Pensione per tutte a 60 anni, così cambia Opzione donna

Stefano Rizzuti

05/12/2022

Il governo Meloni sta valutando alcune opzioni per modificare Opzione donna, l’anticipo pensionistico riservato alle lavoratrici: ecco quali potrebbero essere i nuovi requisiti nel 2023.

Pensione per tutte a 60 anni, così cambia Opzione donna

Opzione donna potrebbe cambiare. La pensione anticipata per le lavoratrici rischia di diventare un obiettivo sempre meno raggiungibile. La legge di Bilancio ha rivisto per il 2023 i criteri per accedere all’uscita dal lavoro per le donne, con requisiti più stringenti e criteri legati non solo all’età e ai contributi versati, ma anche al numero di figli.

Meccanismo che penalizzerebbe le lavoratrici senza figli. Per questo Palazzo Chigi e ministero del Lavoro si stanno confrontando sulle diverse opzioni in campo: il dialogo tra Giorgia Meloni e Marina Calderone potrebbe portare a cambiare nuovamente l’anticipo pensionistico.

Tra le ipotesi oggi considerate c’è quella di cancellare il requisito riguardante il numero di figli, introdotto proprio dalla manovra. Resterebbero, invece, gli altri criteri inseriti con la legge di Bilancio 2023. Del tema se ne parlerà nei prossimi giorni, quando si aprirà un confronto in maggioranza sulle possibili modifiche alla manovra.

La presidente del Consiglio dovrebbe incontrare i capigruppo di maggioranza in una riunione calendarizzata per mercoledì. La richiesta della Lega è quella di cambiare Opzione donna, ma ora bisogna capire in che modo potrebbe essere modificato l’anticipo pensionistico per le lavoratrici: ecco le opzioni più probabili.

Pensioni, come potrebbe cambiare Opzione donna

L’ipotesi ritenuta al momento più probabile è una modifica di Opzione donna eliminando il criterio dei figli e lasciando invece gli altri introdotti dalla legge di Bilancio: caregiver, invalidità almeno al 74%, accesso per le lavoratrici licenziate o per le dipendenti di imprese in crisi. Questa è l’ipotesi ritenuta più probabile, che il Mef dovrà valutare. Un’altra opzione riguarda invece una proroga temporanea della misura attuale per il 2023. Vediamo nello specifico quali sono le ipotesi in campo.

Opzione donna, l’anticipo senza il criterio dei figli

La prima opzione, quella più probabile, è che l’uscita anticipata dal lavoro con Opzione donna sarebbe a 60 anni per tutte le lavoratrici, senza alcun miglioramento in base al numero di figli. Decadrebbe, quindi, il criterio della pensione a 59 anni se si ha un figlio e a 58 anni se si hanno due figli.

In pratica vorrebbe dire uno o due anni di lavoro in più prima di andare in pensione per le lavoratrici. Anche rispetto alle regole attualmente in vigore, fino a fine anno, che prevedono l’uscita a 58 anni per le dipendenti e 59 per le autonome.

Pensioni, difficile proroga Opzione donna per 6 mesi

L’altra opzione in ballo è una proroga del regime attuale di Opzione donna. Va detto, però, che questa sembra l’ipotesi meno realistica. Meloni e Calderone, infatti, sembra non abbiano ancora affrontato la discussione e potrebbero non farlo neanche nei prossimi giorni.

L’idea, in questo caso, è quella di prorogare per il 2023 la versione attuale di Opzione donna, ma in maniera parziale: vorrebbe dire un’uscita anticipata con gli attuali criteri solamente per 6-8 mesi del 2023. Rispetto al regime attuale vorrebbe dire un risparmio superiore ai 100 milioni di euro, ma comunque inferiore rispetto al piano presentato all’interno della manovra.

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