Non si ferma la protesta dei tassisti contro il ddl Concorrenza e questa volta lo stop sarà di due giorni. Previsti disagi in tutta Italia.
Le vicende che hanno travolto la politica italiana con le dimissioni di Mario Draghi poi respinte da Sergio Mattarella hanno avuto esiti anche sulla protesta dei tassisti che hanno deciso di sospendere il presidio fisso presente sotto Palazzo Chigi salvo confermare però le due giornate di sciopero generale fissate la prossima settimana.
Il mondo dei tassisti è da qualche settimana sul piede di guerra contro il Ddl concorrenza che all’articolo 10 prevede la liberalizzazione della categoria con il rischio di spianare la strada alle multinazionali come Uber.
Per qualche giorno le auto bianche torneranno in strada a svolgere il proprio lavoro salvo poi rifermarsi. Vediamo quando.
Nuovo sciopero dei taxi: ecco quando
Ieri è arrivato il comunicato congiunto di tutte le sigle sindacali che ha di fatto confermato lo sciopero generale del 20 e 21 luglio.
Ugl Taxi, Usb Taxi, Federtaxi Cisal, Unica Cgil, Uti, Fit Cisl, Tam, Claai, Satam, Or.sa Taxi, Fast Confsal Taxi, Uritaxi, Unimpresa, Ati Taxi, Associazioni Tutela Legale Taxi e Silvio hanno firmato il comunicato con cui dichiarano sospeso il presidio sotto Palazzo Chigi in questi giorni in cui l’esecutivo è messo a dura prova dalla crisi scatenata dal Movimento 5 stelle.
«Alla luce delle dimissioni presentate dal primo ministro, Mario Draghi, al Presidente Mattarella e da questo poi respinte, l’attività parlamentare, sia d’aula che di Commissione, è sospesa. Fermo restando che, ad oggi, resta fissato lo sciopero per i giorni 20 e 21 luglio, rimarremo vigili sugli sviluppi dell’attività parlamentare, con particolare riferimento al Ddl Concorrenza. Pertanto sospendiamo il presidio presso Palazzo Chigi» - si legge nel comunicato.
Una tregua di qualche giorno prima del 20 e 21 luglio quando le auto bianche torneranno a fermarsi in tutta Italia con tutte le conseguenze del caso sui viaggiatori.
Perché i tassisti stanno protestando
Il mondo dei tassisti è sul piede di guerra contro il Ddl concorrenza e precisamente l’articolo 10 che prevede la liberalizzazione della categoria. Il risultato è che i tassisti non si sentono tutelati dopo che hanno pagato magari la licenza migliaia e migliaia di euro rischiano di venire surclassati dalla concorrenza, soprattutto da Uber, che già in diverse città italiane si sta facendo largo con prepotenza.
La protesta dei tassisti soprattutto nella capitale e nei pressi di Palazzo Chigi a tratti si è fatta anche violenta con lancio di fumogeni, petardi e cori.
Il Governo sta proseguendo l’esame in commissione Attività produttive della Camera ma il nodo dell’articolo 10 inerente al mondo dei taxi non è stato ancora affrontato. Si starebbe però pensando ad una riformulazione dell’articolo eliminando soprattutto la parte inerente alla promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati.
Finché non ci saranno risposte adeguate le auto bianche resteranno ferme. E i disagi nei giorni scorsi non sono mancati soprattutto nelle grandi città. A Torino, Milano, Napoli i mezzi erano introvabili con centinaia di tassisti fermi con le braccia incrociate. E il prossimo 20 e 21 luglio le cose potrebbero andare anche peggio.
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