Obblighi delle aziende per il distacco dei lavoratori all’estero

Caterina Gastaldi

28 Settembre 2022 - 19:58

Il distacco dei lavoratori all’estero prevede alcuni obblighi da parte delle aziende, in particolare riguardanti il campo delle comunicazioni.

Obblighi delle aziende per il distacco dei lavoratori all’estero

L’istituto del distacco di lavoratori all’estero, è uno degli strumenti previsto per la promozione della circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione Europea e permette alle aziende italiane, o straniere ma parte dell’Ue, di trasferire temporaneamente i dipendenti in altre parti dell’Europa o in alcuni Paesi convenzionati.

Il distacco, che può essere di breve o lunga durata, non può essere definitivo e prevede diversi obblighi da parte dell’azienda distaccante, riguardanti sia le comunicazioni da inviare alle istituzioni, sia assicurativi se superato un certo periodo di tempo, per esempio, nei confronti dei dipendenti coinvolti. La documentazione richiesta dovrà essere inviata a chi di dovere e, eventualmente, tradotta.

Cos’è il distacco all’estero

Le aziende possono scegliere di distaccare, ovvero trasferire uno o più dipendenti in un Paese straniero per un periodo di tempo limitato. Questo, quando avviene nei Paesi facenti parte dell’Unione Europea o convenzionati con l’Italia, prevede che vengano rispettate delle regole precise, a protezione del dipendente in distacco.

Bisogna tenere conto del fatto che, prima di tutto, quando si parla di distacco si tratta di una situazione differente rispetto a quella della trasferta, o business trip. In questo caso infatti non si tratta di un semplice viaggio d’affari, ma il dipendente viene inviato da un’azienda in un’altra, con lo scopo di fornire una prestazione in favore di un committente.

Le norme sul distacco saranno quindi da rispettare quando:

  • un dipendente viene trasferito da un’azienda a un’altra, in un Paese parte dell’Ue;
  • l’azienda conclude un contratto con un partner commerciale parte dell’Ue e deve procedere con l’invio di dipendenti allo scopo di fornire servizi, per un certo periodo di tempo;
  • si viene assunti tramite un’agenzia interinale in un Paese europeo diverso da quello dove l’agenzia ha sede.

In quali Paesi può avvenire e per quanto

Il distacco del lavoratore può avvenire in tutti i Paesi dell’Unione Europea, in questo caso bisognerà rispettare le regole prevista dall’Unione. Se il periodo massimo è di 12 mesi, non sarà necessario procedere con adempimenti differenti da quelli previsti, mentre per prolungare il distacco fino ai 18 mesi bisognerà presentare l’apposita notifica al Paese ospitante. Superati i 18 mesi bisognerà garantire al lavoratore tutte le condizione di lavoro previste dal Paese in questione.

Queste regole valgono, in linea generale, anche per i Paesi non parte dell’Unione, ma con cui l’Italia ha delle convenzioni. In questo caso il periodo di lavoro massimo risulta di durata differente a seconda del Paese, così come le richieste precise. Fanno parte della convenzione gli Stati Uniti, l’Argentina, il Canada, Israele, e altri, consultabili sul sito dell’Inps, dove sono anche specificati i tempi e i documenti richiesti.

Per quel che riguarda il distacco dei lavoratori nei Paesi extra-Ue non convenzionati, le regole sono differenti e sarà necessario che l’azienda richieda l’apposito permesso al ministero del Lavoro e al ministero degli Affari Esteri, andando a svolgere tutti gli adempimenti richiesti. La situazione e l’iter da seguire, in questo caso, può variare a seconda del Paese o del compito previsto.

Adempimenti richiesti

Le aziende che distaccano i dipendenti in Paesi dell’Ue devono rispettare alcuni adempimenti, che prevedono:

  • richiedere all’Inps il modello A1, che certifica che il dipendenti distaccato rimane assicurato ai fini previdenziali nel Paese Ue in cui ha sede l’impresa distaccante, o in quello di esercizio abituale dell’attività lavorativa autonoma;
  • nel caso in cui fossero più favorevoli rispetto a quelli italiani, l’azienda è tenuta a rispettare i trattamenti retributivi e normativi dello stato ospitante;
  • notificare la trasferta a chi di competenza nello Stato ospitante e nominare un referente o rappresentate;
  • verificare di essere conforme alle normative del Paese ospitante riguardanti la sicurezza sul lavoro;
  • verificare di essere in possesso di tutta la documentazione richiesta e, dove necessario, procedere con la sua traduzione e invio.

Il distacco di un lavoratore si può applicare non solo al dipendente, ma anche al lavoratore autonomo. In questo caso sarà necessario verificare tutte le regole relative al funzionamento della partita Iva.

Condizioni di lavoro nel Paese ospitante e diritti del dipendente

Se le condizioni di lavoro del Paese ospitante dovessero risultare più favorevoli di quelle italiane, allora il datore di lavoro dovrà sottostare a queste regole, compresi gli elementi relativi alla retribuzione, l’indennità, i rimborsi spese, la sicurezza sul lavoro, e i periodi minimi e massimi di orario oltre alle giornate lavorative previste.

Il dipendente, inoltre, non avrà bisogno di:

  • iscriversi presso le autorità previdenziali del Paese di distaccamento, poiché rimane assicurato in Italia;
  • non ha bisogno del permesso di lavoro;
  • non ha bisogno di ottenere il riconoscimento delle qualifiche. Per alcune professioni però è comunque richiesta una dichiarazione scritta;
  • non maturerà diritti di soggiorno nel Paese ospitante.

Inoltre, nel caso in cui il periodo di distacco dovesse durare più di 3 mesi, sarà necessario che si iscriva come residente presso l’amministrazione locale. Una volta superati i 12 mesi di distacco, sarà necessario comunque notificare l’allungamento del periodo al Paese ospitante.

Iscriviti a Money.it