Il paese europeo dove per legge la domenica bisogna stare zitti

Ilena D’Errico

1 Novembre 2024 - 22:23

Niente rumori la domenica e negli altri giorni festivi, limitando perfino le conversazioni nelle case. Il Paese europeo più severo riguardo agli orari del silenzio.

Il paese europeo dove per legge la domenica bisogna stare zitti

L’inquinamento acustico è un problema da non sottovalutare, capace di creare rischi per la salute delle persone e degli animali. Il danno maggiore si evidenzia nelle ore notturne e in generale nei momenti destinati al riposo, tanto che la questione è oggetto di riflessione da parte dell’Oms. Non è possibile dormire bene quando c’è rumore, ma nemmeno rilassarsi adeguatamente.

Per questa ragione le autorità cercano di tutelare la salute dei cittadini regolamentando i rumori, in particolar modo quelli evitabili e superflui. Oltre alla normativa europea, che individua alcuni principi generali, gli Stati e di conseguenza gli enti locali personalizzano le regole a seconda delle esigenze e delle abitudini. Qualcuno è più severo di altri: un Paese europeo chiede di stare zitti la domenica e nei giorni festivi. Si tratta della Germania, che appoggia questo divieto sulla legge.

In Germania la domenica bisogna stare zitti?

La Germania è piuttosto severa in merito al rumore, soprattutto la domenica, un giorno di riposo vero e proprio. Mentre nella maggior parte del mondo i ritmi frenetici della quotidianità hanno forzato cambiamenti radicali nelle abitudini dei cittadini anche nei giorni festivi, i tedeschi custodiscono con cura i momenti riservati alla tranquillità.

Ci sono numerose sentenze dei tribunali tedeschi che mostrano questa tendenza, per esempio riguardo alla chiusura dei negozi in occasione del riposo domenicale. Anche il problema dell’inquinamento acustico viene affrontato con altrettanto rigore, tra consuetudini e regolamenti che diventano molto restrittivi proprio in occasione delle festività e della domenica.

Tendenzialmente, la domenica è richiesto il silenzio per gran parte della giornata, con particolare attenzione al momento del pranzo, indicativamente dalle ore 12:00 alle 15:00. Nel resto dei giorni, invece, il silenzio è imposto soltanto nelle ore del riposo notturno, all’incirca tra le 22:00 e le 06:00. Si tratta principalmente di una consuetudine, che è al contempo supportata da numerose disposizioni locali e dai regolamenti condominiali. A livello federale le limitazioni ai rumori riguardano per lo più delimitate aree delle città, per esempio vicino alle scuole e agli ospedali.

Nelle ore del silenzio tutti i rumori non necessari devono essere evitati, contenendo perfino il rumore della voce per non turbare la serenità dei vicini di casa. Proprio per questa ragione l’uso locale impone di avvisare il vicinato con un certo margine d’anticipo prima di una festa o di un’altra occasione che dà adito a conversazioni e rumori superiori al normale. Anche per questioni di educazione, nella maggior parte dei casi pare che si preferisca coinvolgere i vicini nelle occasioni ricreative - in particolar modo la domenica e nei giorni festivi - per essere certi di non disturbare.

Le conseguenze per chi rompe il silenzio possono essere di diversa gravità, comunque commisurate alla violazione e tenendo conto anche del diritto alla socialità e al divertimento. Tutto dipende dalla fonte del divieto, che può così produrre una sanzione economica quando proviene dall’amministrazione locale (per esempio, in alcune zone la multa viene comminata anche a chi sbatte troppo forte la portiera dell’auto nelle ore di silenzio), un ammonimento del padrone di casa o del consiglio comunale. Nello Stato federale la maggior parte delle leggi locali hanno delle disposizioni contro il rumore, che bisogna guardare con attenzione perché orari e limiti potrebbero variare.

Gli orari del silenzio in Italia

In Italia la questione del silenzio è affrontata in modo decisamente meno rigoroso, come di fatto accade in quasi tutti i Paesi europei. Non c’è una legge statale che imponga determinati orari di silenzio e anche a livello di consuetudine c’è molta meno severità, non soltanto rispetto alla Germania ma anche rispetto al passato. Principalmente, la distinzione tra la domenica (o un altro giorno festivo) è sempre meno avvertita. La maggior parte delle attività commerciali è aperta, sempre più persone lavorano e c’è quindi maggiore tolleranza.

Anche in Italia, tuttavia, bisognerebbe evitare il baccano ingiustificato durante le ore notturne. La valutazione del rumore prodotto delle persone avviene infatti soprattutto a seconda delle circostanze specifiche. Si prendono quindi in considerazione fattori come l’ambiente, l’orario, l’abitudine dei residenti, la motivazione del rumore e la sua durata, oltre all’intensità.

Quando si supera il limite della normale tollerabilità si è di fronte a un illecito che potrebbe comportare un risarcimento danni, ma se il rumore arriva a infastidire un numero elevato di persone si rischia persino di commettere un reato, il cosiddetto disturbo della quiete pubblica (più propriamente Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone). I regolamenti condominiali, comunque, spesso impongono orari di silenzio simili a quelli a cui sono abituati i tedeschi, potendo comminare sanzioni fino a 200 euro (800 euro in caso di recidiva). Gli enti locali, invece, non regolamentano - in genere - la questione in modo specifico, concentrandosi sui rumori provenienti da attività commerciali e professionali.

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