Le famiglie con più figli sono quelle con maggiore rischio di povertà ed esclusione sociale. Un dato che non lascia spazio ai dubbi: oggi avere una famiglia numerosa è quasi da considerare un lusso.
In Italia, la questione della denatalità è stata a lungo trascurata, nonostante il suo impatto crescente sul piano sociale, economico e territoriale.
Per quanto i governi che si sono susseguiti in questi anni abbiano provato in qualche modo a contrastare questo fenomeno - introducendo nuovi incentivi e forme di supporto per le famiglie - i risultati raggiunti sono stati alquanto scarsi, tanto che negli ultimi anni il tasso di natalità ha toccato i minimi storici.
Il problema è che fare figli, in Italia, non paga, anzi. Se guardiamo ai dati contenuti nel “Rapporto Istat sulle condizioni di vita e reddito delle famiglie”, infatti, risulta che sono proprio quelle con più figli a correre il maggior rischio di povertà ed esclusione sociale.
Cosa significa rischio povertà ed esclusione sociale
Sono considerate a rischio povertà ed esclusione sociale le famiglie che si trovano in almeno una tra queste tre condizioni:
- hanno una bassa intensità di lavoro (inferiore a 0,20), convenzionalmente definita come il rapporto tra i numero totale dei mesi lavorati dai componenti della famiglia durante l’anno e il numero totale di mesi teoricamente disponibili per attività lavorative. Rapporto calcolato tenendo conto esclusivamente dei componenti di età compresa tra i 18 e i 59 anni, con l’esclusione degli studenti nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni;
- sono a rischio povertà, ossia famiglie con reddito disponibile inferiore alla soglia di povertà convenzionale pari al 60% della mediana della distribuzione del reddito familiare equivalente (calcolato rapportando il reddito familiare netto a un fattore di scala usato per rendere equivalenti i redditi di famiglie di diversa ampiezza e composizione) nel Paese di residenza;
- infine, sono in una grave situazione di deprivazione materiale, condizione che sussiste quando sono presenti almeno 4 dei seguenti 9 sintomi di disagio:
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- Non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione.
- Non poter sostenere una spesa imprevista (il cui importo, in un dato anno, è pari a 1/12 del valore della soglia di povertà rilevata nei due anni precedenti).
- Non potersi permettere un pasto proteico (carne, pesce o equivalente vegetariano) almeno una volta ogni due giorni.
- Non potersi permettere una settimana di ferie all’anno lontano da casa.
- Non potersi permettere un televisore a colori.
- Non potersi permettere una lavatrice.
- Non potersi permettere un’automobile.
- Non potersi permettere un telefono.
- Essere in arretrato nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito.
Le famiglie a rischio povertà ed esclusione sociale in Italia
Dal “Rapporto Istat sulle condizioni di vita e reddito delle famiglie” (con l’ultimo pubblicato viene preso in esame il biennio 2021-2022), troviamo un’analisi su quali sono le caratteristiche delle famiglie con maggiore rischio povertà ed esclusione sociale.
Nel dettaglio, i dati ci dicono che sono proprio le famiglie con più figli quelle a essere maggiormente a rischio. Infatti, se nelle coppie senza figli c’è appena il 17,3% di possibilità di una tale condizione, la percentuale sale al 23,8% per le coppie con almeno un figlio, di cui:
- 21,3% con un figlio;
- 23,4% con due figli;
- 32,7,% per quelle che ne hanno più di tre, di cui il 30,9% a rischio povertà, il 6% per grave deprivazione materiale e il 3,5% per bassa intensità lavorativa.
E pensare che il reddito medio per le famiglie con figli è maggiore rispetto a quelle senza. Sempre nel 2022, infatti, il reddito medio delle coppie senza figli è stato pari a 37.754 euro, rispetto ai 47.421 euro di quelle con almeno uno (45.130 euro con uno, 48.676 con due e 53.278 euro con più di tre).
Il che potrebbe essere motivato anche dal fatto che si presuppone che le famiglie con più figli siano anche quelle dove i genitori hanno un’età maggiore e per questo motivo una maggiore anzianità sul lavoro e migliori prospettive di guadagno.
Ma d’altronde va considerato che il maggior guadagno raramente è proporzionale ai costi necessari al mantenimento di una famiglia. Il che rende quasi un lusso oggi permettersi più di un figlio.
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