimenti amministrativi e fiscali a cui prestare attenzione.
Documentazione per ingresso in Italia come nomade digitale
I nomadi digitali sono soggetti che svolgono professioni altamente qualificate con utilizzo di strumenti tecnologici. Chi vuole venire a lavorare in Italia come nomade digitale deve prestare attenzione al rispetto di alcune norme fiscali. In particolare deve munirsi del visto per nomadi digitali (Digital Nomad Visa) e svolgere un’attività lavorativa altamente qualificata ai sensi dell’articolo 27-quater co. 1 del D.Lgs. n. 286/98 che disciplina l’ingresso e il soggiorno nel nostro Paese per lavoratori extracomunitari altamente qualificati ed il rilascio del relativo permesso di soggiorno, denominato “Carta blu UE”.
Chi vuole arrivare in Italia in qualità di nomade digitale deve presentare istanza al Consolato italiano competente nella zona geografica dalla quale si parte, la richiesta deve essere inoltrata almeno 15 giorni prima rispetto al momento in cui si vuole intraprendere il viaggio.
Alla domanda debitamente compilata deve essere allegato il passaporto la cui validità deve esser almeno 3 mesi in più rispetto al soggiorno in Italia, ad esempio se si conta di restare in Italia fino a giugno 2025, la scadenza deve essere almeno 3 mesi successiva rispetto a tale data. Il Passaporto per essere valido ai fini della richiesta del visto per nomadi digitali deve essere stato rilasciato negli ultimi 10 anni. Nella documentazione da allegare c’è anche una foto a colori, formato passaporto, con sfondo bianco e datata da non più di 6 mesi. Copia dei documenti di riconoscimento del Paese di residenza in corso di validità.
Copia di eventuali precedenti visti Schengen o di tipo “D”.
Requisiti professionali per essere considerati nomadi digitali
Questi sono i documenti necessari per arrivare in Italia e lavorare come nomadi digitali. Per ottenere il visto sono però necessari anche requisiti professionali. In particolare occorre il possesso di:
- un titolo di istruzione superiore di livello terziario;
- possesso dei requisiti previsti dal decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 206, limitatamente all’esercizio di professioni regolamentate;
- possesso di una qualifica professionale superiore attestata da almeno cinque anni di esperienza professionale di livello paragonabile ai titoli d’istruzione superiori di livello terziario, pertinenti alla professione o al settore specificato nel contratto di lavoro o all’offerta vincolante;
- possesso di una qualifica professionale superiore attestata da almeno tre anni di esperienza professionale pertinente acquisita nei sette anni precedenti la presentazione della domanda, qualora il richiedente sia un dirigente o uno specialista nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Requisiti economici
Per poter ottenere il visto come nomade digitale in Italia è necessario dimostrare di avere un reddito almeno 3 volte superiore rispetto all’importo per il quale è prevista per l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria.
Tale requisito reddituale può essere dimostrato con:
- buste paga degli ultimi 3 mesi;
- estratti conto degli ultimi 3 mesi relativi a un conto corrente intestato dal quale sia chiaramente visibile il salario;
- estratti conto degli ultimi 3 mesi di una carta di credito internazionale personale o dei genitori.
Infine, si deve dimostrare di disporre di un alloggio, di avere una copertura sanitaria ed esperienza lavorativa pregressa.
Nomadi digitali, cosa fare una volta arrivati in Italia
Una volta ottenuta la Visa ed entrato in Italia, il lavoratore nomade digitale deve richiedere il permesso di soggiorno entro 8 giorni dall’ingresso in Italia. Il permesso di soggiorno deve essere richiesto alla Questura della provincia in cui lo straniero si trova presentando la documentazione usata per ottenere la VISA per nomadi digitali.
Dopo aver completato la registrazione dell’immigrazione e ottenuto il permesso di soggiorno, è possibile iscriversi all’anagrafe del Comune ove si intende risiedere per diventare soggetto fiscalmente residente in Italia.
Il permesso di soggiorno per nomadi digitali ha validità per un anno ed è rinnovabile. A questo punto occorre però ricordare che si è fiscalmente residenti in Italia e si pagano in Italia le tasse sui redditi prodotti in Italia. I nomadi digitali, come detto, sono liberi professionisti. Questo implica che per poter correttamente versare le imposte devono aprire una partita IVA. Possono però beneficiare dei regimi fiscali di vantaggio.
Gli obblighi contributivi sono regolati dalle convenzioni bilaterali in materia di sicurezza sociale stipulate tra l’Italia e il paese di origine del lavoratore. In assenza di tali convenzioni, si applica la normativa italiana.
Tra i regimi di vantaggio applicabili, vi è anche il regime degli impatriati e il regime previsto per il rientro dei cervelli.
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