Circa un milione di persone è in isolamento perché positivo al Covid e i numeri sono destinati a salire con la sottovariante Omicron 5. Ecco come potrebbe cambiare la quarantena.
La nuova ondata di contagi dovuta alla sottovariante Omicron 5 preoccupa. Non tanto per gli effetti, fortunatamente non troppo gravi, della nuova mutazione del virus, quanto per le conseguenze sui milioni di italiani costretti a casa in isolamento perché positivi.
Attualmente gli italiani in isolamento sono circa un milione. Almeno quelli ufficiali, perché le stime dicono che probabilmente la cifra reale corrisponda al doppio o al triplo, considerando i tantissimi positivi non dichiarati ufficialmente avendo effettuato solamente tamponi fai da te.
Questo numero sembra destinato a crescere, considerando che l’iper-diffusiva sottovariante Omicron 5 rappresenta già il 60% dei casi e i positivi crescono al ritmo del 50% in più in una settimana, stando agli ultimi dati, con un’incidenza di 763 casi ogni 100mila abitanti.
Omicron, gli italiani in isolamento domiciliare
In questo momento quasi un milione d’italiani è in isolamento domiciliare. E parliamo solamente di quelli ufficiali, comunicati dopo un tampone con esito positivo effettuato in farmacia, laboratorio o ospedale. Siamo a numeri simili a quelli di metà marzo, ma le cifre reali dovrebbero essere molto più alte. E, inoltre, continueranno a salire considerando che la curva dei contagi per ora non si arresta, con la previsione del picco di questa ondata per metà luglio.
Troppi contagiati, i servizi sono a rischio
La paura è che il numero così alto di persone in quarantena possa mettere a repentaglio i servizi essenziali. I timori maggiori riguardano i trasporti, gli ospedali e i servizi di sicurezza. Il rischio è che manchi il personale, tanto più ora che si va verso il periodo delle ferie e le assenze si moltiplicano.
La preoccupazione riguarda principalmente i servizi essenziali, a partire dalla sanità. A giugno sono stati 20mila gli operatori sanitari positivi e quindi rimasti a casa, con numeri più alti che in passato. Ma il timore riguarda anche altri servizi pubblici come i trasporti o le forze dell’ordine.
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Proprio per queste ragioni si potrebbe iniziare a discutere di nuove regole per la quarantena, abolendo l’isolamento per gli asintomatici o comunque allentando le restrizioni per i positivi. Nel governo qualcuno ha già chiesto di rivedere l’obbligo di isolamento per gli asintomatici, quantomeno per chi lavora nei servizi essenziali (sanità in primis).
L’idea potrebbe essere quella di seguire il modello statunitense: negli Usa sono previste mini-quarantene da cui si può uscire dopo cinque giorni senza l’obbligo di tampone. Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, rilancia il suo appello al governo nell’ottica di poter convivere con il virus: la sua idea è quella di far evitare l’isolamento a chi è positivo e asintomatico. Una proposta lanciata per evitare di bloccare il Paese, come dice lo stesso Costa a RaiNews24.
Quarta dose, le possibili novità per i vaccini
Un’altra valutazione che si potrebbe aprire presto è quella sulla quarta dose del vaccino. L’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, ha chiesto di estenderla a tutti gli over 70 (attualmente è aperta solo a chi ha più di 80 anni), ma c’è anche chi propone di allargarla agli over 60. Per il momento, comunque, il governo sembra scartare questa ipotesi ritenendo che sia troppo tardi e che aprire una nuova campagna vaccinale richiederebbe più tempo di quello necessario per registrare una diminuzione dei casi una volta raggiunto il picco di questa ondata.
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