L’ambiziosa idea di governo di Enrico Giovannini prevede l’inversione di un trend industriale in ottica di sviluppo sostenibile. Che possa piacere sia a M5S che PD?
Mentre la prospettiva di un governo fra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si fa sempre più vicino, è un nome in particolare che si delinea come possibile presidente del Consiglio: quello l’economista Enrico Giovannini. In un’intervista rilasciata a ilSussidiario.net oggi, 23 Agosto, l’ex ministro del Lavoro del governo Letta ha descritto quello che, a tutti gli effetti, è un programma politico. Questo, inoltre, appare provvisto di linee guida gradite sia al PD che ai pentastellati.
Governo, Giovannini: ci vuole sostenibilità
Il cuore del pensiero di Giovannini è la sostenibilità, che “si basa sul consentire alla generazione attuale di soddisfare i propri bisogni senza pregiudicare il fatto che le generazioni future facciano altrettanto”. Un concetto semplice, eppure dalle grandi implicazioni. “L’Italia”, continua l’economista, “ha violato sistematicamente questo principio”, a partire dall’enorme debito pubblico e l’inquinamento del “capitale naturale”, “creando diseguaglianze sempre più profonde”.
Portavoce dell’ASviS (Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile), Giovannini punta a far “introdurre nella Costituzione italiana il principio di sviluppo sostenibile”. Solo in questo modo sarebbe possibile “invertire questo trend cambiando il modello di funzionamento delle nostre economie e delle nostre società”. E così si darebbe una spinta affinché “tutte le politiche siano orientate in questa direzione”. Le tematiche ambientali e di sostenibilità sono da sempre punti importanti del Movimento fondato da Beppe Grillo.
Giovannini: bene reddito di cittadinanza
Nell’intervista, Giovannini dà poi un giudizio positivo su alcuni elementi della legge di Bilancio 2019, come il reddito di cittadinanza “che dovrebbe ridurre la povertà, in particolare quella assoluta, non eliminarla, perché la povertà è un concetto molto più ampio della mancanza di reddito”. Quello che manca, però, è “una visione d’insieme”, che sappia descrivere un percorso per il nostro Paese per il prossimo quinquennio e fino al 2030.
Quanto alle imprese, Giovannini evidenzia i vantaggi dell’economia circolare, che rappresenta “una delle componenti più dinamiche del sistema economico”, soprattutto in termini di produttività. Per l’economista le aziende italiane si stanno sempre più rendendo conto che la sostenibilità non è un costo, ma un investimento. E anche in consumatori sono sempre più attenti.
Più nello specifico, sarebbe necessario introdurre strumenti di governance, con un occhio anche all’autonomia (ma non solo per alcune regioni) per attivare anche politiche regionali e cittadine. Per questo l’ASviS ha proposto “la ricostituzione del Comitato interministeriale per le politiche urbane”, perché in Italia non c’è “una strategia nazionale per le città”.
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