I pensionati con disabilità ricevono molti più soldi dal 2025

Simone Micocci

14 Ottobre 2024 - 09:37

Nel 2025 debutta l’assegno di 850 euro riconosciuto con la Prestazione universale ai pensionati con gravissima disabilità. Per tutti gli altri ci sono gli aumenti della rivalutazione.

I pensionati con disabilità ricevono molti più soldi dal 2025

Nel 2025 si rinnovano le misure assistenziali rivolte a coloro che hanno una disabilità. In particolare va sottolineata l’introduzione di una nuova prestazione, detta “universale”, che garantirà molti più soldi ai pensionati con disabilità che già percepiscono dell’indennità di accompagnamento.

È stato il decreto legislativo n. 29 del 15 marzo 2024 a introdurre questa nuova misura di sostegno al reddito, con l’obiettivo di riconoscere un maggior sostegno economico a quei pensionati, e alle loro famiglie, che a causa di una grave disabilità hanno bisogno di costante assistenza specializzata.

Va detto che per adesso i requisiti sono alquanto stringenti, il che dovrebbe limitare la platea dei beneficiari della nuova Prestazione universale a un numero ristretto di pensionati (si parla di circa 26.000 aventi diritto).

Più estesa invece la platea di coloro che percepiscono degli aumenti risultanti dalla rivalutazione delle pensioni, in programma a inizio 2025. Ogni prestazione spettante agli invalidi civili, da quelle assistenziali come pure quelle previdenziali (si pensi ad esempio all’Assegno ordinario di invalidità), sarà leggermente incrementata per effetto degli adeguamenti con il costo della vita. In questo caso non si può però parlare di “molti più soldi”: a differenza di quanto successo tra 2023 e 2024 quando l’inflazione ha generato un aumento molto più consistente, quest’anno - merito di un costo della vita dalla crescita contenuta - ci si limiterà a pochi euro in più al mese.

Molti più soldi a questi pensionati disabili con la Prestazione universale

Come anticipato, per avere diritto a questa nuova prestazione bisogna soddisfare dei requisiti particolarmente stringenti. Intanto è necessario aver compiuto gli 80 anni di età; dopodiché l’Isee - lo strumento con cui viene valutata la condizione economica di una famiglie - non deve superare i 6.000 euro.

C’è poi lo stato di disabilità di cui tener conto. E va detto che non basta la non autosufficienza - per quanto sia comunque indispensabile essere percettori di indennità di accompagnamento - in quanto la Prestazione universale è limitata ai casi più gravi. Nel dettaglio, il livello di bisogno assistenziale deve essere riconosciuto come “gravissimo”. A tal proposito, sarà un’apposita commissione tecnico-scientifica nominata dal ministero del Lavoro a determinare quali sono i criteri che identificano un tale bisogno. Al momento, quindi, non disponiamo ancora di quegli elementi tali per definire quali sono i pensionati non con grave, ma gravissima disabilità: l’elenco dei parametri con cui verrà valutata una tale condizione dovrebbe comunque essere pronto a breve, anche perché il governo conta di partire con i primi pagamenti già a inizio 2025 (ricordiamo che per adesso la Prestazione universale è prevista solamente per il biennio 2025-2026).

Ma cosa spetta? Abbiamo parlato di “più soldi” ed effettivamente è così. Con l’introduzione della Prestazione universale, infatti, il pensionato avrà diritto - oltre all’indennità di accompagnamento che oggi ha un importo pari a 531,76 euro ma che a inizio anno beneficerà di un piccolo aumento dovuto alla rivalutazione - questi beneficeranno anche di un assegno mensile pari a 850 euro, sempre per 12 mensilità, soldi che dovranno essere però destinati a sostenere il costo del lavoro di cura e assistenza svolto dai lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona titolari di rapporto di lavoro, come pure all’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale.

Molti più soldi quindi, ma limitati ad assicurarsi un certo livello di assistenza.

L’aumento delle pensioni di invalidità civile (e non solo)

Come anticipato, spetta a una platea molto più ampia rispetto alla suddetta Prestazione universale l’aumento dovuto per effetto della rivalutazione. Ogni inizio anno, infatti, anche le prestazioni assistenziali e previdenziali percepite dai pensionati disabili vengono adeguate al costo della vita.

Trattandosi di importi generalmente molto bassi, le pensioni dei disabili godono della rivalutazione al 100% del tasso, il che significa che l’aumento è pari esattamente alla percentuale di inflazione rilevata.

Secondo le prime stime dovrebbe attestarsi tra l’1,6% e l’1,8%, garantendo quindi un aumento molto meno rilevante rispetto al 2023 e 2024 quando i tassi di inflazione accertati furono pari all’8,1% e al 5,4%. Nel 2025 infatti potrebbe esserci un aumento di appena 5 o 6 euro al mese per la pensione di invalidità civile spettante a coloro che hanno una capacità lavorativa ridotta di almeno il 74%, che passerà dagli attuali 333,33 euro a un importo compreso tra 338 e 339 euro al mese.

Dovrebbe invece salire tra 744 e 745 euro l’importo spettante agli invalidi civili totali che soddisfano le condizioni economiche per beneficiare dell’incremento al milione.

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