Nuove opportunità di investimento che pochissimi risparmiatori italiani conoscono

Redazione

27 Gennaio 2025 - 14:20

L’evoluzione normativa permette per la prima volta di usufruire di una consulenza prestata da intermediari italiani su patrimoni regolarmente depositati all’estero. Un’opportunità di efficientamento per riportare in Italia il controllo sul risparmio italiano all’estero

Nuove opportunità di investimento che pochissimi risparmiatori italiani conoscono

Lo scenario dei mercati finanziari in questo inizio di 2025 è positivo, con Borse e indici nei pressi dei massimi storici, ma presenta una serie di incertezze e criticità che minacciano di creare volatilità nei mesi a venire.

Per questo è sempre più importante poter seguire da vicino l’andamento degli investimenti, avvalendosi di una gestione attiva e professionale che possa costruire e adattare strategicamente e tatticamente l’asset allocation dei portafogli per estrarre il maggiore valore e ridurre la volatilità. Tuttavia, per chi detiene capitali all’estero non è facile gestire il proprio patrimonio cross-border in modo efficiente e con la vicinanza che il panorama attuale dei mercati richiede.

Il tema riguarda un patrimonio finanziario considerevole: si stima che il patrimonio finanziario detenuto dai cittadini italiani all’estero sia di circa 180 miliardi di euro. Di questo ammontare, la fetta più importante è rappresentata dalle masse investite o depositate in Svizzera, che ammontano a circa 80 miliardi di euro, quasi la metà del totale. Un patrimonio che non sempre negli scorsi anni e decenni è stato gestito al meglio dai player locali, tra elevate commissioni di gestione, performance non sempre all’altezza e anche alcuni crac finanziari, ultimo in ordine di tempo quello di Credit Suisse nel 2023.

Eppure, la normativa già da alcuni anni consentirebbe un approccio più efficiente, ovvero la possibilità di usufruire di un servizio di investimento prestato da un intermediario italiano a valere su un patrimonio depositato all’estero, con conseguenti benefici sia operativi che fiscali. In particolare, i clienti possono razionalizzare la gestione del proprio patrimonio affidandosi ad unico private banker o consulente di fiducia che possa fornire un’assistenza complessiva, all’insegna di efficienza e trasparenza.

Un’occasione che pochi risparmiatori italiani conoscono

Infatti, ai sensi della normativa applicabile rilevante, le imprese extra UE autorizzate a prestare nel proprio Paese servizi bancari possono erogare i medesimi servizi anche in uno Stato europeo a condizione che sia stata loro concessa, dall’autorità di vigilanza competente del Paese ospite, l’autorizzazione ad operare in tale Stato regime di libera prestazione di servizi (LPS).

La prestazione di servizi di investimento in Paesi europei richiede, ai sensi della Direttiva 2014/65/UE (c.d. MiFID II) invece, l’apertura da parte dell’impresa extra UE di una sede stabile nello Stato europeo in cui intende operare.

Il primo (e ad oggi unico) player a fruttare le opportunità offerte da questo contesto, con una innovativa struttura approvata dai regolatori, primo tra tutti Banca d’Italia, è stato Banca Generali, la terza private bank italiana.

In dettaglio, Banca Generali ha sfruttato appieno le potenzialità concesse dal contesto normativo e, insieme alla sua controllata svizzera BG (Suisse) Private Bank SA – banca di diritto svizzero, autorizzata a prestare in Italia i propri servizi bancari in regime di LPS – si è orientata verso l’implementazione di un modello, denominato “BG International”.

Con tale modello, Banca Generali promuove e colloca in Italia i prodotti bancari di BG Suisse su cui possono essere regolate le operazioni relative ai servizi di investimento prestati da Banca Generali. In particolare, sono state attivate e resi disponibili per i clienti i servizi di gestione patrimoniale della banca del Leone, BG Solution, su sette linee selezionate in base al livello di rischio.

I vantaggi di BG International

Il progetto permette ai clienti fiscalmente residenti in Italia, che già detengono regolarmente capitali all’estero, la possibilità di essere seguiti dal proprio consulente finanziario di fiducia, per razionalizzare la gestione del patrimonio cross-border. Infatti, un professionista di fiducia può fare leva su una relazione spesso di lungo periodo con il cliente, conoscendone e anticipandone bisogni e necessità.

La vicinanza al consulente può essere inoltre un’opportunità per i clienti in un’ottica di controllo, qualità del servizio e maggiore facilità nella comparazione dei costi, oltre a una migliore reattività ed efficienza nel gestire l’asset allocation in base all’andamento dei mercati.

I possibili vantaggi non si limitano alle potenzialità strategiche di una visione integrata del patrimonio e al poter far leva su un rapporto di fiducia con il banker, ma si estendono altresì alla possibilità di avvalersi di un intermediario italiano quale sostituto d’imposta ai fini della tassazione dei redditi finanziari, potendo i clienti optare per l’applicazione del regime fiscale del risparmio amministrato o gestito.

Questo si traduce in un assetto fiscale più efficiente per chi detiene capitali all’estero. In particolare, la tassazione del risparmio gestito permette di beneficiare di diversi vantaggi fiscali: tassazione in capo al sostituto d’imposta e solo sul risultato di gestione maturato nell’anno, compensazione dei redditi di capitali con i redditi diversi oltre che degli eventuali risultati negativi di gestione nei successivi quattro anni, ma anche la deduzione di oneri e commissioni relative al patrimonio gestito.

In collaborazione con Banca Generali

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Le informazioni e le considerazioni contenute nel presente articolo non devono essere utilizzate come unico o principale supporto in base al quale assumere decisioni relative agli investimenti. Il lettore mantiene la piena libertà nelle proprie scelte d’investimento e la piena responsabilità nell’effettuazione delle stesse, poiché egli solo conosce la sua propensione al rischio e il suo orizzonte temporale. Le informazioni contenute nell’articolo sono fornite a mero scopo informativo e la loro divulgazione non costituisce e non è da considerarsi un’offerta o sollecitazione al pubblico risparmio.

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