Nel 2025 quando si va in pensione? Utilizzando sia la pensione di vecchiaia che una delle pensioni anticipate, quando si può lasciare il lavoro?
Pensione tra 60 e 67 anni, che sia di vecchiaia o anticipata, quando si lascia il lavoro nel 2025? In Italia i pensionamenti, solitamente, si collocano in questa fascia di età. Le normative vigenti, infatti, permettono anche di accedere alla pensione anticipata prima dei 60 anni, ma è abbastanza raro visto che si tratta di una possibilità che può sfruttare solo chi ha iniziato a lavorare molto presto. Per esempio, nel 2025 può uscire dal mondo del lavoro prima dei 60 anni solo chi ha iniziato a lavorare intorno ai 16/17 anni di età. In tutti gli altri casi non è possibile.
Lo stesso discorso vale anche per i pensionamenti dopo i 67 anni: sono riservati solo a chi non ha versato almeno 20 anni di contributi o per che, ricadendo nel sistema contributivo puro, ha una pensione che non raggiunge i 534,41 euro al mese. In questo secondo caso la pensione potrebbe slittare dopo i 70 anni.
Le tempistiche di pensionamento non sono univoche, ma cambiano caso per caso in base non solo all’anno di nascita, ma anche all’anno in cui si è iniziato a lavorare e a eventuali buchi contributivi e riscatti. Ognuno, quindi, per comprendere quando potrà andare in pensione, deve prendere in considerazione tutta la propria vita lavorativa, mettendo in conto non solo gli scenari passati, ma anche quelli che potrebbero verificarsi nel prossimo futuro.
Come andare in pensione nel 2025
Le attuali possibilità di pensionamento prevedono:
- la pensione di vecchiaia a 67 anni con almeno 20 anni di contributi versati;
- la pensione anticipata ordinaria con almeno 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne e 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, indipendentemente dall’età. In questo caso si tratta di un anticipo che permette la pensione prima dei 67 anni a chi ha iniziato a lavorare prima del compimento dei 24 o 25 anni di età;
- la pensione anticipata contributiva che permetta l’accesso con 20 anni di contributi a chi ha compiuto 64 anni ma in questo caso è previsto anche un limite e un requisito di importo: è richiesto che l’assegno che si andrà a percepire si di importo pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale Inps (2,8 volte per le donne con un figlio e 2,6 volte per le donne con due o più figli) e che l’importo di pensione che si andrà a percepire non superi di cinque volte l’assegno sociale per il periodo in cui si anticipa la pensione di vecchiaia. Questa tipologia di pensionamento è riservata a coloro che ricadono nel sistema contributivo puro (nessun contributo versato prima del 1996 o, in alternativa, computo in Gestione Separata);
- pensione con quota 103 che permette l’accesso alla pensione a 62 anni in presenza di almeno 41 anni di contributi versati, ma in questo caso si è obbligati ad avere una pensione ricalcolata interamente con il sistema contributivo in cambio di un anticipo massimo di 10 mesi per le donne e un anno e 10 mesi per gli uomini;
- resta in vigore, per il pensionamento, anche l’Ape sociale che richiede 63 anni e 5 mesi di età e dai 30 ai 36 anni di contributi. Possono accedervi solo le categorie bisognose di tutela e, nello specifico: invalidi, caragiver, disoccupati e gravosi;
- riconfermata per il 2025 anche l’Opzione donna che consente di accede alla pensione ,con almeno 35 anni di contributi effettivi versati, le donne che hanno 61 anni (che diventano 60 anni per le donne con almeno 1 figlio e 59 anni per le donne con almeno 2 figli e per le disoccupate). In questo caso è richiesta una finestra di attesa di 12 mesi ed effettivamente si ha la decorrenza della pensione dai 60 ai 62, in base al numero di figli avuti.
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Come anticipare ulteriormente la pensione
Per stimare quando andare in pensione, quindi, basta calcolare l’anno di nascita e quando si è iniziato a lavorare? In teoria è valido solo per chi non ha mai avuto interruzioni nella propria carriera lavorativa e non è ricorso a riscatto di contributi. Per chi ha avuto periodi di vuoto contributivo tra un periodo di lavoro e l’altro o per chi ha provveduto a riscattare la laurea bisogna tenere conto anche di queste cose.
Anche l’eventuale riscatto dei contributi deve essere considerato quando si fanno i calcoli per capire quando accedere alla pensione. Si prende in considerazione l’età di inizio dei versamenti contributivi solo quando non ci sono state pause e riscatti. Il riscatto della laurea, ad esempio, porta indietro degli anni riscattati l’inizio dei versamenti contributivi: ad esempio se si è iniziato a versare contributi nel 1998, ma si è provveduto a riscattare 4 anni di laurea, l’inizio della contribuzione si sposta al 1994.
Per il biennio 2024 e 2025, inoltre, è stato messo a disposizione nuovamente l’istituto della pace contributiva che permette di colmare buchi contributivi per chi ha iniziato a lavorare dal 1996 in poi. Si può procedere a versare contributi, diversi dal riscatto laurea, per periodi che vanno dal 1° gennaio del primo anno di contribuzione al 31 dicembre 2023.
Da tenere conto, poi, che per le donne lavoratrici che ricadono interamente nel sistema contributivo è previsto uno sconto sul requisito anagrafico di accesso alla pensione di vecchiaia a 67 anni, alla pensione anticipata contributiva a 64 e alla pensione a 71 anni, di 4 mesi per ogni figlio fino a un massimo di 16 mesi per le donne che hanno avuto almeno 4 figli.
In pensione da 60 a 67anni nel 2025
Vediamo le possibilità di pensionamento in base all’anno di nascita e ai contributi versati.
Per chi è nato nel 1958 il pensionamento è sicuramente previsto nel 2025 visto che proprio il prossimo anno compie i 67 anni. Per chi ha iniziato a versare contributi a partire dai 27 anni l’unico modo per accedere alla pensione, oggi, resta con il pensionamento di vecchiaia. Per chi, invece, ha iniziato a versare prima di quest’età e non ha mai interrotto la propria attività lavorativa, l’opzione è quella di anticipare di qualche mese l’uscita.
Lo stesso discorso vale per chi è nato nel 1959: l’uscita è prevista a 67 anni per chi ha iniziato a versare a partire dai 26 anni mentre è possibile a partire dai 64 anni e qualche mese sia con quota 103 che con la pensione anticipata ordinaria.
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