Il timore di una recessione scuote i mercati e Wall Street crolla, con l’azionario asiatico in netto rosso. Crescono le aspettative di un rallentamento economico e di un’inflazione senza freni.
Rinnovate preoccupazioni per la crescita economica, mentre la politica monetaria inasprisce in gran parte del mondo per combattere l’inflazione si abbatte sui mercati: l’Asia affonda, prolungando le perdite notturne di Wall Street.
Gli investitori sembrano scettici sul fatto che la Federal Reserve possa evitare una brusca recessione in mezzo a forti aumenti dei tassi di interesse. L’evaporazione della fiducia dei consumatori sta alimentando i timori che gli Stati Uniti possano davvero rallentare la loro crescita.
Le azioni asiatiche hanno concluso la sessione di martedì con una traiettoria al rialzo, dopo che la Cina ha annunciato un allentamento dei requisiti di quarantena per i passeggeri in entrata, in quello che alcuni osservatori hanno visto come il più grande rilassamento finora della sua strategia Covid-zero. Ma l’impatto positivo si è già esaurito.
Nei mercati si rispecchia il delicato e complesso momento finanziario ed economico.
Perché i mercati sono crollati? Lo spettro della recessione fa paura
L’Asia viaggia in deciso territorio negativo. Le perdite asiatiche seguono una giornata turbolenta sui mercati statunitensi, con l’indice S&P 500 in calo di oltre il 2% dopo che i dati hanno mostrato che la fiducia dei consumatori statunitensi è scesa al minimo di 16 mesi a giugno, a causa dei timori che l’inflazione elevata potrebbe causare un rallentamento significativo dell’economia nella seconda metà dell’anno.
“La Fed crede ancora di poter tracciare quella linea molto sottile tra l’inasprimento delle condizioni finanziarie senza danneggiare troppo l’economia”, ha commentato Emily Weis, una macro stratega di State Street Corp, a Bloomberg TV. “Non siamo ancora sicuri che saranno in grado di farcela. Questo è ciò che abbiamo visto riflesso nei mercati nell’ultimo mese circa.”
Carlos Casanova, economista senior presso l’UBP di Hong Kong, ha sottolineato che tutto indica le crescenti aspettative di un rallentamento economico, potenzialmente una recessione nell’economia statunitense, forse già quest’anno.
Le rinnovate preoccupazioni su una contrazione globale hanno spinto gli investitori verso il dollaro come valuta rifugio e l’indice del biglietto verde è rimasto fermo a 104,5.
Per quanto riguarda la Cina, l’ottimismo per una mossa a sorpresa sulla riduzione dei tempi di quarantena per i viaggiatori in entrata è diminuito. Questo perché, secondo alcuni analisti, la politica Covid-zero è ancora ben radicata, il che probabilmente porterà a regolari interruzioni delle riaperture.
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