Peer to peer lending: significato e tassazione

Anna Maria D’Andrea

28 Gennaio 2018 - 08:30

Peer to peer lending (P2P): tassazione dei prestiti tra privati alla luce delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2018.

Peer to peer lending: significato e tassazione

Peer to peer lending: la Legge di Bilancio 2018 ha introdotto importanti novità in merito alla tassazione per i privati che hanno o intendono investire in questa forma di finanziamento.

Il comma 45 dell’articolo unico della Legge di Bilancio 2018 inserisce i proventi derivanti da prestiti erogati tramite piattaforme di peer to peer lending tra i redditi di capitale, soggetti a tassazione a ritenuta fissa del 26%.

Si tratta di una modifica importante che potrebbe portare allo sviluppo, anche in Italia, del Social lending.

Di cosa stiamo parlando e qual è il significato di peer to peer lending? Per dare una prima definizione semplice ed intuitiva si potrebbe dire che si tratta di prestiti tra privati erogati online bypassando i canali tradizionali di finanziamento, cioè le banche o altri istituti finanziari.

Il tutto avviene tramite piattaforme online di Social Lending o Crowfunding Lending e il sistema gioca sul meccanismo della domanda di prestiti effettuata da imprese e privati cittadini ed offerta di finanziamento da parte di chi decide di investire nel peer to peer lending.

Fino al 2017 gli interessi derivanti da tali investimenti venivano tassati in maniera progressiva, con aliquota marginale sui redditi personali dal 23% al 43%. Cosa cambia e quali sono i vantaggi delle novità sulla tassazione dei peer to peer lending introdotte dalla Legge di Bilancio 2018?

Tassazione peer to peer lending: cosa cambia dal 2018

A stabilire nuove regole in merito alla modalità di tassazione del peer to peer lending è la Legge di Bilancio 2018, in cui al comma 43 dell’unico articolo è previsto che:

All’articolo 44, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo la lettera d) è inserita la seguente:

d-bis) i proventi derivanti da prestiti erogati per il tramite di piattaforme di prestiti per soggetti finanziatori non professionali (piattaforme di Peer to Peer Lending) gestite da società iscritte all’albo degli intermediari finanziari di cui all’articolo 106 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993 n. 385 o da istituti di pagamento rientranti nell’ambito di applicazione dell’articolo 144 del medesimo testo unico di cui al decreto legislativo n. 385 del 1993, autorizzati dalla Banca d’Italia.

Tali somme vengono quindi aggiunte tra i redditi di capitale ai fini delle imposte sui redditi, sottoposte a tassazione del 26%, equiparando gli interessi sui prestiti online ai redditi degli strumenti finanziari.

Ritenuta alla fonte da parte dei portali intermediari

Tra le novità introdotte in merito alla tassazione dei peer to peer lending, la Legge di Bilancio 2018 prevede che l’imposta fissa del 26% sia applicata come ritenuta alla fonte da parte dei gestori delle piattaforme, nel caso in cui siano società iscritte al’albo degli intermediari finanziari, o dagli istituti di pagamento.

Cos’è il peer to peer lending

Dopo aver visto quali sono le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2018, cerchiamo di seguito di capire in sintesi cos’è il peer to peer lending e perché potrebbe rivoluzionare il settore del finanziamento a privati.

Il significato letterale del termine è “individui che prestano ad altri individui”: si tratta di prestiti tra privati per i quali assume un ruolo fondamentale la piattaforma web, che costituisce il luogo di incontro tra domanda di denaro ed offerta di finanziamento secondo determinate condizioni.

In tal modo cittadini, imprese e dal canto loro investitori mettono in atto una disintermediazione della gestione del credito, slegandosi da banche ed istituti di credito “istituzionali”.

Quali sono i vantaggi per chi offre e per chi richiede un prestito tramite le piattaforme di peer to peer lending? In primo luogo, per il finanziatore che mette in campo il proprio capitale, è previsto che la quota di interessi maturata sul prestito sia percepita in misura intera.

I vantaggi riguardano anche coloro che richiedono un prestito online ad un privato: i tassi di interesse applicati sono di norma inferiori per le richieste di normale credito al consumo. Per il resto, la restituzione del prestito funziona così come in qualsiasi tipologia di finanziamento: dovrà essere effettuata a rate e all’importo dovuto si sommerà la quota di interessi spettanti.

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