Netta spaccatura dei partiti sul tema dell’educazione contro l’omofobia; in discussione una circolare MIUR.
Nuove polemiche partitiche attorno ai temi che il primo ddl Zan avrebbe voluto regolamentare; stavolta si tratta di una circolare del Ministero dell’Istruzione che invita le scuole ad “approfondire il tema” dell’omofobia il 17 maggio, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.
Dopo l’affossamento in Senato del disegno di legge, in tempi recenti peraltro ripresentato nella medesima forma, si torna quindi a parlare di se, come ed eventualmente in che modo promuovere spazi di dibattito didattico e consapevolezza sui temi delle discriminazioni e delle violenze ai danni della comunità Lgbtq+.
La mossa del Miur a oggi viene contestata da Fdi e Lega mentre il Pd e M5s li accusano di essere i primi fautori della discriminazione stessa.
In cosa consiste e di cosa si parla però in questo documento ministeriale? L’analisi del testo e le argomentazioni delle fazioni di favorevoli e contrari.
Cosa dice la circolare MIUR
Il testo messo oggi in discussione è firmato da Maria Assunta Palermo, direttrice della Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico nell’ambito del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione ed è stato inoltrato a partire dal 5 maggio a Uffici Scolastici Regionali e Istituti di ogni ordine e grado.
Nella circolare si premette che il ministero dell’Istruzione è da anni impegnato a favorire e costruire una scuola aperta e inclusiva, «che valorizzi le singole individualità e educhi alla cultura del rispetto per prevenire e contrastare ogni forma di violenza e discriminazione» in adesione ai principi e ai diritti fondamentali sanciti a livello internazionale dalla Convenzione europea «per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, e in più articoli dal Trattato sull’Unione europea».
Si ricorda quindi come:
«La Costituzione italiana, all’art. 3 sancisce: ‘Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (…)’».
In nome di questi principi nel provvedimento attuale si invitavano perciò le scuole a organizzare «occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali».
Sono queste le parole che hanno scatenato il conflitto. Il problema risiederebbe nella loro forte analogia con quanto previsto dal noto Ddl Zan naufragato a fine ottobre scorso proprio nel timore della promozione una didattica «del gender» nelle scuole italiane.
Al tempo numerosi esperti avevano però descritto l’inconsistenza di questa teoria e come, piuttosto, quella clausola del disegno di legge fosse volta a incentivare attività di prevenzione della violenza.
La celebrazione dalla quale scaturisce questa circolare è inoltre una giornata indetta con la risoluzione del Parlamento Europeo del 26/04/07 e vorrebbe essenzialmente portare alla luce e sensibilizzare le masse sulla cruenta realtà quotidiana di attacchi, fisici e psicologici, che molti cittadini si trovano a vivere.
Fdi e Lega contrari: le accuse al ministero
La frangia dei contrari si fonda prioritariamente sulle richieste rivolte al ministro dell’Istruzione Bianchi da parte di Fratelli d’Italia di ritirare la circolare, in contrario, il partito ha già fatto sapere che presenterà un’interrogazione parlamentare a riguardo.
Si uniscono poi a queste iniziative le parole del sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso (Lega), delle deputate Paola Frassinetti, Ella Bucalo e della senatrice Isabella Rauti (Fdi) che, in una nota congiunta, puntano il dito contro Pd e M5s accusandoli di «voler far rientrare dalla finestra il ddl Zan, spalancando di fatto le porte delle scuole all’ideologia gender».
In particolare il sottosegretario Sasso scrive su Facebook:
«La circolare del ministero dell’Istruzione con cui si invitano i docenti di ogni grado a trattare il tema delle discriminazioni non deve essere il cavallo di Troia per taluni personaggi ideologizzati affinché si possa fare propaganda gender [...] PD e M5S vogliono fare propaganda gender? La organizzino nelle loro sedi di partito: vedremo quante famiglie ci porteranno i propri bambini!».
La risposta dei favorevoli: M5s in prima fila
Alle critiche di Lega e Fdi ha risposto la senatrice Alessandra Maiorino (M5s), coordinatrice del Comitato per le Politiche di Genere e per i Diritti Civili del Movimento e in prima linea per l’approvazione del ddl Zan.
Le sue parole sono state un invito alla riflessione non esenti da disprezzo e note di accaloramento:
«La circolare del ministero dell’Istruzione è la migliore risposta a chi sparge odio e cerca a tutti i costi di tenere l’Italia ostaggio di oscurantismo e arretratezza culturale. Le destre sono insorte, gridando allo scandalo. L’unico vero scandalo è chi vorrebbe insegnare invece la discriminazione ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze. È osceno che protestino verso questa iniziativa del ministero. Se le destre sono contrarie all’uguaglianza di tutti i cittadini e le cittadine ivi sancita, lo dicano chiaramente».
La senatrice pentastellata, nello stesso post su Facebook, ha inoltre ribadito i propri valori ideologici al di là della pura contestazione:
«Il 17 maggio celebriamo l’orgoglio Lgbti, l’orgoglio di esseri umani, ciascuno diverso, ognuno portatore di dignità e diritti in egual misura».
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