Il negoziato per il nuovo Patto di stabilità parte in salita, con Germania e Paesi del Nord che insistono per inserire clausole di riduzione obbligatoria del debito: torna l’austerity contro l’Italia?
La riforma del Patto di stabilità rischia di riportare l’austerity in Europa, imponendo regole dure per i paesi più indebitati, a partire dall’Italia e la Grecia. Il nuovo trattato sulla crescita economica e la stabilità finanziaria degli Stati Ue, dopo la sospensione dovuta al Covid e alla crisi energetica, va infatti approvato entro la fine dell’anno. E ora la strada per arrivare a un accordo molto più flessibile rispetto al passato, mettendo alle spalle la stagione del rigore sui conti pubblici, sembra decisamente in salita.
Non era così fino a qualche mese fa, con la Commissione europea che spingeva per un Patto profondamente rinnovato, all’insegna di un buon compromesso tra i paesi del Sud e del Nord Europa, da sempre divisi sull’idea di gestione delle risorse pubbliche. Sembrava che i cosiddetti “falchi”, in primis Germania e Olanda, si fossero convinti che ci fosse bisogno di un sostanziale cambio d’epoca nella politica economica europea.
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