Anche con la patente sospesa puoi guidare per andare al lavoro. Prima bisogna ottenere l’apposito permesso. Ecco quando e come.
Al di fuori delle ipotesi di contestazione, quando la sanzione viene comminata scorrettamente (o almeno così presume il conducente), la sospensione della patente viene applicata per infrazioni stradali, anche piuttosto pericolose. La durata stessa della sospensione dipende dalla gravità della violazione commessa. Così, si cerca di tutelare la sicurezza della circolazione stradale e al contempo di disincentivare i guidatori da comportamenti scorretti che mettono tutti a rischio. Ciò non toglie, tuttavia, che il divieto di mettersi alla guida, specie per un periodo prolungato, può portare notevoli disagi. Gli stessi disagi cui va incontro anche chi intende ricorrere contro la sanzione, che ritiene di non meritare.
Ecco perché è bene sapere che è possibile ottenere un permesso di guida nonostante la sospensione della patente, per permettere al conducente di andare e tornare dal luogo di lavoro. La necessità di procurare il sostentamento per sé e per la propria famiglia è infatti tutelata con grande attenzione nel nostro ordinamento. Senza contare che insieme alla sospensione è di norma applicata anche una sanzione pecuniaria, pertanto avere modo di continuare normalmente l’attività lavorativa è funzionale all’applicazione della multa. Questo però non significa che ogni cittadino con un’occupazione possa ottenere il permesso, né tanto meno che si possa usare la scusa del lavoro per guidare con altri obiettivi. La legge non lo consente e si tratta di un comportamento davvero controproducente. Vediamo quindi come richiedere il permesso di guida, quali requisiti sono richiesti e le regole da seguire.
Guidare con la patente sospesa
Esiste una moltitudine di infrazioni stradali che comportano la sospensione della patente di guida, con periodi di tempo variabili da 15 giorni a 5 anni a seconda della gravità del fatto e delle eventuali recidive. La durata massima di 5 anni, nel dettaglio, interviene soltanto quando il conducente che provoca un incidente stradale commette omissione di soccorso rispetto alle persone ferite. La sospensione di 15 giorni è invece il tempo minimo per alcune violazioni del Codice della strada, come la circolazione con un veicolo privo di limitatore di velocità. Naturalmente, tra gli estremi ci sono varie sanzioni intermedie, come disposto per ogni articolo del Codice stradale.
In ogni caso, è categoricamente vietato guidare con la patente sospesa, a prescindere dalle motivazioni della sospensione o dall’intenzione di un eventuale ricorso. Chi viene sorpreso alla guida nonostante il divieto rischia una multa decisamente elevata, da 2.046 a 8.186 euro. La multa non è tutto, perché la legge dispone il fermo amministrativo del veicolo per 3 mesi e anche la revoca della patente, anziché la sospensione. In caso di recidiva, le sanzioni restano le medesime, ma in luogo del fermo si applica il sequestro del mezzo. Con la revoca, il conducente potrà ottenere di nuovo la licenza di guida soltanto sottoponendosi all’esame teorico e pratico. Guidare con la patente revocata equivale inoltre a guidare senza aver mai conseguito la patente, con multa da 5.100 a 30.599 euro. La recidiva integra inoltre un reato, punibile con l’arresto fino a 1 anno e la confisca amministrativa del veicolo.
Patente sospesa: il permesso di guida per lavorare
Posto che guidare ignorando la sospensione della patente è da escludere, non resta che capire come ottenere l’apposito permesso per far fronte alle necessità di lavoro. Il permesso di guida temporaneo per le necessità lavorative è disciplinato dall’articolo 218 del Codice della strada, che pone le seguenti condizioni:
- la violazione per cui è stata applicata la sospensione della patente non deve aver provocato un incidente stradale;
- le necessità di lavoro devono essere motivate e documentate.
Il conducente deve quindi dimostrare in modo incontrovertibile che necessita di guidare per recarsi al lavoro e rientrare a casa, provando le difficoltà oggettive di muoversi diversamente e motivandole debitamente (anche in considerazione delle tempistiche). Come anticipato, questo permesso può essere richiesto esclusivamente per le finalità di lavoro, ma è prevista un’unica eccezione. Si tratta del guidatore in condizione di disabilità o grave malattia che necessita di guidare per i propri spostamenti, anche in questo caso le circostanze devono essere comprovate. I guidatori con handicap riconosciuto ai sensi della legge n. 104/1992 possono ottenere permessi straordinari per motivi medici.
La richiesta deve essere inviata al Prefetto entro e non oltre 15 giorni dal ritiro della patente. La domanda deve contenere la documentazione sopra indicata, soprattutto in relazione alla propria residenza e alla sede di lavoro, indicando i dati anagrafici del conducente e gli estremi del documento ritirato. La decisione spetta al Prefetto, che ha 15 giorni di tempo dalla ricezione dell’istanza, valutandola in base a tutte le circostanze utili, compresa la gravità del fatto. Il permesso concesso non può in ogni caso superare il massimo di 3 ore al giorno, che vengono suddivise in fasce orarie e giorni predeterminati a seconda degli orari di lavoro. Anche il percorso è prefissato in base alla residenza e in caso di violazione si applicano le sanzioni previste per la guida con patente sospesa.
Attenzione, però, che il Codice della strada limita questa possibilità ha chi ha davvero necessità del veicolo per lavorare. Il permesso comporta infatti un aumento della durata del periodo di sospensione, per un numero di giorni pari al doppio delle ore utilizzate.
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