L’editoria universitaria nel post-pandemia, come cambia il mercato del libro: l’intervista a Ilaria Angeli

Stefano Rizzuti

18/02/2022

Ilaria Angeli, direttrice editoriale della Franco Angeli, in un colloquio con Money.it fa il punto sulla situazione del mercato del libro e dell’editoria accademica e universitaria nel post-pandemia.

L’editoria universitaria nel post-pandemia, come cambia il mercato del libro: l’intervista a Ilaria Angeli

La pandemia ha cambiato le abitudini degli italiani e ha avuto, tra i suoi effetti, anche quello di un incremento dell’acquisto dei libri Allo stesso tempo, però, sono aumentati i costi di produzione, soprattutto a causa dell’incremento del prezzo della carta.

Un problema di cui tutti gli editori risentono - chi più e chi meno - e che finisce per comportare un aumento dei prezzi per il consumatore finale. Ma qual è lo stato dell’editoria italiana attualmente? Cosa succede sul mercato dei libri? Per capirlo abbiamo provato a parlarne con Ilaria Angeli, direttrice editoriale della Franco Angeli.

Il costo della carta e la peculiarità della Franco Angeli

Angeli premette sin da subito che la sua casa editrice presenta una situazione particolare in quanto, a differenza di tanti altri editori, acquista direttamente la carta e non subisce le tariffe imposte dalla tipografia: “Questo ci ha consentito, con un minimo di visione, di aver fatto un minimo di scorte l’anno scorso che ci offrono garanzie almeno per il 2022”.

Gli aumenti del costo della carta però si sono fatti sentire già nel 2021, con un rincaro rispetto all’anno precedente che è intorno al 30%. Per la Franco Angeli, però, il grande vantaggio dell’aver accumulato scorte di carte è che non deve fronteggiare un altro problema, quello della scarsa reperibilità del materiale: “Io ce l’ho in deposito, al contrario di diverse tipografie”. Oggi il problema si presenta soprattutto per editori e stampatori che invece non hanno scorte.

L’aumento dei costi di produzione e vendita

L’aumento dei costi, però, riguarda anche chi, come Franco Angeli, ha prevenuto acquistando in anticipo la carta: “Pur avendo fatto scorte a settembre, quando iniziavano gli aumenti, comunque abbiamo subito un incremento del 30%; ma per chi acquista oggi arriva fino al 50%”.

È inevitabile che questi aumenti ricadano anche sui consumatori finali: se il governo accetterà la richiesta dell’Associazione italiana editori di prevedere delle agevolazioni potrebbe andare diversamente, ma al momento l’unica politica possibile da parte degli editori è quella di aumentare i prezzi di copertina, come spiega Ilaria Angeli.

Un’operazione che per la sua casa editrice ha effetti probabilmente meno impattanti che per altre imprese: “Sicuramente ci aiuta il nostro target, parliamo di un lettore che è diverso dal lettore abituato a prezzi molto bassi. Il nostro lettore è uno studioso, un professionista, disposto a pagare un euro in più per un volume che gli serve. Chi deve prendere il romanzo da leggere la sera magari ci pensa di più” in caso di aumento dei prezzi.

L’editoria e gli studenti universitari

Tra i principali lettori di Franco Angeli ci sono sicuramente anche gli studenti universitari. Nel loro caso si parte da un presupposto: “I prezzi di copertina del manuale universitario sono più bassi rispetto al volume pensato per il ricercatore. Viene mantenuto un contenimento dei prezzi per quanto possibile, là dove è necessario, ma il manuale che prima stava a 28 euro lo porteremo nella ristampa a 29”.

Molto più problematica è invece la situazione dell’editoria scolastica che è vincolata ai prezzi. Per quanto riguarda gli universitari, invece, è ancora presto per capire se un aumento dei prezzi possa avere conseguenze sulla vendita considerando che le cifre sono salite da gennaio. Secondo Angeli, però, non dovrebbe cambiare di molto il numero di copie vendute, anche perché il prezzo di copertina è solo una delle tante variabili legate alle vendite.

Come dimostra il fatto che la manualistica universitaria ha visto un incremento nel 2020-2021: “Con la pandemia si è venduto di più, anzi abbiamo capito quanto perdevamo con le fotocopie”. Grazie anche alle dinamiche che si sono venute a creare con le restrizioni (librerie chiuse, maggior ricorso all’e-commerce). Il ritorno alla normalità potrebbe anche voler dire, quindi, un ritorno a un ricorso più ingente delle fotocopie, soprattutto per gli studenti universitari.

Il mercato editoriale dopo la pandemia

La pandemia ha portato, in generale, a un aumento degli acquisti di libri. Per quanto riguarda Franco Angeli non ci sono stati cali e il dato è in linea con quello indicato dall’Associazione italiana editori per il settore accademico (circa il 4% in più). Tra alti e bassi il mercato ha quindi tenuto.

Il Covid non ha avuto un impatto devastante sul settore, anche perché in molti - stando a casa - hanno ordinato libri magari attraverso l’e-commerce. L’unico periodo critico è stato quello del primo lockdown, quando erano state bloccate anche le consegne: “Poi abbiamo recuperato un po’”.

Un rallentamento delle vendite si è poi registrato nell’ultimo autunno, ma ora il mercato è tornato a muoversi un po’. A gennaio si potrebbe registrare un settore di nuovo un po’ fermo, ma soprattutto perché nel caso di Franco Angeli è molto stretto il legame con il mondo dei corsi e delle lezioni universitarie.

Il settore dell’editoria, quindi, ha retto durante la pandemia nonostante i tantissimi problemi: “La situazione è complicata per tanti motivi, sicuramente non solo per noi. Però per il settore editoriale è stata meno difficile rispetto ad altri ambiti”.

La crisi e il futuro dell’editoria

L’editoria non vive un momento di crisi, ma di certo ha importanti sfide da affrontare. A partire da quella dell’open access: “Il tutto gratis è un finto tutto gratis, ha un costo e chi paga questo costo? Se non paga l’utente ultimo deve esserci qualcuno a monte che paga”.

Per l’editoria accademica bisognerà trovare un nuovo sistema. Oggi se si lavora a una ricerca, prosegue Angeli, viene finanziata la pubblicazione che va in commercio o in open access. Il problema è trovare un equilibrio in un ipotetico modello perché “l’open access è un falso sistema per risparmiare”, conclude.

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