Nuovo colpo alla lira turca dopo il voto nelle città. Il potere di Erdogan vacilla?

Violetta Silvestri

01/04/2024

La lira turca scende dopo il voto amministrativo nelle grandi città. Il potere di Erdogan si è davvero indebolito? Cosa cambia per la stabilità economica del Paese?

Nuovo colpo alla lira turca dopo il voto nelle città. Il potere di Erdogan vacilla?

La lira turca subisce un altro colpo e si indebolisce dopo l’esito dell’atteso voto amministrativo.

Il partito al governo del presidente Erdogan ha subito una sorprendente sconfitta alle elezioni locali di domenica 31 marzo, con il controllo di molte città turche che è andato all’opposizione.

Nel dettaglio, la schiacciante vittoria dell’opposizione alle elezioni municipali nelle principali città turche come Istanbul, Izmir e la capitale Ankara potrebbe indirizzare il Paese in una nuova direzione. Lo stesso Erdogan è diventato famoso come sindaco di Istanbul negli anni ’90 prima di vincere la presidenza. Ora, gli analisti ipotizzano che la vittoria di Imamoglu a Istanbul potrebbe renderlo un favorito per la presidenza turca nel 2028.

In questo nuovo contesto per la nazione turca, gli investitori si chiedono se lo Stato rischia altri contraccolpi economici e finanziari.

Lira turca, c’è l’affondo. Cosa succede?

La lira perde terreno sul dollaro e scende a 32,44 nella mattinata di lunedì 1° aprile in un contesto di scarse contrattazioni dovute alle vacanze di Pasqua in molti mercati europei.

La valuta ha perso circa il 9% del suo valore quest’anno, il secondo deprezzamento più grande tra le valute dei mercati emergenti dopo il peso cileno. L’attuale calo si sta palesando in seguito all’esito delle elezioni amministrative che hanno intaccato la solidità del potere di Erdogan.

Prima del voto, gli investitori avevano espresso preoccupazione sul fatto che una perdita da parte del partito al governo potesse ispirare modifiche alle politiche economiche. Tuttavia, in un discorso conciliante dopo mezzanotte, Erdogan ha accettato la sconfitta e ha detto che il suo partito ha lezioni da imparare dal risultato.

I commenti probabilmente hanno contribuito ad allentare la pressione su altri indicatori di rischio, con i credit default swap e i rendimenti dei titoli a 10 anni entrambi in calo lunedì. Il costo per assicurare il debito turco contro il default per cinque anni è sceso di 4 punti base, al livello più basso dal 5 marzo, e il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni in lire è sceso di 19 punti base al 26,6%. Nel frattempo, i titoli bancari hanno guidato i guadagni tra le azioni turche con l’indice BIST Banks in rialzo di circa il 2%.

“La sconfitta di Erdogan alle elezioni locali non dovrebbe far deragliare la politica macro (per ora)”, ha scritto in un rapporto Hasnain Malik, stratega di Tellimer. Se il disagio economico e in particolare l’inflazione sono in gran parte responsabili del risultato, allora “affrontare l’inflazione è ora una priorità politica, oltre che economica, e ciò dovrebbe sostenere la correzione della rotta politica ortodossa a breve termine”.

Gli investitori hanno accolto favorevolmente la svolta verso una politica monetaria di tassi più alti (rispetto alle precedenti discutibili decisioni di abbassare il costo del denaro nonostante prezzi alti volute da Erdogan). La misura non sarà comunque indolore e inciderà sulle prospettive di crescita economica, rendendo il prestito quasi impossibile per la maggior parte dei cittadini. Dopo l’inversione di rotta della politica seguita alle elezioni presidenziali dello scorso anno, gli investitori stranieri hanno acquistato 4,9 miliardi di dollari netti in obbligazioni e azioni turche.

Lo scetticismo nei confronti della stabilità finanziaria turca non manca. A marzo, per esempio, la lira è scesa ulteriormente, con perdite dovute a un’inflazione superiore alle attese e all’aumento della domanda locale di valuta forte prima del voto. La banca centrale, anch’essa alle prese con l’erosione delle sue riserve di valuta estera, è intervenuta per aumentare il tasso di riferimento di 500 punti base, portandolo al 50%, il mese scorso.

Perché c’è incertezza sul futuro turco

Molti gestori finanziari hanno mantenuto un approccio cauto nei confronti degli asset turchi. Doversi esperti hanno citato le elezioni locali come un rischio, ipotizzando che un risultato deludente avrebbe potuto indurre Erdogan a cambiare rotta.

“Possiamo aspettarci un periodo post-elettorale più volatile del previsto”, ha affermato Emre Akcakmak, consulente senior presso East Capital a Dubai. “Ciò che è peggio è che questo periodo incerto coinciderà con un livello di riserve nette in valuta estera della banca centrale ai minimi storici, pari a meno di 65 miliardi di dollari, e con un nuovo picco di inflazione probabilmente superiore al 70% a maggio”.

Sede di circa un quinto degli 85 milioni di abitanti della Turchia, Istanbul è il centro economico più importante della nazione, nonché un luogo strategico per il potere politico. Per questo il voto qui è monitorato attentamente. In precedenza capitale di tre imperi, l’ascesa politica di Erdogan è iniziata nella città, dove ha ricoperto il ruolo di sindaco in Turchia. Il voto perso dal suo partito nel 2019 è stato inizialmente annullato per accuse di brogli in seguito alla vittoria inaspettata del candidato dell’opposizione Ekrem Imamoglu, che all’epoca portò a forti cali della valuta turca.

Il tono di Erdogan è stato ora molto più prudente. Tuttavia, la lira si è indebolita e il futuro economico del Paese resta incerto e appeso alle imprevedibili mosse del presidente, adesso meno forte.

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