L’OMS controllata dalla Cina? Il caso Taiwan

Violetta Silvestri

12/05/2020

Cosa c’entra Taiwan con i rapporti di potere della Cina nell’OMS? La disputa di Pechino sul controllo dell’isola coinvolge anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità e potrebbe avere risvolti anche sui rapporti USA-Cina

L’OMS controllata dalla Cina? Il caso Taiwan

Il 18 maggio è previsto l’’incontro tra i membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Come ovvio, in questo tempo particolare la consueta assemblea dell’OMS si svolgerà in teleconferenza.

L’appuntamento è già sotto i riflettori per una serie di motivi importanti. Tra questi, non c’è soltanto la necessità di discutere della pandemia e di come l’organizzazione vuole affrontarla (con tutte le polemiche legate alla questione, con gli USA in piena guerra).

A interessare i vari interlocutori è anche l’atteggiamento della Cina, nel mirino per i presunti ritardi nella diffusione delle informazioni sul coronavirus e per essere stata spalleggiata dall’OMS, ma osservata speciale anche per l’atteggiamento verso Taiwan.

L’OMS, la Cina e Taiwan: quali equilibri di potere?

La partecipazione di Taiwan alla prossima assemblea dell’OMS in qualità di Stato osservatore è in forte dubbio. Sciogliere questo nodo, però, significa capire realmente quanto potere ha la Cina di influenzare il mondo.

E, soprattutto, quanto riesce Pechino a manovrare gli equilibri all’interno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

I cinesi sono sul piede di guerra e hanno già lasciato trapelare che ci saranno ripercussioni se gli Stati membri OMS consentiranno all’isola di partecipare alla riunione.

Questo perché Pechino rivendica Taiwan come suo territorio, negando in modo categorico l’esistenza dell’isola come Paese indipendente. Solo pochi Stati, di fatto, l’hanno riconosciuta e la questione è vitale per la grande nazione asiatica: esiste una sola Cina, non due.

Una posizione più che mai intransigente da quando a Taipei è arrivato il Governo indipendentista di Tsai Ing-wen.

Ma cosa c’entra l’OMS? In realtà, l’organizzazione è un banco di prova di questo eterno e storico conflitto. E anche dell’influenza cinese.

È stato evidenziato, infatti, che in tempi ancora non sospetti e precedenti alla fine di gennaio, Taiwan avesse chiesto invano all’OMS informazioni su contagi avvenuti da persone provenienti da Wuhan. Nessuna risposta è mai arrivata.

I critici hanno quindi evidenziato l’evidente complicità del presidente Tedros con Xi Jinping.

La posta in gioco si fa, quindi, alta. Appare scontato l’appoggio degli USA alla partecipazione di Taiwan all’assemblea OMS. La Cina avrà la meglio?

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