Si può andare in pensione a 64 anni? Oggi sì, ma nel piano del governo per una riforma del sistema pensionistico torna l’opzione Quota 102.
Pensione a 64 anni, potrebbe essere ancora possibile secondo il piano di riforma del governo che in queste ore sta incontrando i sindacati.
L’esecutivo che in un primo momento sembrava orientato verso un rinnovo di Quota 100 al termine della naturale scadenza della sua fase sperimentale fissata per dicembre 2021, ora pare abbia cambiato idea.
Dalle parole del viceministro dell’Economia e delle Finanze Antonio Misiani sembra infatti aver confermato la volontà di abbandonare la misura per l’anticipo della pensione a 62 anni e 38 di contributi tanto cara a Salvini.
Ovviamente al momento non vi è nulla di certo e tra le varie opzioni sul tavolo troviamo ancora una volta la possibilità di andare in pensione a 64 anni con la ormai famosa Quota 102. Per questo bisognerebbe tuttavia aspettare gennaio 2022.
Tra le altre misure al vaglio dell’esecutivo anche le proroghe, ormai a cadenza annuale, di Ape sociale e Opzione donna, oltre alla volontà di voler aumentare gli assegni di pensione.
L’Italia nel mettere in pratica il piano dell’esecutivo dovrà tenere conto dell’Europa che ne controllerà le scelte con un mezzo potente quale il Recovery Fund. Tornado a Quota 102, che vedremo di seguito, ricordiamo che In Italia oggi, al di là del piano di riforma del governo che è tutto da vedere, c’è già la possibilità di andare in pensione a 64 anni. Vediamo come.
In pensione a 64 anni con Quota 102
Un modo per andare in pensione a 64 e che sembra una delle parti salienti del piano del governo è come abbiamo detto Quota 102 di cui si parla già da gennaio, prima che la pandemia prendesse il sopravvento e stoppasse i lavori di riforma con i sindacati.
Con Quota 102 si prevede, rispetto a Quota 100, di aumentare il solo requisito dell’età di 2 anni, elevando da 62 a 64 gli anni per andare in pensione e mantenendo a 38 il requisito dei contributi versati.
Qualche mese fa si parlava anche di portare a un limite per i contributi a 36 anni restando così nella Quota 100.
Quota 102, che permetterebbe di andare in pensione a 64 anni di età, quindi 3 anni prima del raggiungimento del requisito anagrafico per quella di vecchiaia, determinerebbe, stando alle prime informazioni in merito, una riduzione del 2,8-3% sul montante retributivo per ogni anno necessario per raggiungere i 67 anni.
In pensione con Quota 41
Non si tratta del piano del governo, ma di quello dei sindacati che prevederebbe una Quota 41 per tutti. I sindacati parlano da tempo di questa opzione di riforma e siamo certi che la difenderanno. Si tratta nel dettaglio della pensione con 41 anni di contributi senza requisito anagrafico.
I sindacati chiedono anche, come abbiamo anticipato, una proroga di Ape sociale e Opzione donna nella prossima legge di bilancio.
Per Ape sociale l’obiettivo dei sindacati è quello di estendere il concetto di lavoratore gravoso anche a chi, per la propria attività, è più esposto al rischio di essere contagiato dal COVID-19.
Ape sociale è la misura per la pensione anticipata riservata ad alcune categorie di lavoratori in difficoltà (ex-cassintegrati, disoccupati, familiari di invalidi) e per chi svolge lavori gravosi (maestre d’asilo, infermieri, operai edili, macchinisti per esempio).
Si tratta di una forma di pensione con anticipo a 63 anni, un trattamento assistenziale che permette di creare uno scivolo di quattro anni fino al raggiungimento dell’età per quella di vecchiaia a 67 anni.
Non solo, tra le proposte anche la proroga di Opzione donna. Se così fosse le lavoratrici che entro dicembre compiono 58 anni di età (59 se autonome) e hanno 35 anni di contributi potranno richiedere di andare in pensione prima.
Pensione anticipata a 64 anni oggi: un’opportunità per pochi
Come anticipato, in Italia già si può andare in pensione a 64 anni secondo una modalità di anticipo che ha un’opzione contributiva, riservata appunto a coloro che hanno maturato contributi esclusivamente dopo il 1° gennaio 1996.
Questa misura permette di andare in pensione all’età di 64 anni e con 20 anni di contributi; non sono però gli unici due requisiti da soddisfare in quanto se ne aggiunge un altro di tipo economico. Nel dettaglio, per ricorrere alla pensione anticipata contributiva è necessario che la pensione maturata fino a quel momento abbia un importo superiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale.
Nel 2020 l’importo dell’assegno sociale è di 459,83€ (questo viene rivalutato ogni anno) quindi è necessario che la pensione maturata sia almeno pari a 1.287,52€. Se consideriamo che la pensione è calcolata interamente con il metodo contributivo, e quindi tenendo conto esclusivamente dei contributi maturati dal lavoratore, è ovvio che questo requisito limita l’accesso alla pensione anticipata a coloro che hanno avuto una carriera senza interruzioni e caratterizzata da una retribuzione medio-alta.
Basta questo per capire qual è il motivo per cui l’accesso alla pensione anticipata contributiva è un’opportunità per pochi: viste le difficoltà del mercato del lavoro in questi ultimi anni, che hanno portato molti lavoratori ad avere carriere discontinue e non pagate adeguatamente, maturare una pensione vicina ai 1.300€ non è affatto cosa semplice.
Per avere qualche indicazione in più sulla pensione a 64 anni secondo le nuove idee del governo toccherà attendere l’esito dell’incontro con i sindacati e di quelli che verranno.
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