Riforma delle pensioni: Quota 41 per tutti difficile, se non impossibile, a causa della crisi economica derivata dalla diffusione del Coronavirus.
Pensioni: Quota 41 per tutti - obiettivo già difficilmente realizzabile viste le poche risorse a disposizione per la riforma - rischia di finire nel dimenticatoio.
Come noto, infatti, le conseguenze economiche derivanti dalla diffusione del Coronavirus porteranno il Governo a rivedere, inevitabilmente, le proprie intenzioni riguardo alla riforma delle pensioni.
Ricordiamo che lo scorso 25 marzo, a Roma, si sarebbe dovuta tenere una manifestazione di tutti quei lavoratori che vorrebbero l’estensione di Quota 41, opzione per il pensionamento anticipato oggi riconosciuta solamente ad alcune categorie di lavoratori (clicca qui per approfondire). A causa della diffusione del Coronavirus, però, questo evento è stato annullato e non è chiaro quando sarà possibile riprogrammarlo.
Fermo restando che la proposta di estendere a tutti Quota 41, così da permettere ai lavoratori di andare in pensione al raggiungimento dei 41 anni di contributi, è ancora sulla scrivania del Ministero del Lavoro, visto che i sindacati l’hanno presentata (insieme ad una proposta di pensione a 62 anni) nei primi incontri interlocutori in merito alla riforma delle pensioni.
In merito a ciò era attesa la risposta del Ministero del Lavoro riguardo alle proposte presentate dai sindacati. Tuttavia l’incontro programmato per il 13 di marzo non ha avuto luogo a causa della diffusione del Coronavirus; peccato, poiché in quell’occasione sarebbe stato sciolto il nodo risorse.
Le condizioni, però, sono inevitabilmente mutate visto che adesso - ma anche nei prossimi mesi - le priorità del Governo sono altre e la maggior parte delle risorse a disposizione saranno utilizzate per dare liquidità a lavoratori, imprese e famiglie.
Una situazione che potrebbe far venire meno ogni piccola possibilità che Quota 41 per tutti possa far parte della prossima riforma delle pensioni.
Pensioni: “Quota 41 per tutti” irrealizzabile?
Per capire il motivo per cui estendere a tutti Quota 41, consentendo ad ogni lavoratore di andare in pensione - indipendentemente dall’età anagrafica - al raggiungimento dei 41 anni di contribuzione, sarà molto difficile, bisogna fare chiarezza sull’impatto che una tale misura avrebbe sulla spesa pensionistica.
Secondo gli ultimi studi, effettuati alla vigilia dell’introduzione di Quota 100, abbassare a 41 anni il requisito della pensione anticipata farebbe salire a circa 12 miliardi la maggiore spesa pensionistica, già dal primo anno. Un livello che già era incompatibile con la nostra situazione economica, figuriamoci adesso che la diffusione del Coronavirus sta imponendo misure straordinarie (e particolarmente onerose).
Inevitabilmente il Governo dovrà rivedere i propri piani: verosimilmente, infatti, solo al termine dell’emergenza - e al risolversi della crisi economica - si potrà tornare a parlare di riforma delle pensioni.
E non è neppure così certo che lo sia; basti vedere che l’ultima volta che in Italia ci siamo trovati in emergenza è stato necessario tagliare il costo del sistema previdenziale, con la riforma da “lacrime e sangue” adottata dalla Fornero. Senza contare, poi, che l’Unione Europea difficilmente darebbe il via libera all’indebitamento necessario per attuare una riforma delle pensioni che preveda l’estensione di Quota 41.
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