La Posta Elettronica Certificata (PEC) in Italia ha superato i 14,4 milioni di caselle e si appresta a essere utilizzata anche a livello europeo.
La Posta Elettronica Certificata (PEC) continua ad avere molto successo in Italia. Secondo i numeri messi a disposizione dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), nell’ultimo bimestre censito (maggio-giugno 2022), le caselle di Posta Elettronica Certificata erano ben 14.414.551, un numero in crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Di queste, più della metà (9 milioni), sono di Aruba, player molto importante di questo mercato.
Perché continuano ad aumentare le caselle PEC
Dando uno sguardo a come sta crescendo il numero di caselle di Posta Elettronica Certificata, viene da chiedersi quale sia la ragione di ciò. La risposta è da ricercarsi nella sua utilità e nelle cose che si possono fare con essa, alcuni esempi sono:
- gestire le comunicazioni di lavoro;
- gestire le comunicazioni con università;
- comunicare con enti e PA;
- partecipazione a bandi e gare d’appalto;
- iscrizione a concorsi;
- gestire disdette di contratti, solo per citare alcuni dei molteplici casi d’uso.
Tutti queste possibilità hanno portato il numero di messaggi scambiati ad aumentare in maniera significativa. Nel bimestre maggio-giugno 2022, secondo l’AgID, i messaggi inviati e ricevuti sono stati complessivamente 493 milioni, il numero più alto mai registrato dall’Agenzia e il 12% più alto rispetto all’anno precedente.
Secondo i dati disponibili, il trend sarebbe quindi in crescita: nel 2020, i messaggi scambiati in un anno sono stati più di 2 miliardi e 260 milioni con una media di quasi 6,2 milioni di messaggi PEC inviati e ricevuti ogni giorno.
Nel 2021, i messaggi scambiati su base annua sono aumentati ancora, arrivando quasi a quota 2,5 miliardi, il che vuol dire oltre 6,8 milioni di messaggi PEC scambiati quotidianamente.
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La PEC va verso l’interoperabilità europea
Sempre più utilizzata e innovativa nelle funzioni, la PEC sembra pronta a diventare interoperabile a livello europeo. A giugno, l’AgID e AssoCertificatori (l’associazione dei gestori della Posta Elettronica Certificata) hanno annunciato la conclusione del processo di definizione e pubblicazione del nuovo standard ETSI EN 319 532-4.
Questo risultato rende effettiva l’interoperabilità a livello europeo dei sistemi di eDelivery qualificato in conformità con il Regolamento eIDAS, basato sull’utilizzo del protocollo di trasporto REM.
Grazie a questa innovazione la PEC sarà utilizzabile all’interno dell’Ue per lo scambio di comunicazioni dotate di valore legale. Sarà inoltre possibile certificare l’identità di chiunque risieda nell’Ue, l’integrità del contenuto, l’ora e la data di invio/ricezione di un messaggio.
I primi passi sono già stati fatti. A partire da luglio 2022, infatti, con Aruba è possibile certificare la titolarità di una casella PEC attraverso diverse modalità:
- con SPID (Sistema Pubblico d’Identità Digitale);
- con la firma digitale;
- con la CIE (Carta d’Identità Elettronica);
- con la CNS (Carta Nazionale dei Servizi);
- con il DVO (il riconoscimento De Visu Online) con operatore.
Inoltre più di recente è stata resa disponibile anche l’attivazione della verifica in due passaggi (2FA).
Grazie a questa novità la PEC è ancora più sicura. è prevista un’autenticazione di secondo livello che avviene tramite l’approvazione di una notifica push che l’utente riceve dopo aver inserito username e password.
Grazie a questi sviluppi si stanno creando le condizioni per semplificare e abilitare la comunicazione certificata nell’Unione europea, favorendo un ambiente digitale equo, aperto e sicuro come prefissato dall’UE.
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