Riforma pensioni: si parla anche di aumento degli importi. Quattordicesima più alta (e per più persone), nuove detrazioni anche per gli incapienti.
Pensioni, sindacati e Ministero del Lavoro stanno lavorando ad una riforma che tra le tante misure dovrebbe portare anche ad un aumento dell’importo annuo degli assegni.
Proprio in questi giorni la UIL ha fatto notare che per colpa del blocco delle indicizzazioni i pensionati negli ultimi nove anni hanno perso l’equivalente di una mensilità di pensione; per i sindacati quindi è arrivato il momento di recuperare il potere d’acquisto perso dagli assegni.
Nell’incontro che ha avuto luogo il 7 febbraio 2020 si è parlato di come ridare lustro agli assegni dei pensionati; a tal proposito i sindacati hanno avanzato una serie di proposte, come ad esempio quella che interessa la quattordicesima.
Anche in questo caso, così come per la pensione di garanzia a 780,00€, il Governo ha promesso di valutare le proposte, in attesa di capire però quali saranno le risorse che potranno essere destinate alla riforma delle pensioni.
Mattone dopo mattone, quindi, la riforma delle pensioni sta prendendo forma anche se al momento si resta nel campo delle ipotesi. Vediamo allora quali sono queste proposte e come potrebbero influire sugli importi degli assegni.
Aumento importo pensioni: cosa vogliono i sindacati
Sono diverse le proposte avanzate dai sindacati in vista di un aumento delle pensioni. La prima è quella che punta ad una piena indicizzazione delle pensioni, con la possibilità di rivedere anche il parametro di riferimento (che oggi è il paniere FOI che tuttavia secondo i sindacati non è rappresentativo delle spese affrontate dai pensionati).
A questo dovrebbe seguire una riduzione della pressione fiscale che dovrà riguardare anche gli assegni pensionistici (e non solo i redditi da lavoro come successo con il taglio del cuneo fiscale). Un taglio delle tasse che potrebbe vedere la luce già con la riforma dell’Irpef che il Governo ha annunciato per il prossimo anno.
La terza proposta interessa la quattordicesima: i sindacati chiedono un aumento dell’importo e l’estensione della platea dei beneficiari. Ricordiamo, infatti, che oggi questa è riconosciuta - contestualmente al cedolino di luglio - ai pensionati che hanno almeno 64 anni di età e un importo di pensione che non supera di due volte l’assegno minimo (inferiori quindi a 1.030€ circa).
Pensioni più alte grazie alle detrazioni
Infine per gli assegni pensionistici ci potrebbe essere il riconoscimento di una serie di detrazioni per quelle categorie che ad oggi ne sono state escluse; viene da pensare ad esempio agli incapienti i quali al momento non ne possono usufruire.
Detrazioni, quindi, per aumentare gli assegni di pensione pagando meno tasse. Una novità che riguarderà anche coloro che già oggi possono beneficiare di agevolazioni fiscali per le pensioni, per le quali queste potrebbero diventare ancora più vantaggiose. Ad esempio, procedendo con una revisione delle stesse dando maggiore importanza agli anni di contributi e agli importi percepiti.
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