Pensione autonomi 2019: le novità

Simone Micocci

8 Gennaio 2019 - 09:11

La Legge di Bilancio 2019 porta con sé diverse novità sul fronte pensione per i lavoratori autonomi: ecco cosa cambia da quest’anno.

Pensione autonomi 2019: le novità

Viste le tante novità sul fronte pensioni in vigore nel 2019, abbiamo deciso di fare un focus per i lavoratori autonomi mettendo in risalto tutti i cambiamenti in programma.

Nel dettaglio, per quanto riguarda la pensione dei lavoratori autonomi sono tre le novità da segnalare: il ritorno dell’indennizzo per la cessazione definitiva dell’attività commerciale, il saldo e stralcio dei contributi e la proroga di Opzione Donna con quest’ultima che prevede delle regole differenti per le lavoratrici autonome.

Ovviamente anche le altre novità pensioni, come ad esempio Quota 100 e il blocco dell’età pensionabile per la pensione anticipata, valgono per gli autonomi così come per i dipendenti, tuttavia in questo caso le regole sono le stesse per tutti i lavoratori quindi è inutile parlarne in un approfondimento ad hoc. Se volete approfondire il funzionamento di Quota 100 vi invitiamo quindi a consultare il nostro articolo di approfondimento.

Ma torniamo a parlare delle tre novità previste per i lavoratori autonomi partendo dalla prima: la conferma, a sorpresa, dell’indennizzo per la cessazione definitiva dell’attività commerciale, non più in vigore dal 31 dicembre 2016.

Commercianti: torna l’indennizzo per la cessazione definitiva dell’attività

È stata la Legge di Bilancio 2019 a confermare l’indennizzo per la cessazione definitiva dell’attività commerciale. Si tratta di un contributo che permette al commerciante di smettere di lavorare e chiudere l’attività prima del raggiungimento della pensione di vecchiaia, percependo una rendita pari al trattamento minimo di pensione (513,01€ nel 2019) negli anni che lo separano dal pensionamento.

Per percepire questa rendita, però, è necessario che l’interessato chiuda definitivamente la propria attività, rottamando la licenza.

Negli anni scorsi questa misura è sempre stata prorogata di anno in anno, fino al 31 dicembre 2016 quando la manovra finanziaria del 2017 non ha provveduto ad una conferma. Dopo due anni di stallo, quindi, questa misura è stata nuovamente confermata e - novità assoluta - non è prevista alcuna data di scadenza. Quindi l’indennizzo si potrà richiedere dal 1° gennaio 2019 fino a data da destinarsi.

Nel dettaglio, possono accedere a questa misura:

  • esercenti, in qualità di titolari o collaboratori, di attività commerciale al minuto in sede fissa o ambulante;
  • gestori di bar o ristoranti;
  • agenti e rappresentanti di commercio.

Parimenti, gli interessati devono avere un’età anagrafica pari almeno a 62 anni se uomini, 57 anni se donne; inoltre, al momento della cessazione dell’attività devono risultare iscritti almeno da 5 anni, nella gestione degli esercenti attività commerciali dell’Inps.

Questa misura sarà finanziata tramite un’aliquota contributiva dello 0,09% dovuta dagli iscritti alla gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attività commerciali.

Omesso versamento dei contributi: saldo e stralcio

Un’altra novità contenuta nella Legge di Bilancio 2019 è quella per cui ai lavoratori autonomi, nonché ai liberi professionisti, viene consentito di versare i contributi previdenziali omessi negli anni in misura ridotta, ma solamente se versano in una condizione di difficoltà economica.

Ma cosa significa “difficoltà economica”? Come si legge nel comma 184° (e successivi) dell’articolo 1 della Legge di Bilancio, questa possibilità è riservata alle persone fisiche che hanno un valore ISEE - riferito al proprio nucleo familiare - non superiore ai 20 mila euro. In alternativa, alla data di presentazione della dichiarazione di adesione - che va presentata entro il 30 aprile prossimo - risulta essere già presentata la procedura di liquidazione dei beni per sovraindebitamento.

Il vantaggio di questa misura è che il debitore beneficia di un abbattimento delle sanzioni e degli interessi di mora.

In questo provvedimento rientrano i debiti riferiti a incarichi affidati all’Agente di Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017 derivanti dai contributi previdenziali dovuti all’Inps o alle casse professionali. A seconda della situazione economica dell’interessato, questo può saldare il tutto in misura ridotta:

  • ISEE fino a 8.500€: 16% delle somme dovute (compresi interessi di ritardata iscrizione);
  • ISEE compreso tra 8.500,01€ e 12.500€: 20% delle somme dovute;
  • ISEE compreso tra 12.500,01€ e 20.000€: 35% delle somme dovute.
  • apertura della procedura di liquidazione dei beni per sovraindebitamento: 10% delle somme dovute.

Ricordiamo che la domanda per l’omesso versamento dei contributi previdenziali va presentata entro il 30 aprile 2019. L’importo dovuto, invece, possono essere versato in un’unica soluzione entro il 30 novembre 2019 o, in alternativa, aderendo ad un piano di rateizzazione così suddiviso:

  • 35% entro il 30 novembre 2019;
  • 20% entro il 31 marzo 2020;
  • 15% entro il 31 luglio 2020;
  • 15% entro marzo 2021;
  • 15% entro il 31 luglio 2021.

Opzione Donna: come funziona per le lavoratrici autonome

Infine, ultima novità per il 2019 è la proroga di Opzione Donna, la misura che consente alle lavoratrici - sia dipendenti che autonome - di anticipare la pensione una volta maturati 35 anni di contributi (effettivi, non si tiene conto quindi dei contributi figurativi).

Come anticipato, però, ci sono delle regole differenti per le lavoratrici autonome: queste, infatti, devono aver compiuto almeno 59 anni di età per poter anticipare la pensione. Inoltre, dalla maturazione dei suddetti requisiti al conseguimento del trattamento previdenziale è necessario che siano trascorsi i 18 mesi della finestra mobile.

Quindi, concretamente una lavoratrice autonoma che ricorre ad Opzione Donna andrà in pensione all’età di 60 anni e mezzo.

Ricordiamo, inoltre, che Opzione Donna prevede che la lavoratrice - sia autonoma che subordinata - accetti il ricalcolo contributivo della pensione, con una penalizzazione quindi sull’assegno previdenziale.

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